Napoli, i cancellieri “fannulloni”: filmati mentre buttavano i processi nella spazzatura

Napoli, i cancellieri “fannulloni”: filmati mentre buttavano i processi nella spazzatura
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 13 Aprile 2022, 23:00 - Ultimo agg. 15 Aprile, 07:11
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Finiva tutto lì dentro: nella spazzatura. Anni di lavoro da parte di avvocati, magistrati, cancellieri e forze dell’ordine, venivano gettati nei contenitori della raccolta differenziata. Altro che collo di bottiglia della giustizia, come raccontato in questi anni. Qui ai piani alti della Corte di appello di Napoli, c’era chi aveva inventato un modo rapido per abbattere gli arretrati. In che modo? Eliminando fisicamente le carte dalle scrivania, i fascicoli dagli scaffali: mandando al macero ordinanze, decreti di intercettazione, richieste di liquidazione, sentenze, fatture, impugnazioni, richieste di adempimenti e quant’altro entri in un processo. Blitz mattutino, due arresti firmati dal gip Fabio Provvisier: ai domiciliari finiscono Maria Rosaria Orefice, classe 1965, stimatissima funzionaria della quarta corte di appello di Napoli; e Gennaro De Maio, impiegato dello stesso ufficio (è stata rigettata la richiesta di arresti per un terzo indagato). 

Inchiesta condotta dal pm Henry John Woodcock, a partire da gennaio del 2021, riflettori sulla stanza 19 del 15esimo piano della Torre C. Stando alle verifiche dei finanzieri del nucleo di polizia economica e finanziaria (agli ordini del generale Domenico Napolitano), l’ipotesi ricorrente è la soppressione o occultamento di fascicoli giudiziari. Ma in cambio di cosa? Per quale motivo due impiegati noti per zelo e rigore professionale avrebbero dovuto mandare al macero (quindi insabbiare) decine di fascicoli? Non per soldi. Non per un tornaconto personale, se si esclude qualche benefits di basso profilo, come l’asportazione di marche da bollo di 16 euro da un’istanza presentata da un avvocato (puntualmente gettata nella spazzatura); la richiesta di un’attenzione per uno stretto congiunto della Orefice in relazione all’accesso in una scuola giuridica; e qualche regalia (tra le 50 e le 100 euro) in cambio del rilascio di copie di atti a avvocati compiacenti, senza le marche da bollo (vicenda dalla quale dovrà difendersi lo stesso Orefice). 

E non è tutto. Al di là dei fascicoli distrutti, suscitano allarme anche le accuse di violazione di atti coperti da segreto istruttorio e gli accessi abusivi. Materiale riservato, offerto a decine di interlocutori oggi al vaglio della Procura. Sono stati filmati, grazie a una telecamera nascosta piazzata nelle stanze degli impiegati indagati, in un’indagine che prende le mosse proprio da presunte soffiate che avrebbero visto protagonista un altro indagato - P.P. - la cui posizione è al vaglio degli inquirenti. Ma torniamo alla storia della soppressione di fascicoli. In più occasioni la funzionaria manifesta a terzi - scrive il gip -, «preoccupazione sia per la mole di lavoro in capo al suo ufficio - a suo dire eccessivamente elevata - sia per la circostanza che alcuni fascicoli risulterebbero smarriti», peraltro, «...con il silenzio di altri appartenenti all’amministrazione giudiziaria...».

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Si era mostrata addirittura pronta a denunciare la scomparsa di fascicoli, in una strategia - secondo il giudice - finalizzata a precostitursi un alibi di ferro, qualora fosse emerso lo scempio quotidiano delle carte. Decisivo a questo punto è stato l’intervento - anche notturno - dei militari, che hanno salvato la mole di atti che veniva cestinata (per altro sollevando perplessità e proteste da parte di una addetta alle pulizie). Tra i procedimenti recuperati nel corso dell’inchiesta, figurano anche integrazioni e allegati a un procedimento riguardante il narcotrafficante internazionale Raffaele Imperiale, arrestato la scorsa estate e recentemente trasferito nel carcere romano di Rebibbia dalle autorità di Dubai; e documentazione su Pasquale Fucito, alias ‘o Marziano, narcotrafficante del Parco Verde di Caivano. Ancora da quantificare il danno economico inferto al sistema giustizia, per la mancata riscossione di diritti per gli adempimenti di volta in volta cestinati. 
 

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