Napoli, è allarme giudici di pace: organici dimezzati, la rivolta degli avvocati

Napoli, è allarme giudici di pace: organici dimezzati, la rivolta degli avvocati
di Giuseppe Crimaldi
Lunedì 8 Giugno 2020, 09:36
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Giudici di pace, allarme rosso. Avvocatura sul piede di guerra, all'indomani della riapertura delle sedi giudiziarie che a Napoli e in tutta la sua area metropolitana garantiscono uno dei segmenti vitali nell'amministrazione della giustizia. L'ultimo capitolo di una storia infinita che emblematicamente è rappresentata dal caos che regna nella sede principale - quella della Caserma Garibaldi di via Foria - arriva dalla decisione di contingentare il rilascio delle sentenze depositate presso l'Ufficio Copie della cancelleria: se ne possono chiedere al massimo 35 copie, con modalità online. Una condizione che determina confusione e disagi, soprattutto per chi ha urgente bisogno di notificare alla controparte le decisioni. Insomma, un nuovo caos.

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LO STALLO
Diciamo subito, in premessa, che lo stallo non è attribuibile al lavoro dei giudici, il cui impegno (anche durante il periodo del lockdown), così come la cui professionalità non sono in discussione. Ma se il periodo dell'emergenza è terminato, lo stesso non si può dire rispetto alla macchina organizzativa, che sconta ritardi atavici aggravati ulteriormente dalla situazione di questi giorni. Oggi, a fronte di un organico previsto dalla pianta organica di 120 giudici, alla Caserma Garibaldi ce ne sono solo una sessantina. Praticamente la metà. E su questa metà si è costretti a lavorare ad ulteriore scartamento ridotto: da una settimana possono essere trattate - al massimo - dieci, dodici cause per ogni giudice, a fronte di una media precedente che sfiorava i 40-50 fascicoli quotidianamente affrontati. E tutti gli altri? Vengono rinviati e finiscono inevitabilmente col gravare sui ruoli già intasati. Ma c'è - come se non bastasse - una nuova odissea imposta al cittadino (e al suo legale): quella per richiedere la copia di un deliberato giudiziario, che arriva magari dopo la media di un paio di anni di udienze e rinvii: per motivi organizzativi il rilascio delle copie di sentenza oggi va prenotato online, a partire dalla mezzanotte. Sì, avete letto bene: dalla mezzanotte scatta infatti la corsa alla prenotazione per il rilascio delle sentenze. A rendere maledettamente tutto ancor più complicato è un particolare: perché la cancelleria del giudice di pace di Napoli può garantire, ogni giorno, un massimo di 120 copie. Non una di più. Un'inezia, rispetto ai grandissimi numeri di quel che viene lavorato a Napoli. E così gli avvocati devono mettere la sveglia ogni notte per fare la corsa in rete: i più fortunati ce la fanno, mentre chi tardi arriva ritenterà il giorno successivo e forse sarà più fortunato. Per protestare contro questa situazione venerdì scorso un gruppo di legali ha persino lanciato su Facebook un flash mob, per protestare e chiedere che il fondamentale diritto di accesso agli atti venga garantito.

LA DENUNCIA
«Situazione al limite del surreale, quella che registriamo ancora una volta negli uffici del giudice di pace», denuncia il presidente del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati napoletani, Antonio Tafuri. Al giudice di pace di Napoli serve una immediata immissione di risorse: uomini e mezzi. Non soltanto vanno colmati i vuoti degli organici, ma è indispensabile garantire la presenza fisica dei cancellieri. Pare che persino il nostro ministro Bonafede si sia finalmente accorto che la Giustizia deve tornare alla normalità...». Da sempre in prima linea nel denunciare ritardi e disservizi organizzativi nel complesso universo giudiziario c'è l'avvocato Angelo Pisani, che è anche presidente dell'associazione NoiConsumatori. «Dimostrando di aver subito una grave violazione del diritto di difesa - dichiara - cosi come per il diritto alla salute, oltre ad attivare una procedura per richiesta risarcimento danni è comunque, possibile proporre un richiesta di indennizzo. A seguito del lockdown si possono valutare indennizzi per i cittadini ed avvocati mortificati dal diniego dell'esercizio del diritto di difesa e nel caso dei professionisti ridotti alla fame per impedimento dello svolgimento dell'attività forense a tribunali spenti».

LE COMPETENZE
E pensare che c'è chi pensa che il ruolo del giudice di pace sia quasi una specie di serie B dell'universo giudiziario. Non è affatto così. Vaste e variegate le competenze che la legge affida a questo segmento fondamentale della giustizia italiana. Si va dalle liti condominiali all'infortunistica stradale, dal contenzioso con l'Agenzia delle Entrate ai fermi amministrativi, alle ipoteche. E intorno a questa galassia lavorano migliaia di avvocati. «L'atto autoritativo di chiudere tribunali tentando addirittura di cancellare il diritto di difesa tramite vergognose proposte di processo da remoto - conclude Pisani - ha causato gravi danni personali, professionali ed economici per una intera categoria».
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