Caivano, bimba precipitata nel vuoto
La svolta: omicidio e violenza sessuale

Caivano, bimba precipitata nel vuoto La svolta: omicidio e violenza sessuale
di ​Marco Di Caterino
Mercoledì 15 Ottobre 2014, 08:50 - Ultimo agg. 16 Ottobre, 13:59
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Caivano. Svolta nelle indagini sulla morte della piccola Fortuna Loffredo, la bimba di sei anni trovata agonizzante sul selciato dell’isolato 3 delle palazzina popolati Iacp del Parco Verde di Caivano la mattina del 24 giugno scorso.

VIDEO - Bimba giù dal balcone, la zia: «Non si voleva buttare nel vuoto»

La Procura di Napoli nord non indaga più per caduta accidentale, ma per omicidio volontario e violenza sessuale aggravata dall’età della piccola vittima.

L’ipotesi già seguita dagli inquirenti diventa formalmente possibile perché nel fine settimana il perito anatomo-patologo incaricato dalla Procura di eseguire l’autopsia ha consegnato al pm Federico Bisceglia titolare dell’inchiesta, i risultati dell’esame. L’esame del perito ha evidenziato le violenze sessuali subite dalla piccola, collocandole in un arco temporale che va da due settimane e fino a due mesi prima del giorno della sua morte.

La bimba, come anticipato dal «Mattino», dunque è risultata essere stata vittima di un pedofilo molto vicino a lei, e che gli stessi inquirenti non escludono possa essere diventato un assassino, perché la ragazzina si sarebbe rifiutata di sottostare alle voglie bestiali o avrebbe deciso di raccontare tutto. Le cause della morte, secondo il patologo, sono le gravissime e vaste lesioni dello scheletro e degli organi interni «compatibili con il trauma di una precipitazione».

Il che non escluderebbe che la piccola non sia caduta nel vuoto ma che dopo essere stata schiacciata dal peso di un adulto, possa essere stata poggiata agonizzante sul selciato. O che sia stata lanciata nel vuoto da uno dei ballatoi dei uno dei primi piani dell’isolato 3. Una ipotesi che per gli avvocati Angelo e Sergio Pisani, legali di Pietro Loffredo, - il papà della piccola detenuto per una condanna a 11 anni di reclusione per falsificazione di cd video e musicali - è più di una certezza. Che sarebbe emersa nel corso della lunga e minuziosa indagine difensiva condotta dai due legali.

«La piccola – dice Angelo Pisani – secondo il nostro esperto di balistica o stata poggiata sul selciato, oppure nel caso della precipitazione, se davvero c’è stata, non sarebbe stata accidentalmente ma dai dati che sono emersi, sarebbe stata letteralmente lanciata nel vuoto da un’altezza poco considerevole. E questo potrebbe spiegare, anche se appare francamente improbabile, l’assenza di abrasioni ed ematomi sul corpo della bambina. La cosa che ci sta più a cuore è la situazione strutturale e sociale di quell’edificio, con tutti i bambini esposti a rischi inimmaginabili». E sulle circostanze della caduta nel vuoto, presunta o reale che sia, c’è una sola certezza. La piccola non è caduta accidentalmente ma è stata letteralmente scaraventata nel vuoto. A questa conclusione, sulla quale c’è il disaccordo degli avvocati Pisani, sarebbero giunti anche i carabinieri del Ris di Roma, a cui il pm Federico Bisceglia aveva affidato l’incarico.

Dopo quasi cento giorni dalla tragedia la piega che ha preso l’indagine è quella di un giro di pedofilia nell’isolato 3. Nei giorni scorsi il pm nel corso di interrogatori assistiti, con la presenza di un psicologo e dei genitori, ha ascoltato diversi bambini, tra i quali anche l’amica del cuore di Fortuna. Su quanto emerso c’è il massimo riserbo da parte degli inquirenti.

In questo quadro già così complicato, reso intricato da un’omertà davvero assoluta e da versioni di supertestimoni che poi ai riscontri tali non sono, bisogna dare un senso investigativo anche alla morte del piccolo Antonio Giglio, tre anni, precipitato da un balcone della sua abitazione, al settimo piano dell’isolato 3, lo stesso dove abitava Fortuna, la sera del 27 aprile 2013. In tutti e due i casi, ai bambini mancava la scarpa destra. Si conoscevano perché Fortuna giocava on la sorellina del piccolo. E l’ultima volta che è stata vista viva, era in casa di Antonio, seduta sul divano con la sorella. Venti minuti dopo è stata trovata agonizzante sul cemento.