Toghe sotto inchiesta a Napoli, ora parla D'Onofrio: oggi l'interrogatorio a Roma

Toghe sotto inchiesta a Napoli, ora parla D'Onofrio: oggi l'interrogatorio a Roma
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 11 Dicembre 2019, 07:30
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Dovrà replicare alle accuse di un armatore e al contenuto di alcune intercettazioni ambientali. Poi dovrà spiegare per quale motivo ha accettato biglietti omaggio per assistere alla partita del Napoli a Torino contro la Juventus (settembre del 2018), con tanto di ospitata in un albergo del capoluogo piemontese. Sono questi i punti su cui avrà inizio l'interrogatorio di Vincenzo D'Onofrio, procuratore aggiunto ad Avellino, finito in un'inchiesta a carico di un armatore sorrentino, un fascicolo nato a Napoli e trasmesso a Roma per motivi funzionali.

Ore 15.30, piazzale Clodio, Roma. Tocca al magistrato D'Onofrio presentarsi nell'ufficio guidato dal collega procuratore aggiunto Paolo Ielo, che sta conducendo verifiche su quanto emerso da conversazioni captate grazie al Trojan, ma anche su quanto dichiarato dall'imprenditore sorrentino Salvatore Di Leva. Una vicenda che vede D'Onofrio sotto accusa per due vicende parallele: è indagato per aver fatto pressione nei confronti di Salvatore Di Leva, perché gli riparasse una barca in possesso del vicesindaco di Piano di Sorrento Pasquale D'Aniello, ma che usava di tanto in tanto per qualche gita nel golfo; ma anche per aver accettato quattro biglietti omaggio, per sé e per la sua scorta, per andare a vedere il Napoli (squadra di cui D'Onofrio è appassionato) in casa della Juventus, in una trasferta che prevedeva anche il pernottamento a Torino. Due accuse che viaggiano in parallelo, dunque: concussione per la storia della barca; e corruzione per l'esercizio della funzione, dopo aver accettato la trasferta omaggio a Torino.

Raggiunto dal Mattino, D'Onofrio si limita a una replica istintiva: «È assurdo, in questa storia non voglio apparire come un miserabile concussore». E a chi gli ha chiesto se ha intenzione di fare un passo indietro, ha replicato: «Resto al mio posto. E dove vado? In mezzo a una via?».

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Un caso da approfondire, partiamo dalla fine, dalla storia dei biglietti del Napoli. Secondo quanto emerso da alcune intercettazioni, ad offrire la trasferta a D'Onofrio e alla sua scorta sarebbe stato l'ex patron di Alma Luigi Scavone, finito sotto inchiesta a Napoli per frode fiscale. Come sarebbe avvenuto l'omaggio tra l'ex patron di Alma e il procuratore aggiunto di Avellino? Stando a quanto emerso, non ci sarebbe stato alcun contatto diretto tra i due, mentre il tramite sarebbe stato un uomo della scorta del magistrato, che gli avrebbe recapitato i ticket omaggio.

Fatto sta che oggi D'Onofrio potrà replicare alle accuse. Difeso dal penalista Mario Terracciano, racconterà del rapporto di amicizia che lo lega a D'Aniello (teste nell'inchiesta romana), che gli avrebbe prestato in più occasioni la barca poi finita nel cantiere di Di Leva in attesa di rimessaggio. Inevitabili alcune domande: ha realmente esercitato delle pressioni sull'armatore per la manutenzione? Ha alzato la voce, magari in linea con un temperamento esuberante? E a che titolo poteva pretendere il rimessaggio di una barca non sua? Tutto dipende da quanto dichiarato da Di Leva, a sua volta finito in un'indagine napoletana su trame oscure consumate nel suo cantiere di Marina di Stabia. Indagine, quest'ultima, condotta dai pm Giuseppe Cimmarotta e Henry John Woodcock, che hanno visto coinvolti personaggi di ruoli ed estrazioni differenti. Come è noto, è finito sotto inchiesta anche il magistrato Andrea Nocera. Difeso dal penalista Alfonso Furgiuele, avrebbe ricevuto biglietti per Capri in cambio della disponibilità (ipotetica) a riferire fatti segreti in un'indagine sullo stesso Lauro. Vicenda analoga a quella che vede coinvolto l'ufficiale della Finanza Gabriele Cesarano (attualmente in forza alla nostra intelligence), presente nell'incontro della primavera scorsa nel cantiere di Di Leva. Difeso (da ieri) dalla penalista napoletana Ilaria Criscuolo, Cesarano è stato interrogato a Roma venerdì scorso, rispondendo alle domande su fatti legati a Di Leva. Possibili convergenze, connessioni che ruotano attorno al ruolo dell'armatore. Ma chi è Salvatore Di Leva? Difeso dai penalisti Immacolata Marra e Vitale Stefanelli l'imprenditore sorrentino è stato il target numero uno dell'inchiesta. Sul suo cellulare è comparso il trojan che ha aperto nuovi filoni investigativi, che hanno visto coinvolto anche l'armatore Salvatore Lauro. Difeso dal penalista Luigi Tuccillo, Lauro ha di recente manifestato amarezza per gli esiti di questa indagine, mostrandosi comunque disponibile a fornire chiarimenti agli inquirenti.

Un'inchiesta giunta allo snodo che conta, dopo mesi di intercettazioni e atti riservati, con il faccia a faccia a Roma tra i titolari di una parte delle indagini e il magistrato indagato.

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