Napoli, formiche nel letto d'ospedale: nel mirino l'appalto di pulizia

Napoli, formiche nel letto d'ospedale: nel mirino l'appalto di pulizia
di Leandro Del Gaudio
Lunedì 12 Novembre 2018, 10:00 - Ultimo agg. 20:23
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Questa mattina busseranno alle porte dell'Asl Napoli uno, ma anche in Prefettura, per acquisire tutto ciò che ha a che vedere con gli appalti del San Giovanni Bosco. Cercano le carte, i carabinieri del Nas, puntano al contratto, anzi, ai contratti con la ditta di pulizia e sanificazione e con chi gestisce la manutenzione.

Servizi dell'ospedale San Giovanni Bosco nel mirino, primo passo dell'inchiesta sulla storia della paziente ricoperta di formiche. Una donna intubata e assediata da insetti, un caso simile a quello denunciato un anno e mezzo fa all'ospedale San Paolo di Napoli.
 
Le carte, dunque. Mancano alcuni passaggi relativi alla procedura amministrativa che ha assegnato l'appalto delle pulizie a una ditta di Piacenza, quanto basta a spingere gli inquirenti a rivolgersi agli archivi dell'Asl Napoli uno, a battere su un punto in particolare: capire a quanto risale l'appalto di sanificazione e cosa prevedeva. Un maxi-appalto, a giudicare dall'utenza che viene servita in via Briganti. Secondo step riguarda invece i documenti antimafia, nel tentativo di verificare se sono stati rispettati tutti i paletti imposti dalla legge per chi si trova a lavorare per conto della pubblica amministrazione. Fascicolo aperto in Procura per omissioni in atti d'ufficio, al lavoro il pool coordinato dal procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio, che da questa mattina attende l'informativa dei militari del Nas.

Ma l'inchiesta punta a battere anche altre piste. Al di là della correttezza formale dell'assegnazione degli appalti di pulizie e manutenzione, sotto i riflettori finiscono anche i rapporti di forza interni all'ospedale di via Briganti. Sindacati, turni degli infermieri, gestione del personale. È un intero mondo interno al nosocomio del Vasto a finire sotto inchiesta, anche alla luce di quanto è già stato messo agli atti in un recente passato. C'è un sospetto: le condizioni della paziente aggredita dalle formiche sarebbero state trascurate, perché si trattava di una cittadina dello Sri Lanka, una donna priva dell'attenzione riservata ai pazienti napoletani da amici e parenti. Non è la prima volta che il San Giovanni Bosco finisce sotto inchiesta e non è la prima volta che emergono lacune di gestione e comportamenti omissivi. Basta un semplice riferimento a quanto è venuto alla luce lo scorso luglio, a proposito di una coop che gestiva il parcheggio interno all'ospedale (con tanto di ticket, cabina di pedaggio e dissuasori, con tanto di divise e turni per impiegati) senza che nessuno si fosse premurato di chiedere uno straccio di documento. Per otto anni, quelli della coop hanno lavorato senza autorizzazione, grazie a un semplice passaggio di mano (così è scritto nelle carte del commissariato Stella San Carlo, di cui ha parlato la scorsa estate il Mattino) tra un privato e un altro. Ma torniamo alla storia delle formiche. Come è noto, nella notte tra sabato e domenica, l'Asl ha sospeso il medico e i tre infermieri di turno.

Poche righe firmate dal direttore generale dell'Asl Napoli uno Mario Forlenza, da cui emerge che «chiunque avrebbe potuto vedere centinaia di formiche addosso a una paziente, se solo si fosse avvicinato alla stessa»; quanto basta a «ritenere legittimo il sospetto che tutto il personale sanitario di turno tra la serata del 9 e la mattina del 10 novembre scorso, sia venuto meno alle proprie funzioni di controllo e vigilanza della paziente per un lungo lasso di tempo, abbandonando di fatto la paziente a se stessa». Inchiesta che vede in campo i carabinieri del Nucleo antisofisticazioni, agli ordini del colonnello Vincenzo Maresca e del maggiore Gennaro Tiano, che hanno chiuso proprio in questi giorni il caso legato all'ospedale San Paolo. Due vicende molto simili: entrambi i nosocomi sono stati infatti toccati da indagini della Dda di Napoli, proprio per quanto riguarda la gestione del verde, della manutenzione e della pulizia. Lì a Fuorigrotta, pochi anni fa l'indagine sulle infiltrazioni del clan Lo Russo, tramite l'azienda Kuadra; qui a al centro, in via Briganti, l'inchiesta sul clan Contini, che ha riguardato la buvette, ma anche il caso di alcuni infermieri in odore di camorra.

Nulla a che vedere con la storia delle formiche che hanno assediato la cittadina dello Sri Lanka, ma le indagini - mai come in questo caso - devono battere tutte le piste.

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