Morta Gianna la contrabbandiera, la trans del centro storico di Napoli celebrata da Pino Daniele

Morta Gianna la contrabbandiera, la trans del centro storico di Napoli celebrata da Pino Daniele
di Giovanni Chianelli
Venerdì 3 Giugno 2022, 18:10 - Ultimo agg. 4 Giugno, 00:02
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Per i tabagisti era una salvezza, un'oasi nella notte del centro storico, l'idea che anche a tarda ora avrebbero potuto consumare il viziaccio maledetto. Per gli appassionati di aneddoti sulla musica una croce e delizia: si dice fosse lei il “buono guaglione” del brano di Pino Daniele, a cui seguiva un altro epiteto di natura non inclusiva che qui non verrà riportato ma che all'epoca si poteva usare, persino in un brano destinato a entrare nella storia. Anche se non si capisce bene se amasse o meno questa attribuzione, a volte era lei a riferirla, altre prendeva a male parole l'appassionato di cui sopra.

Per i frequentatori di piazza Bellini e dintorni era uno dei personaggi fissi del presepe locale, una figura di famiglia nella movida partenopea, dolce con chi voleva e scorbutica se le girava così: la sua riapparizione dopo la pandemia fu un simbolo plastico del fatto che si era tornati a uscire. Per tutti, era la Signora. Se n'è andata Gianna, al secolo Gianni, contrabbandiera del centro molto conosciuta e amata. Vendeva sigarette che comprava in tabaccheria ritoccando di poco il prezzo, sì, faceva un mestiere illegale - tra le ultime a continuare una tradizione "napoletana troppo napoletana", ormai quasi estinta - ma solo per recuperare un po' di sussistenza, quella che una vita difficile le aveva evidentemente negato.

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Figlia di un maresciallo che fu il primo a metterla nei guai per aver cambiato sesso, addirittura a ordinarne il primo arresto.

In galera ci finì più volte: prostituta e attivista, fu tra le prime a lottare per i diritti di omosessuali, lesbiche e transessuali, le persone che oggi una moda raggruppa nell'acronimo Lgbt che, a occhio, non le sarebbe garbato: «'E ricchiun 'e mo' nun teneno 'e 'ppalle» diceva, e stavolta, si chiede venia, l'epiteto è stato riportato per dovere di cronaca. Un amico, Ernesto, scrive: «Morta nello stesso giorno di Liliana De Curtis. Se ne vanno due principesse nello stesso giorno». Proprio così, le sia lieve la terra. 

 

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