Napoli, furto nella storica gelateria di Forcella: «In 90 anni mai successo ma non getto la spugna»

Napoli, furto nella storica gelateria di Forcella: «In 90 anni mai successo ma non getto la spugna»
di Giuliana Covella
Martedì 14 Luglio 2020, 09:17
3 Minuti di Lettura
«Il nostro locale ha 90 anni e una cosa del genere non era mai avvenuta. Ma non ci arrendiamo e continueremo ad andare avanti per cambiare il volto di questo quartiere insieme alle altre forze sane del territorio». Antonio Raio, 40 anni, è il titolare della gelateria Al Polo Nord di via Pietro Colletta a Forcella, dove nella notte tra domenica e lunedì ignoti sono entrati a rubare l'incasso (3.500 euro) e a vandalizzare i locali. Un furto che nello storico locale fondato dal bisnonno di Antonio nel 1931 non era mai avvenuto prima. Ma l'imprenditore, che è diventato un simbolo di resistenza alla criminalità e di impegno civile nel rione, ricoprendo il ruolo di presidente dell'Associazione Commercianti 'A Forcella, resiste e insieme a lui a farlo c'è papà Giuseppe, 72 anni, che ricorda: «Mio figlio rappresenta la quarta generazione della nostra famiglia che oggi porta avanti insieme a me quest'attività».

LEGGI ANCHE Forcella, furto nella storica gelateria «Al Polo Nord»: «Prima volta in 90 anni»

Ci racconta cosa è accaduto?
«Stamattina (ieri, ndr) intorno alle 8.30 ho ricevuto la telefonata di mio padre, che pochi minuti prima era andato ad aprire il negozio come fa ogni giorno e ha scoperto che era avvenuto un furto perché la saracinesca dell'ingresso principale era sollevata. Così si è reso conto che qualcuno era entrato, come è stato confermato dai segni di effrazione trovati anche sulla porta laterale, da dove poi i ladri sono riusciti a entrare».

Come ha reagito lei?
«Ho chiamato subito i carabinieri e mi sono precipitato in gelateria. Sul posto sono venuti i militari della stazione Borgoloreto, quelli della Scientifica e il capitano della compagnia Stella Guido Volpe».

Non avete sistemi di allarme?
«Non ho mai voluto installarli perché non era mai successo in tanti anni. A partire dalla gestione di mio bisnonno Antonio, fino al nonno Guglielmo e a mio padre Giuseppe. Domenica ho chiuso dopo mezzanotte e per non correre il rischio di rapine, sarei andato il giorno dopo in banca a depositare i contanti».

Che tipo di danni ha subito?
«Hanno divelto cassa, arredi, portato via l'incasso e altri soldi (circa 500 euro di monete) che avevo come scorta di fondo cassa. Poi hanno danneggiato le porte in ferro e in vetro, scardinate con cacciavite e tavole di legno prese da alcune panchine vandalizzate in piazza Calenda».

Perché non ha mai pensato di tutelarsi?
«Perché ho sempre pensato che il quartiere potesse rinascere e in tanti stiamo operando in questa direzione. Anche grazie al lavoro delle forze dell'ordine. Ora però mi doterò di videosorveglianza e sistemi antifurto».

Era già successo ad altri esercenti?
«Sì, già da prima del Covid, da dicembre furti a bar, parrucchieri, librerie. Episodi per cui come Associazione Commercianti abbiamo allertato polizia e carabinieri».

Cosa vorrebbe per Forcella?
«Maggiore presenza delle istituzioni e presidio fisso di forze dell'ordine».

Lei è in prima linea per il ripristino della legalità e della bellezza del quartiere: quali interventi avete realizzato finora?
«Insieme all'associazione L'Altra Napoli onlus e al Teatro Trianon con il presidente Giovanni Pinto e la direttrice artistica Marisa Laurito abbiamo risistemato e donato le fioriere in piazza Calenda, ma soprattutto si lavora come un unico presidio di legalità per far sì che questa zona possa finalmente rinascere».

Dopo questo furto ha pensato di chiudere l'attività e andar via?
«Non lo farei mai. Sono scosso per quello che è avvenuto e non me lo aspettavo, ripeto. Ma non getterò la spugna e continuerò a lottare per far tornare Forcella il quartiere ricco di storia, cultura e tradizioni com'era una volta».
© RIPRODUZIONE RISERVATA