I manifestanti sono assiepati su un lato della strada, aspettano il rilascio dei fermati. Di fronte a loro, sotto la Questura, decine di agenti in tenuta antisommossa gli tengono gli occhi fissi addosso; saranno quasi un centinaio, sono arrivati in forze dopo il lancio di pietre e petardi, quando gli scontri si sono spostati da piazza Garibaldi a via Medina. Il bilancio è di 22 fermati da fotosegnalare e di 5 contusi tra carabinieri e poliziotti; da oggi partono gli accertamenti per identificare gli altri facinorosi. Si chiude così una domenica in cui per tutto il pomeriggio, e fino a tarda sera, si sono registrate scene di guerriglia urbana, coi manifestanti della sinistra cittadina che hanno attaccato le forze dell'ordine quando si sono visti bloccare la strada verso il loro reale obiettivo: gli attivisti di Casapound.
Quello che si è tenuto davanti alla Questura è stato soltanto l'ultimo atto di una situazione che ha tenuto impegnate le forze dell'ordine su più fronti dal primo pomeriggio. Innanzitutto, i preparativi. In programma all'hotel Ramada c'era il comizio elettorale di Casapound, con il leader nazionale, Simone di Stefano. Nei giorni scorsi era già circolata negli ambienti di sinistra l'idea di una contromanifestazione. Rischio scontri molto alto, così come successo in passato per iniziative analoghe in risposta a eventi della Lega e anche proprio di Casapound. Il Ramada è così diventato la struttura da rendere inaccessibile. Mentre la sala dell'hotel si riempiva con quasi 300 persone, a poche centinaia di metri, in piazza Garibaldi, si sono raggruppati circa 200 manifestanti. Moltissimi giovani, appartenenti a centri sociali e collettivi studenteschi, che hanno marciato lungo corso Novara e le strade limitrofe. Accanto a loro c'era il primo schieramento del Reparto Mobile della Polizia. Al Ramada non potevano arrivare: la zona era blindata già dalla rotonda che porta a via Ferraris, sul posto c'era un secondo schieramento e c'era il presidio con mezzi alari e con un idrante. Il corteo, sempre più folto, è proseguito nei dintorni di piazza Garibaldi e vicino alla galleria commerciale, davanti a tutti c'era lo striscione: Stop razzismo e fascismo assassino. L'Italia è un paese dove non c'è spazio per razzismo e fascismo - dicono gli attivisti - il nostro nemico è dentro l'hotel Ramada. In Italia non c'è spazio per la Lega e Casapound».
Ad un certo punto, però, la situazione è degenerata. Secondo i manifestanti gli scontri sarebbero cominciati quando sarebbe stato chiesto alla polizia di accedere a via Ferraris per arrivare al Ramada; il diniego avrebbe causato la reazione violenta di alcuni facinorosi che sfilavano insieme ai manifestanti pacifici. Ma c'è anche un'altra versione, raccontata da alcuni testimoni: alcuni manifestanti, già con l'intenzione di scontrarsi violentemente con gli attivisti di Casapound, hanno tentato di aggirare il blocco della Polizia; arrivati all'altezza dell'hotel Terminus si sono infilati nei vicoli del quartiere Vasto, cominciando a correre all'improvviso, già col volto coperto e con mazze e pietre, e sono spuntati all'altezza della rotonda. A quel punto, però, si sono trovati davanti il secondo schieramento. Hanno provato a tornare indietro, ma gli agenti che erano stati schierati in piazza Garibaldi erano in arrivo. Hanno quindi provato a riparare verso il parcheggio della stazione, ma anche lì c'erano dei poliziotti. E così, non potendo proseguire, hanno dato il via all'attacco. I poliziotti hanno risposto al lancio di pietre, di fumogeni e bombe carta con alcune cariche.
Alla fine degli scontri 22 ragazzi sono stati bloccati e identificati. Quando sono stati portati in Questura per il fotosegnalamento, altri manifestanti li hanno seguiti e hanno inscenato un blocco stradale. E, di nuovo, hanno attaccato le forze dell'ordine. Gli agenti li hanno respinti, facendoli arretrare fino a piazza Matteotti, ma successivamente i giovani sono tornati in via Medina, in attesa del rilascio degli altri. «Il livello di aggressività e di violenza visto contro le forze di polizia è veramente inquietante commenta il Questore di Napoli, Antonio de Iesu sia quando i manifestanti hanno provato a sfondare il cordone in via Ferraris, sia quando sono arrivati in via Medina. La zona dove era in corso l'incontro di Casapound era blindata, i manifestanti erano pienamente consapevoli che non avrebbero mai superato il blocco ma nonostante questo hanno attaccato la polizia. È un dato che oggettivamente rileva l'assoluta mancata di rispetto di queste persone non solo verso le forze dell'ordine, ma anche averso i passeggeri che erano nella piazza e verso i cittadini che erano in strada».