Napoli come in Gomorra: «Ecco Savastano» nel codice segreto dei borseggiatori

Napoli come in Gomorra: «Ecco Savastano» nel codice segreto dei borseggiatori
di Melina Chiapparino
Giovedì 12 Dicembre 2019, 08:20 - Ultimo agg. 13 Dicembre, 00:02
3 Minuti di Lettura

Andavano a caccia di cartoline e fiale, guardandosi bene dalla nerissima, ignari che le loro conversazioni in codice fossero monitorate da mesi. Per il gruppo di borseggiatori, bloccati da un blitz della polizia ferroviaria ieri mattina, queste tre parole che indicavano le carte di credito, le banconote da 100 euro e gli investigatori della Polfer, erano solo un assaggio di un variopinto dizionario segreto. I loro neologismi dialettali, a metà tra il linguaggio malavitoso della parlèsia e i richiami alla fiction di Gomorra, facevano parte di un sodalizio criminale gestito come una qualsiasi attività aziendale. I borseggiatori che operavano a Napoli, all'interno della stazione della circumvesuviana di piazza Garibaldi, depredavano con destrezza i viaggiatori e organizzavano turni e stipendi che assicuravano guadagni ingenti.

I COLPI
Tre mesi di intercettazioni e pedinamenti da parte della Polfer hanno portato all'arresto di otto persone che componevano un gruppo stabile e organizzato, dedito al borseggio. Le vittime erano sempre viaggiatori, italiani e stranieri, in arrivo o in partenza dalla stazione della circumvesuviana di piazza Garibaldi ma nulla veniva lasciato al caso. La gerarchia del sodalizio criminale si reggeva su ruoli ben distinti e perfettamente collaudati. Il modus operandi consisteva nel seguire la vittima fino al treno, circondarla e, mentre saliva a bordo, approfittando della ressa, sfilarle con destrezza il portafogli. Una volta sottratta la refurtiva, se le circostanze lo permettevano, il borseggiatore indietreggiava, restando sul marciapiedi alla partenza del convoglio, oppure proseguiva a bordo del treno fino alla fermata successiva dove, spesso, veniva raggiunto da un complice in scooter che recuperava il maltolto e si allontanava velocemente.

Napoli, scacco alla gang dei borseggiatori di piazza Garibaldi: ecco le parole in codice della banda

IL CODICE SEGRETO
I borseggiatori avevano creato un linguaggio codificato per trasmettersi informazioni velocemente ed evitare che estranei potessero capirli. Non si trattava di qualche parola da inserire nella lingua comune ma di un vero e proprio idioma del borseggiatore che addirittura si colorava di fiction e folklore quando chiamavano Savastano un poliziotto che somigliava all'attore della serie televisiva o ancora uocchie stuorte l'agente che li guardava in maniera diffidente e severa. I termini maggiormente intercettati dai poliziotti sono fiorato che significava aver portato a termine il furto, il verbo baitare che indica la sorveglianza da vicino di una vittima, o pantofolo per dire portafogli fino a definire a' nerissima la squadra investigativa della Polfer o straripare in termini sbeffeggiatori come mulignana vestuta, cioè melanzana vestita per indicare le guardie giurate e perepeppè per i militari, richiamando il suono della tromba.

IL BLITZ
Ieri mattina il blitz ha smantellato l'organizzazione criminale. Gli agenti del compartimento di Polizia Ferroviaria per la Campania, diretti dal questore Michele Spina, sotto il coordinamento della settima sezione della Procura di Napoli, hanno dato esecuzione ad un'ordinanza cautelare nei confronti degli otto componenti del gruppo con l'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti aggravati.

La custodia cautelare nel carcere di Poggioreale è stata applicata per i vertici della gerarchia criminale, ovvero quelli considerati i registi dei colpi: Vincenzo Trinchella e Luciano Bottone, entrambi napoletani rispettivamente di 58 e 57 anni; per Ciro Barattolo di 57 anni, Mario Palumbo di 60 anni, Salvatore D'Angeli di 45 anni, Vincenzo Di Paolo di 72 anni, Nouradine Razibouine di 48 anni e Mahadi Sidirachid di 41 anni, tutti napoletani tranne gli ultimi due, di nazionalità algerina e marocchina, poiché riconosciuti quali partecipi del sodalizio con funzioni esecutive, è stata applicata la misura degli arresti domiciliari.

© RIPRODUZIONE RISERVATA