Napoli, il parco dedicato a Kobe Bryant subito inagibile e invaso dai rifiuti

Napoli, il parco dedicato a Kobe Bryant subito inagibile e invaso dai rifiuti
di Antonio Folle
Lunedì 27 Luglio 2020, 17:20 - Ultimo agg. 19:41
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Quando lo scorso mese di febbraio, poco prima del lockdown causato dal Coronavirus, il parco di via dell'Erba fu inaugurato per l'ennesima volta e intitolato alla memoria di Kobe Bryant, stella dell'Nba tragicamente deceduto in un incidente d'elicottero, in molti pensavano che la lunga diatriba per la riapertura definitiva del parchetto fosse arrivata finalmente a conclusione. E invece le cose non sono andate esattamente così. Dopo l'inaugurazione in pompa magna - con tanto di murales di Jorit e visita della nazionale italiana di basket - i cancelli del parco sono stati nuovamente chiusi a causa dell'ormai "storica" inagibilità degli spazi. Ma andiamo con ordine.

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La lunga - brutta - storia del parco nato a due passi dalla fermata Montedonzelli della Linea 1 comincia nel 2018 quando, a causa di alcune denunce che segnalavano la presenza di montagne di rifiuti e di orde di tossicodipendenti, il parco viene dichiarato inagibile e chiuso al pubblico. Dopo anni di polemiche il parchetto con annesso campo da basket è stato riaperto nel febbraio 2020 per una sola giornata, proprio in occasione delle celebrazioni alla memoria del grande atleta statunitense scomparso anche se, come rivelano i residenti del quartiere, i tanti giovani del circondario non hanno di certo aspettato i tempi biblici del Comune della V Municipalità. Ogni pomeriggio, come testimoniano i rifiuti che si stanno nuovamente accumulando all'interno del parco, gruppi di ragazzi scavalcano le recinzioni e si riappropriano degli spazi giocando a basket sotto gli "occhi" dell'imponente murales che raffigura Kobe Bryant

«Questo spazio - spiega Alberto Patruno, ex presidente della Circoscrizione Arenella - è stato preservato in buone condizioni fino a quando l'apertura, la chiusura, la vigilanza e la piccola manutenzione sono state appannaggio della Metropolitana. Con il passaggio al Comune ed alla Municipalità, senza programmazione, senza fondi e senza una visione d'insieme si è trasformato in quello che vediamo oggi. L'ultimo sussulto di vita - commenta Patruno - in occasione della passerella per Kobe Bryant. Da allora il parco è morto di nuovo nel silenzio generale. La proposta che, come cittadini, facciamo all'amministrazione comunale ed alla Municipalità è di affidare a titolo gratuito il piccolo chiosco che giace abbandonato come il resto della struttura e di chiedere, in cambio, ai gestori di occuparsi della manutenzione ordinaria, dell'apertura e della chiusura al pubblico».
 

 

Una vicenda, quella del parchetto di via dell'Erba, che fa gridare allo scandalo per modi e tempi. Se è vero che il duro periodo di lockdown ha praticamente paralizzato tutte le attività e ritardato i lavori istituzionali - per recuperare il parco è necessario pubblicare un bando di sponsorizzazione -, è altrettanto vero che il tira e molla sulla inagibilità del parco si trascina da diversi e decisamente troppi anni. All'epoca dell'ultima apertura - quella che si sarebbe poi rivelata essere l'ennesima passerella pseudo-elettorale alla presenza dell'italbasket e tra le speranze tradite dei cittadini - si parlava di un eventuale affidamento al comitato di via dell'Erba e ad alcune associazioni territoriali, oggi di quel progetto non si sa più nulla. 

Oggi, a distanza di cinque mesi dall'ultima apertura-fake, le recinzioni divelte e le burrascose partite di basket organizzate clandestinamente dai giovani del quartiere sono probabilmente il simbolo più evidente di una città che vuole riappropriarsi dei suoi spazi a dispetto di tutto e di tutti. Anche di chi aveva promesso la conclusione della grottesca vicenda del parco vomerese e della sua - vera o presunta - inagibilità. 

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