Napoli, fuga dalla metropoli; ecco il grande esodo: «Via 48mila cittadini»

Napoli, fuga dalla metropoli; ecco il grande esodo: «Via 48mila cittadini»
di Mariagiovanna Capone
Sabato 12 Marzo 2022, 00:00 - Ultimo agg. 16:35
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Napoli si sta svuotando e con essa tutta la Campania. Anno dopo anno stiamo assistendo a un calo di abitanti iniziato nel 2004 quando per la prima volta siamo andati sotto il milione. Stavolta però il capoluogo secondo l’Istat registra una perdita di grande portata: a Napoli al 31 dicembre 2020 ci sono 922.094 abitanti, ne abbiamo persi 26.756, abbiamo avuto cioè un calo del 2,8%. Un crollo che negli ultimi 20 anni non si era mai avuto e per trovare un paragone similare, ma sicuramente inferiore per distribuzione annuale, dobbiamo tornare a 100 anni fa, quando la popolazione napoletana passò da 860mila a 832mila nel decennio tra il 1921 e 1931. Si tratta però di un processo che coinvolge tutta la Regione. Al 31 dicembre 2020, data di riferimento della terza edizione del Censimento permanente della popolazione, in Campania si contano 5.624.260 residenti con una riduzione di 87.883 unità rispetto all’anno precedente. 

Tra il 2019 e il 2020 appena 60 dei 550 comuni campani non hanno subito perdite di popolazione e purtroppo tra questi non si contano i capoluoghi di provincia, mentre invece in 490 comuni la popolazione diminuisce: in valore assoluto le perdite più consistenti si registrano proprio a Napoli: nel 2019 eravamo infatti 948.850 abitanti.

Il 53,1% della popolazione campana vive poi nella provincia di Napoli, che ricopre l’8,6% del territorio e dove si registrano i più elevati valori di densità di popolazione pari a 2.533,4 abitanti ogni chilometro quadrato contro i 411,4 in media nella regione. Tra il 2019 e il 2020 però la popolazione diminuisce in tutte le province, ma le perdite maggiori, in termini assoluti, l’abbiamo proprio in provincia di Napoli dove il calo totale è di 47.665 unità pari all’1,6%, da 3.034.410 siamo passati a 2.986.745. Sotto il profilo della dimensione demografica, il 26,7% dei comuni con popolazione fino a 1.000 abitanti e il 20% dei comuni tra 10.001 e 20mila abitanti non hanno perso residenti. La popolazione risulta invece in calo nel 95,1% dei comuni con popolazione compresa tra 1.001 e 5.000 residenti e nel 92,6% di quelli con popolazione tra 5.001 e 10.000 residenti. 

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Il decremento della popolazione straniera ha amplificato il declino ascrivibile principalmente al deficit di “sostituzione naturale” tra nati e morti. Questa tendenza alla decrescita demografica è stata ulteriormente accentuata dalla pandemia. L’eccesso di decessi ha comportato in Campania l’incremento del tasso di mortalità dal 9,4 del 2019 al 10,4 per mille del 2020. Sulla natalità gli effetti sono meno immediati e il calo delle nascite, registrato anche nel 2020, è riconducibile soprattutto a fattori pregressi, come la sistematica riduzione della popolazione in età feconda, la posticipazione nel progetto genitoriale e il clima di incertezza per il futuro. Tra il 2019 e il 2020 il tasso di natalità è sceso dall’8,2 all’8,0 per mille. Le ripercussioni sono state rilevanti anche sui movimenti migratori internazionali. Il tasso migratorio estero si riduce rispetto al 2019 passando da 1,1 a 0,7 per mille. La prevalenza della componente femminile nella popolazione residente si conferma anche nel 2020. Le donne, infatti, rappresentano il 51,3% del totale e superano gli uomini di circa 146mila unità in tutta la Regione. Nei territori le differenze non sono significative: il rapporto di mascolinità più basso (ossia meno uomini) si registra nella provincia di Napoli (94,1%), quello più alto ad Avellino (96,2%). La popolazione campana presenta anche nel 2020 una struttura per età più giovane rispetto al resto del Paese. L’età media è di 42,8 anni contro i 45,4 della media nazionale. 

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