Napoli, morto l'«uomo dei cani» di vico Zite, scatta la gara di solidarietà per i suoi animali

Armando Leanza insieme ai suoi cani
Armando Leanza insieme ai suoi cani
di Antonio Folle
Venerdì 10 Aprile 2020, 15:09 - Ultimo agg. 11 Aprile, 07:36
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La vicenda terrena di Armando Leanza, 60 anni, residente storico del quartiere Forcella è finita brutalmente nella notte tra mercoledì e giovedì. L'uomo, disabile al 100% che viveva da occupante "semi-abusivo" in un basso di proprietà del Comune di Napoli, oltre alla compagna Rosanna, ha lasciato i sette cani - che lui amava chiamare figli e per i quali è scattata una gara di solidarietà per evitargli il canile - con i quali divideva i poveri ambienti del basso di vico Zite, nel cuore della Napoli antica.

una vita costellata di amarezze quella dell'uomo che, negli ultimi mesi, è stato più volte sull'orlo dello sfratto da parte di palazzo San Giacomo. Circa trent'anni fa, infatti, la mamma e la zia di Armando occuparono abusivamente l'immobile di proprietà comunale. Dopo la morte delle due donne e dopo essere rimasto completamente solo in compagnia dei suoi cani e dell'amata compagna Rosanna, Armando - che per un periodo, nonostante le condizioni economiche estremamente precarie, ha continuato a pagare le indennità di occupazione a Romeo prima e a Napoliservizi poi - ha ricevuto l'ingiunzione di sfratto da parte del Comune che voleva rientrare in possesso del basso a tutti i costi.

L'uomo, affetto da gravi patologie polmonari e cardiache, si è sempre opposto con tutte le sue forze alla sentenza di sfratto, che anche perché l'unica alternativa sarebbe stata la strada, sostenuto dalla consigliera comunale Laura Bismuto che si è adoperata più volte per rimandare la sentenza - legale ai termini di legge ma, forse, poco opportuna data la situazione di assoluta indigenza e le precarie condizioni fisiche e mentali dell'uomo - che doveva essere eseguita lo scorso mese di gennaio. 
 

 

«Il Comune di Napoli non può in contemporanea professare il proprio impegno per il più prezioso dei beni comuni ed in contemporanea porre in essere pratiche di esclusione, emarginanti e contrarie alla protezione della salute - scriveva a gennaio la Consulta Popolare Salute e Sanità - come lo è l'imporre con la forza ad un malato indigente lo sfratto da un misero locale, di modestissimo valore immobiliare oltre tutto, senza garantire ad una persona fragile un' adeguata sistemazione alternativa».

«Il signor sindaco - così Armando Leanza che il 24 gennaio chiedeva aiuto sulla pagina Facebook ufficiale del sindaco di Napoli - conosce il mio problema, ho avuto modo di fargli vedere la situazione durante una sua visita a la Casa di Vetro a via delle Zite. Il basso dove abito è di proprietà del Comune di Napoli, il 28 ho lo sfratto e non so dove andare io e i miei sette cani. Il sindaco mi disse che si sarebbe interessato ma per ora niente. So solo che è passato l'ufficiale giudiziario per avvisarmi che si procederà allo sfratto». 

Con la morte di Armando è sicuramente finita la querelle relativa al possesso dell'appartamento ma resta il nodo legato ai sette cani che vivevano nel piccolo e misero appartamento di vico delle Zite e dal quale l'uomo non ha mai voluto separarsi anche nei momenti più bui, quando gli ufficiali giudiziari e i vigili bussavano alla sua porta per intimargli di andare via. Nonostante le difficoltà legate all'epidemia di Coronavirus e alla segregazione forzata, infatti, la città si sta mobilitando per trovare una sistemazione dignitosa ai cani di Armando. Tre cani sono stati adottati dalla compagna Armando e dalla sua famiglia, resta ancora incerto il destino di altri 4 animali, per i quali potrebbero aprirsi le porte del canile.  

Laura Bismuto, quella che Armando definiva il suo angelo custode, si è interessata per i funerali e ora sostiene con forza le ragioni dei suoi "figli" pelosi. «Armando amava visceralmente i suoi cani, si sarebbe fatto uccidere per loro - ha raccontato l'esponente del Comune di Napoli - fa rabbia immensa non poter essere li, abbracciarlo e abbracciare Rosanna, che sta vivendo questo incubo con l'aggravante dell'isolamento da Covid. L'unico regalo che posso fare ad Armando è preoccuparmi per i suoi cani e sistemarli in un luogo accogliente, senza gabbie, dove il trauma possa essere alleviato da una cura vera». La consigliera Bismuto ha individuato, con il supporto della rete animalista, una struttura in provincia di Salerno, dove i cani - anche di grosse dimensioni - vivono in stato di semi libertà.
Ma resta da sciogliere la questione relativa ai costi che si aggirerebbero intorno ai 100 euro mensili a cane. Una cifra non impossibile da raccogliere grazie anche al passaparola nel quartiere dove Armando era amato e stimato per il suo fortissimo attaccamento ai suoi cani. «Chiediamo a tutti - l'appello social della consigliera - di darci una mano, o con l'impegno di una piccola donazione mensile o con una donazione una tantum per racimolare il necessario per fare quest'ultimo regalo ad Armando e per assicurare un destino meno traumatico ai cani che già stanno soffrendo molto per la morte del loro papà».

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