Napoli, il caso delle catacombe:
Sepe incontra don Loffredo

Napoli, il caso delle catacombe: Sepe incontra don Loffredo
Mercoledì 7 Novembre 2018, 21:23 - Ultimo agg. 8 Novembre, 08:51
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È durato quasi di tre ore l'incontro tra il cardinale Crscenzio Sepe e don Antonio Loffredo, parroco del Rione Sanità. Al centro dell'incontro il futuro delle Catacombe di San Gennaro: due giorni fa, a Napoli, Sepe ha incontrato, in Curia, Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura, a capo della Commissione di Archeologia sacra da cui dipendono le Catacombe. Stando alla convenzione, che scadrà il prossimo mese di luglio, il 50% degli incassi derivanti dalla vendita dei biglietti sarebbe dovuto andare al Vaticano. In questi anni sono stati realizzati il restauro degli spazi, impianti di illuminazione, accesso per i disabili, 34 le guide assunte (erano 5 all'inizio), 16 persone che lavorano per la manutenzione, 6mila metri quadri restituiti alla città, 15mila metri quadri di spazi esterni. «Siamo convinti che le rimostranze dei vertici del Vaticano siano frutto di un equivoco», dicono i ragazzi delle Catacombe. La Paranza ha sottoscritto negli anni passati un accordo per la valorizzazione delle catacombe di Napoli, nonché la formazione di nuovi operatori per la gestione, la promozione la valorizzazione dei siti. «A tutti era chiaro, nel 2008, che nel Rione Sanità la tutela e la rivalutazione del patrimonio storico artistico non potesse prescindere dagli interventi di sviluppo occupazionale e sociale - evidenziano - Tutti gli obiettivi sono stati raggiunti».

«Con i proventi dei biglietti è stato possibile non solo offrire opportunità di lavorio ai giovani del quartiere, ma anche salvare le catacombe dal degrado e dall'abbandono in cui versavano - aggiungono - La bellezza del nostro sogno ha indotto tanti privati a sostenerci. È stato possibile in pochi anni: realizzare un impianto di illuminazione con tecnologie avanzate, procedere a numerosi restauri che hanno riportato alla luce affreschi ormai invisibili, abbattere le barriere architettoniche e realizzare un infopoint per accogliere gli ospiti. Tutto ciò è stato realizzato informando debitamente gli organi della Pontificia Commissione seguendo le indicazioni ricevute. Il nostro modello virtuoso ha prodotto un notevole incremento di visitatori. I risultati sono sono sotto gli occhi di tutti». «Una nuova Convenzione è ciò che auspichiamo di cuore in tempi brevi, alla luce di quanto è stato positivamente sperimentato dalla Chiesa di Napoli, una convenzione che sia finalmente coerente con quanto sottoscritto nel Progetto del 2008 e con la buona prassi ormai diventata negli anni consuetudine - proseguono - Il nuovo segretario generale della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, di certo, saprà armonizzare, la feconda sperimentazione in atto nel Rione Sanità, all'interno della nuova Convenzione». «La profetica visione che puntava sulla risorsa più grande che abbiamo, l'Uomo - concludono - ha generato un nuovo modo di pensare e di agire, personale e collettivo, che racconta la possibilità di un tipo di azione ecclesialmente orientata, creativa, connettiva, produttiva e responsabile, capace di impattare positivamente sulle forme del produrre, dell'innovare, dell'abitare, del prendersi cura, dell'organizzare, dell'investire, immettendovi nuova vita».

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