Napoli, si rivedono i turisti tra i vicoli del centro storico ma il commercio resta in crisi: «Fatturato al 30%»

Napoli, si rivedono i turisti tra i vicoli del centro storico ma il commercio resta in crisi: «Fatturato al 30%»
di Antonio Folle
Martedì 2 Giugno 2020, 16:08 - Ultimo agg. 18:12
3 Minuti di Lettura

Questa mattina, complice il clima quasi estivo e la giornata festiva, il centro storico è stato invaso da migliaia di persone che si sono riversate in strada per un primo assaggio di normalità dopo la durissima fase di lockdown. Niente a che vedere con le fiumane umane presenti in strada durante lo stesso periodo del 2019, ma si tratta - almeno dal punto di vista numerico - di un segnale senz'altro incoraggiante. Nonostante la massiccia presenza di persone in strada, però, il commercio stenta ancora a decollare. La stragrande maggioranza delle attività lamenta cali del fatturato, sempre rispetto al medesimo periodo dello scorso anno, fino al 70%. Un buco nero che rischia di tradursi nella perdita di moltissimi posti di lavoro, una conseguenza diretta dell'inevitabile chiusura delle attività. 

«Ci sono più persone in strada, anche se siamo lontani dai numeri che facevamo registrare qualche mese fa - spiega Pino De Stasio, consigliere della II Municipalità - e purtroppo la ricaduta sul commercio non è ancora quella che speravamo. Bisogna essere senz'altro ottimisti e guardare con speranza al ritorno delle persone in strada, ma non possiamo dimenticare che ci sono attività che oggi fatturano il 30% di quello che fatturavano lo scorso anno. Per molti rimanere aperti in queste condizioni sarà difficile, se non impossibile. Quello di cui il commercio ha bisogno - ha proseguito De Stasio - è di interventi strutturali, non delle mancette elargite dalla Regione o dal governo». 
 

 

Tantissime le attività che dal primo sblockdown ad oggi non hanno ancora visto riprendere il giro d'affari e stanno meditando la chiusura. «Siamo in una situazione veramente precaria - spiega Maria Cerbero, storica commerciante di via Benedetto Croce - se le cose andranno avanti così saremo costretti a chiudere. Oggi ci sono tantissime persone in strada ma, nella stragrande maggioranza dei casi, si limitano a guardare, magari a scattare qualche foto, e poi vanno via. Sono giorni che la cassa segna inesorabilmente zero e non sappiamo come far fronte alle spese vive della nostra attività. Ovviamente - prosegue - ci auguriamo di riprendere al più presto possibile ma credo che prima di settembre non si potrà tornare alla normalità. Intanto dovremo cercare di capire come sopravvivere da qui a quattro mesi».
 

Prosegue, intanto, la protesta degli artigiani di San Gregorio Armeno. Oggi tantissimi turisti si sono riversati anche nella famosa strada dei pastori, trovandosi di fronte all'inconsueto spettacolo delle botteghe chiuse. L'incontro degli artigiani con il governatore De Luca non si è ancora tenuto. «Stiamo spiegando ai tanti turisti che ci chiedono perchè stiamo chiusi l'attuale situazione - ha dichiarato Gabriele Casillo dell'associazione Corpo di Napoli - il presidente De Luca nonostante le nostre richieste non ci ha ancora ricevuti e per questo continueremo a restare chiusi dal momento che a queste condizioni non ha alcun senso tenere aperto. Crediamo che gli artigiani di San Gregorio Armeno meritino più rispetto e considerazione - prosegue - se poi vogliono perdere questo importante pezzo di storia napoletana lo dicano e basta. Non si meravigliassero però - conclude - se al posto delle botteghe dei pastori nascessero tante pizzerie, bar e pasticcerie». 

Con il ritorno dei visitatori - in molti non vogliono ancora parlare di turismo - è tornato anche un altro malcostume. Nelle vie del centro storico hanno fatto la loro ricomparsa decine di venditori abusivi di merci contraffatte. Borse, foulard, occhiali e scarpe che rischiano di assestare un ulteriore colpo - stavolta mortale - al commercio legale ancora fermo al palo. 
 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA