Napoli, la follia dei sindacati Circum: contro la formazione per guadagnare di più

Napoli, la follia dei sindacati Circum: contro la formazione per guadagnare di più
di Francesco Gravetti
Lunedì 22 Ottobre 2018, 07:00 - Ultimo agg. 11:04
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Il nuovo fronte caldo dell'Eav, che potrebbe mettere ancora un volta azienda e sindacati l'uno contro l'altro (con i conseguenti disagi per i viaggiatori) si chiama, in burocratese, «doppia abilitazione». Consiste nella possibilità, per un lavoratore, di fare sia il macchinista che il capotreno, di svolgere entrambi le mansioni, anche se non contemporaneamente: guidare un convoglio ma anche controllare la vettura, chiedere il ticket agli utenti, sovrintendere all'andamento della corsa.
 
Per l'Eav, che ha in organico una fortissima carenza di macchinisti e capitreno, sarebbe un toccasana. In attesa del concorso, infatti, la holding di trasporti è costretta a ricorrere sistematicamente allo straordinario per garantire tutte le corse. Con la doppia abilitazione, sarebbe più facile organizzare i turni: il personale resterebbe ridotto all'osso, ma le disponibilità di dipendenti con due mansioni consentirebbero meno affanni. L'azienda ha deciso, così, di avviare per venti capitreno dei corsi per farli diventare macchinisti. Lo ha fatto, però, in un periodo particolarmente difficile per le relazioni sindacali: c'è in ballo proprio la riorganizzazione del personale ed in particolare quella della controlleria. Non tutte le sigle condividono il nuovo asset pensato dall'Eav e Ugl, Cisal e Confail hanno pure proclamato la procedura di raffreddamento, propedeutica allo sciopero. Mercoledì le parti si vedranno, ma intanto Eav aveva deciso di far partire il corso per la doppia abilitazione, per far diventare venti capitreno anche macchinisti, proprio oggi. Una impresa impossibile, senza l'ok dei sindacati. E infatti il corso è saltato, rimandato a data da destinarsi. Perché? Perché non c'è personale a sufficienza per coprire i turni lasciati inevitabilmente scoperti dai corsisti. Molti capitreno, infatti, hanno rifiutato lo straordinario. Niente disponibilità a fare ore in più di lavoro, niente turni. E allora si è dovuto rimandare il corso.

Per l'ennesima volta, dunque, il no allo straordinario diventa l'escamotage per far sentire le proprie rivendicazioni senza passare per il rispetto delle regole sullo sciopero. Un modo per ottenere un risultato velocemente e allo stesso tempo creare un disagio, questa volta non all'utenza ma direttamente all'azienda. Vincenzo Pinto, esponente della Confail, chiarisce: «Il rifiuto dello straordinario resta un atto personale, del singolo lavoratore». E tuttavia sul corso che avrebbe dovuto tenersi oggi, specifica: «Farlo partire pochi giorni prima della trattativa coi sindacati sulla riorganizzazione del personale ci è sembrato inopportuno. L'azienda dovrebbe avere maggior rispetto per noi». In realtà sulla cosiddetta doppia abilitazione c'è una sostanziale convergenza: tutti la vogliono e la considerano utile. E tuttavia, paradossalmente, ad essere congelato è proprio il provvedimento che mette tutti d'accordo. La rottura, invece, si sta consumando sulla riorganizzazione del servizio controlleria: l'azienda vorrebbe effettuare la verifica dei biglietti soprattutto nelle stazioni e sulle banchine, i sindacati vorrebbero un maggiore coinvolgimento dei capitreno. Dice ancora Pinto: «Noi crediamo che il sistema da qualche mese non funzioni più, tanto è vero che abbiamo chiesto e chiediamo le dimissioni del responsabile del servizio». Se ne saprà di più in settimana, dopo il proseguimento delle trattative e dei tavoli di concertazione. Intanto, però, lo stop ai corsi per la doppia abilitazione riapre in maniera prepotente la questione dell'organico sottodimensionato, una ferita aperta per tutta l'Eav.

Il problema più serio ce l'ha la Circumvesuviana, la più grande delle aziende controllate da Eav, dove ci sono 100 capitreno e ce ne dovrebbero essere 129.

I macchinisti sono invece 118, quando dovrebbero essere 150. Il ricorso allo straordinario per coprire i turni avviene tutti i giorni. Ecco perché se si vuole creare il disagio basta dire no alle ore in più. Il rifiuto, peraltro, è legittimo: in altre occasioni ha portato alla cancellazione dei treni, questa volta ha fatto saltare un corso di formazione. In ogni caso, con poco personale, l'azienda è paralizzata.

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