Napoli, il dramma di Maya travolta mentre torna a casa dopo la movida: al via l'inchiesta

Napoli, il dramma di Maya travolta mentre torna a casa dopo la movida: al via l'inchiesta
di Leandro Del Gaudio
Domenica 9 Agosto 2020, 10:13 - Ultimo agg. 14:48
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Un orsacchiotto di peluche, un biglietto di addio scritto a penna, qualche mazzo di fiori gettato a terra. Pochi metri più avanti, sul manto stradale, il disegno della sagoma di una ragazzina di appena 15 anni, uccisa nel cuore della notte napoletana. Travolta da un'auto guidata da un ragazzo di 21 anni. È ciò che resta del dramma di Maya Gargiulo, studentessa di Capodichino, falciata da un'auto mentre attraversava la strada in piazza Carlo III (all'altezza del civico 12), per fare ritorno a casa, assieme ad un'amica. Sono quasi le due di sabato notte, week end da bollino nero per chi viaggia in autostrada, ma la morte si presenta a due passi da casa. Assieme alla sua amica, Maya ha da poco attraversato la prima carreggiata (quella che da piazza Carlo III conduce verso via Arenaccia), sale sullo spartitraffico e prova ad attraversare la seconda carreggiata, per raggiungere il marciapiede che costeggia l'albergo dei poveri. Ha appena poggiato i piedi a terra, quando viene speronata in pieno da un'auto, una Smart condotta da un ragazzo poco più grande di lei, che la vede comparire da sinistra verso destra rispetto al volante. Uno scontro in pieno, che non le lascia scampo e che travolge anche l'amica di Maya, una ragazzina di 14 anni rimasta ferita a una gamba, fortunatamente non in modo grave (ne avrà per 30 giorni). Immediati ma inutili i soccorsi.

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LA DINAMICA
Come è potuto accadere? Proviamo a ricostruire i pochi punti fermi di questa vicenda. Subito dopo lo scontro, l'autista è sceso dal veicolo (una Smart con quattro posti) e ha fornito i primi soccorsi, assieme alla fidanzata che era in auto accanto a lui. Ha avvisato il 118, nel disperato tentativo di mettere in salvo le ragazzine, poi ha provato a dirigere il traffico per evitare tamponamenti. È stato collaborativo anche quando - pochi minuti dopo - sono giunti gli uomini della polizia municipale. È apparso lucido, decisamente sotto choc per aver provocato l'incidente, ma vigile e reattivo. L'auto è stata sequestrata, la patente gli è stata ritirata, poi è stato trasportato in ospedale per i test di alcol e droga. Poche parole pronunciate appena sono giunti gli agenti («le ho viste spuntare all'improvviso»), prima di sottoporsi a una visita e alle verifiche disposte dal magistrato di turno.
 
 


LE INDAGINI
Inchiesta condotta dal pm Federica D'Amodio, sotto il coordinamento del procuratore aggiunto Raffaello Falcone, l'accusa è di omicidio stradale. Ore frenetiche all'alba, due ragazze investite, una delle quali uccisa, ma la Procura decide di non procedere agli arresti e di iscrivere nel registro degli indagati l'autista - E. L., classe 1999 -, ma a piede libero. Chiaro il ragionamento, dopo il primo intervento degli uomini della sezione infortunistica dei vigili urbani di Antonio Muriano: non sono emerse fino a questo momento aggravanti tali da giustificare un provvedimento di fermo. Non è apparso annebbiato da uso di alcol o stupefacenti (ma si attende comunque l'esito degli esami), né c'è stata omissione di soccorso. Il resto lo diranno le indagini.

L'ORARIO
Si parte dalla scatola nera dell'auto, che è stata acquisita dalla polizia municipale, primo passo per fissare l'ora dello scontro. Altro tassello decisivo riguarda l'analisi del telefonino cellulare, per comprendere se il ragazzo fosse distratto durante il tragitto culminato nello scontro. Era al telefono? Stava chattando? Parola ai consulenti, mentre si scava nelle telecamere stradali per recuperare altri tasselli.
 


LA FRENATA
Intanto, resta il giallo della frenata. Stando a quanto emerso da una prima ricognizione visiva, non ci sono tracce di frenata sul luogo dello scontro. Probabile che il ragazzo abbia provato ad arrestare il veicolo solo al momento dell'impatto, quando ormai il corpo di Maya era stato già falciato in pieno. Probabile che andasse a velocità sostenuta, anche perché lo scontro è avvenuto ad una decina di metri dalle strisce bianche (per altro per nulla visibili in quella zona), in una strada del tutto priva di cordoli o di dissuasori. Da incubo la scena toccata a genitori e parenti di Maya. Momenti di tensione in strada e in ospedale. Rabbia e dolore. Una vicenda simile a quella accaduta nel 2019 a Roma, in zona Ponte Milvio, dove due amiche (le 16enni Gaia e Camilla) furono travolte di notte, mentre tornavano a casa. Amava il calcio Maya, tanto da postare sui social un video mentre palleggia con una certa dimestichezza: scene spensierate di una vita spezzata con violenza, troppo in fretta: «Sarai sempre nel mio cuore», recita un bigliettino per Maya sull'orsacchiotto di peluche, mentre un'intera comunità chiede giustizia per l'ennesima vita travolta da imperizia o disattenzione. Nella prima notte da bollino nero ad agosto.
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