Giornata nazionale della memoria e dell'impegno, don Ciotti: «I familiari non saranno mai soli»

Giornata nazionale della memoria e dell'impegno, don Ciotti: «I familiari non saranno mai soli»
di Alessandra Martino
Lunedì 21 Marzo 2022, 18:20 - Ultimo agg. 18:47
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La perdita di una persona cara è sempre un duro colpo da affrontare. Il dolore è un passaggio inevitabile che può lasciare davvero lunghi strascichi dentro ogni persona coinvolta. Elaborare il lutto significa avviare un processo di comprensione piena della perdita, di recupero del valore e dell’affetto che il legame con la persona che viene a mancare ci ha regalato e di riacquisizione di fiducia nel legame con un altro essere umano ma questo non è mai facile. Soprattutto quando avviene per colpi di terzi. Proprio per questo il 21 marzo non è una data scontata, fine a se stessa, ma l’inizio di un impegno che dura ogni giorno, interrottamente, 365 giorni all’anno, nelle scuole, nelle università, nelle associazioni e dovunque i cittadini vivono quella responsabilità per il bene comune che è il primo antidoto al male delle mafie e della corruzione. 

Nell’ultimo anno a causa della pandemia, queste vicende sembravano essere passate in secondo piano, ma tutto questo non può e deve essere dimenticato. «Sono contento perché i familiari delle vittime a cui sono strappati i loro cari vedono che c’è un popolo che li incoraggia e gli vuole bene, non saranno mai soli». Con queste parole don Luigi Ciotti, presidente di Libera, ricorda le vittime di mafia. 

Da Milano, Torino, Foligno, Napoli, Roma, Firenze, Bari e tante altre città, l’Italia non dimentica le vittime innocenti delle mafie. Questa mattina a Napoli, si è celebrata la ventisettesima giornata della memoria e dell’impegno in ricordo di chi è stato ammazzato dalla criminalità organizzata. 

«I ragazzi hanno bisogno di cose concrete, di opportunità di riferimenti coerenti e credibili - afferma don Ciotti, presidente associazione Libera - I ragazzi oggi hanno riempito una piazza, sono arrivati oltre 300 pullman da fuori per sostenere queste persone, per far sì che la morte di queste persone non sia vana». 

L’evento di questa mattina è stato creato da Libera, la rete di associazioni antimafia fondata nel 1995, con l’obiettivo di liberare la società dalla criminalità organizzata e per propugnare la giustizia sociale, la ricerca della verità e la legalità democratica fondata sull’uguaglianza. 

Il corteo è stato aperto - accompagnato dalle note del brano I Cento Passi -, migliaia di persone hanno sfilato a Napoli per gridare il loro no a tutte le mafie, la manifestazione è partita da piazza Garibaldi fino a piazza del Plebiscito. Qui sono stati letti i nomi di tutte le 1055 vittime innocenti di mafia: semplici cittadini, magistrati, rappresentanti delle forze dell'ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali. 

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Lungo il percorso, a piazza Municipio, sede del Comune di Napoli, si sono uniti al corteo il presidente della Camera Roberto Fico, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e il leader dei cinquestelle Giuseppe Conte.

«Sono presenti tanti ragazzi e tante ragazze e questo è un segnale fondamentale.

La mafia, la criminalità organizzata, le camorre dobbiamo metterle al centro sempre dell'agenda politica fin quando questo fenomeno non sarà sconfitto e dobbiamo investire soprattutto sui giovani», ha detto il presidente della Camera.  

«È una giornata bellissima, Napoli ha risposto con i suoi giovani, con la città in prima linea per la legalità e questo è un messaggio che mandiamo a tutta l’Italia: la città vuole voltare sempre pagina, guardare oltre mettendo sempre al centro la legalità». Con queste parole, il sindaco Manfredi ha commentato la manifestazione: «La risposta di questa piazza però è importante perché significa che c’è una grandissima Napoli che vede solo nei valori della legalità il proprio futuro e noi andremo avanti su questa direzione con grande forza e determinazione». 

Quello di oggi, come ha ricordato Don Ciotti, non può essere definito un evento, ma deve essere una memoria viva: «È una memoria che non si esaurisce con il 21 marzo, tutti i giorni abbiamo una responsabilità e un impegno: non ingabbiare la memoria del passato, ma farla vivere nel presente e trasmetterla alle nuove generazioni». 

In piazza anche l'ex sindadco di Napoli Luigi de Magistris: «In corteo, in piazza, a Napoli, nella giornata di Libera contro le mafie, contro ogni forma di violenza, contro le guerre tutte orribili, per la fratellanza universale. La lotta alle mafie non è  purtroppo una priorità per il governo. Questo corteo e questa piazza dimostrano che è viva l’antimafia sociale. Fuori la mafia dalla politica e dallo Stato».

 

Subito dopo la lettura delle vittime, il leader dei M5S Conte ricorda: «Importante ricordare e mantenere alta l'attenzione sulle persone che hanno sacrificato la propria vita in questa lotta». E rilancia dichiarando preoccupazione e perplessità sui fondi del Pnrr: «Esprimo anche io preoccupazione perché tutte le mafie inseguono gli affari, quindi si muovono in modo tentacolare laddove ci sono affari e arrivano investimenti e finanziamenti. Dobbiamo tenere gli occhi aperti».

«Non possiamo permettere che i soldi e gli investimenti del Pnrr, ma anche tutti gli altri investimenti, vadano nel circuito dell'illegalità e ci siano infiltrazioni mafiose. Da questo punto di vista sono importanti i presidi di legalità che si costruiranno all'interno dell'attuazione del piano, e ovviamente tenere alta la soglia di tutte le componenti delle istituzioni», conclude Conte. 

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