Lo scandalo della Marinella, il ghetto della droga nel parco mai nato

Lo scandalo della Marinella, il ghetto della droga nel parco mai nato
di Maria Chiara Aulisio
Martedì 5 Febbraio 2019, 07:00
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Da un lato la rivolta, dall'altro la solidarietà. Se c'è chi protesta contro gli zombie della Marinella, la Rogoredo napoletana, una baraccopoli circondata dai rifiuti tra via Amerigo Vespucci e i Cantieri del Mediterraneo, c'è anche chi, per far fronte a un Welfare sempre più distante dalla città, si occupa di assistere, per quanto è possibile, i tanti balordi che in quell'area hanno messo su una vera e propria comunità. Si drogano e spacciano, eroina e cocaina a buon prezzo, ragazzi e ragazzini che vanno e vengono anche a notte fonda. Da qui la decisione del Servizio dipendenze della Asl Napoli 1 di distribuire siringhe e preservativi per cercare di evitare la facile trasmissione di malattie collegate alle tossicodipendenze. In allarme anche il Distretto 31 della stessa Asl: il direttore Angelo Mengano si è più volte occupato della vicenda anche se il suo campo d'azione è piuttosto ridotto: «Siamo sempre pronti a offrire aiuto e assistenza a tutti, ma se non sono loro a venire da noi, non possiamo obbligarli a curarsi. - spiega il direttore - Vivono in condizioni disumane, mancano acqua e servizi igienici. So bene che il problema è di difficile gestione ma dovrebbero occuparsene i servizi sociali». A proposito di servizi sociali: nessuna risposta dall'assessore competente, Roberta Gaeta, impegnata a Roma per l'intera giornata e impossibilitata a commentare la vicenda anche solo con una mail. Non è autorizzata a parlare la responsabile degli uffici di riferimento della zona Mercato-Pendino che ci rimanda direttamente all'assessore. In alternativa, a richiedere una lunga serie di autorizzazioni affinché qualcuno possa illustrarci il lavoro svolto dai servizi sociali in quel ghetto.
 
Nella giornata di ieri l'unico a intervenire concretamente, e con grande solerzia, è stato il presidente della Seconda Municipalità. Parla di «storia indegna e infinita», Francesco Chirico, grida allo scandalo, ribadisce che, in realtà, non interessa niente a nessuno, chiede l'intervento di chiunque abbia una responsabilità, e convoca un consiglio urgente e straordinario per il prossimo venerdì perché - dice - «la Marinella, la Municipalità e il territorio hanno bisogno di chiarezza». E poi aggiunge: «Sono almeno quindici anni che si parla del progetto per la realizzazione di un parco: la Regione Campania aveva stralciato i cinque milioni di euro stanziati con fondi europei di sviluppo regionale, ma la giunta de Magistris ha ricollocato gli stessi importi finanziandoli con le risorse del Patto per Napoli». Un progetto ambizioso che avrebbe dovuto regalare alla città un nuovo parco urbano nell'area dell'antico borgo Loreto, compresa tra via Amerigo Vespucci, il bastione del Carmine, l'ex caserma di Cavalleria, il Mercato ittico e le infrastrutture del porto. Tutto fermo naturalmente anche se - ricorda Chirico - «la Cassazione, nel mettere fine all'iter dei ricorsi, aggiudicò anche i lavori all'impresa che aveva vinto la gara. Peccato che ad oggi il progetto esecutivo non è stato presentato neanche in giunta».

Un consiglio straordinario, dunque, per fare il punto della situazione. «Voglio vederci chiaro - aggiunge il presidente della Municipalità - ricordo che nel 2017 si avviarono alcuni lavori, con un contratto aggiuntivo, per dare almeno il via alla pulizia dell'area che, oggi come allora, era stata trasformata in una baraccopoli. La progettazione esecutiva venne presentata nel maggio 2018, ne scaturirono una serie di riunioni con i servizi tecnici ma di far partire i lavori ancora non se ne parla». Poi l'appello a Luigi de Magistris: «Forse sarebbe arrivato il momento di prendere le redini della questione - conclude Francesco Chirico - il sindaco dovrebbe occuparsi di sollecitare chi, fino a oggi, si è adagiato nelle comode pieghe della burocrazia: il territorio adesso non può più aspettare, è necessario convocare subito una riunione così da definire - ad horas - tempi e procedure per porre fine a una vergogna che è sotto gli occhi di tutti».
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