«I rifiuti della Campania? Puzzano»,
sgominata la gang: undici arresti

«I rifiuti della Campania? Puzzano», sgominata la gang: undici arresti
di Leandro Del Gaudio
Martedì 8 Ottobre 2019, 07:00 - Ultimo agg. 15:03
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È il 26 ottobre di un anno fa, quando - dinanzi ai pm milanesi - Riccardo Minerba svela il carattere «sospetto» dei rifiuti provenienti dalla Campania. Si tratta di una prima traccia investigativa del carattere illecito del trasporto di spazzatura partita dal Napoletano, a distanza di quasi trent'anni dagli sversamenti provenienti dal Nord, che hanno inquinato parti del Casertano e del Napoletano, come hanno svelato - tra le altre - le pagine dell'inchiesta sulla discarica Resit di Giugliano.
 
Ma torniamo ai giorni nostri, con l'interrogatorio dell'imprenditore dinanzi ai pm milanesi: «I camion giunti a Corsico dalla Campania non sono stati ammessi a conferire i rifiuti alla Carsico rottami, in quanto puzzavano, perché provenienti da una bonifica, e omissis non li voleva prendere e non li accettò; questi rifiuti sono stati quindi deviati alla ditta Smr Eclogia, perché io conoscevo il proprietario Matteo Molinari, con cui avevo già lavorato». Una ricostruzione che ha spinto gli inquirenti ad approfondire, facendo venir fuori un contesto fatto di collusioni amministrative e di interessi illeciti. Ed è in questo scenario che spunta il ruolo della ditta Intertrade ecology di Acerra e della società Clean Avenue, entrambe riconducibili al napoletano Massimo Bonanno. Insomma, stessa traiettoria investigativa vissuta in Campania nel decennio scorso, quando si passò dalla puzza dei rifiuti ammassati sui marciapiedi all'analisi di formulari, di codici ritenuti posticci, di false bolle di accompagnamento. Ma in che modo i rifiuti dalla Campania arrivavano in alta Italia? E chi sono i personaggi chiave del presunto traffico di spazzatura in discariche, siti di stoccaggio e compattatori del nord? A svelare altri retroscena su questa storia di spazzatura che va su e giù per il paese, ci pensa una donna.

Si chiama Sarah Frison, che per anni ha svolto un ruolo centrale nella grande trama che ha unito - almeno secondo la Procura di Milano - la Campania con la Lombardia. Siamo ad ottobre di un anno fa, quando parla la testimone. Non una qualunque. Si tratta di una impiegata amministrativa della Smr Ecologia srl (azienda lombarda), che ha confermato in via del tutto preliminare che la maggior parte di rifiuti in ingresso in Smr dal 2017 in poi, proveniva dall'area compana. Una sit ritenuta esplosiva, che ha probabilmente spinto gli inquirenti ad intercettare l'imprenditore campano Bonanno, a sua volta ritenuto dominus delle due società di intermediazione campane finite nel mirino (Intertrade ecology di Acerra e la Clean Avenue). Ed è il momento in cui risultano decisive le intercettazioni, che confermano - sempre nell'ottica del gip del Tribunale di Milano - l'esistenza di accordi meritevoli di essere approfonditi. Facciamo un passo indietro, tanto per esplorare la conversazione avvenuta l'otto maggio de 2018 tra Massimo Bonanno e Angelo Romanello, a sua volta imprenditore nato nel comune calabro di Siderno. I due parlano di affari, confermando l'asse dorato che dal sud porta alla Lombardia, tanto da fissare un appuntamento nei pressi dell'aeroporto di Capodichino. Dice Angelo Romanello: «Io, venerdì pomeriggio parto, Salgo a Milano in aereo»; Massimo Bonanno: «Ma no, basta che tu vieni a Napoli. Ti accompagno all'aeroporto, non c'è problema. Perché voglio un attimo parlarti da vicino per sistemare un po' di queste situazioni. Anche economiche. Nel senso buono per te, che sia chiaro. Penso che hai capito. E così potresti andar via anche abbastanza contento. Capisci?». Parlano di affari i due imprenditori, non sanno di essere intercettati. Chiudono accordi che per gli inquirenti sono la prova di una trama che si sposta fino alla Lombardia. Massimo Bonanno insiste: «Mi ha detto il mio socio, che dobbiamo incontrare Angelo, così ci facciamo due chiacchiere, ci spieghiamo economicamente in modo che abbiamo per affrontare altre cose, senza avere problematiche varie... ho fatto un progetto per te... come ti avevo accennato, ti devo parlare da vicino perché devi poi andare tu avanti. Hai capito?».

Parole neutre, non per gli inquirenti. Che, sulla scorta di questa conversazione, hanno organizzato un servizio di appostamento per monitorare gli incontri dei due presunti soci sul territorio, in particolare nei pressi della ditta di Acerra, la Intertrade ecology, che era stata indicata dalla Frison come intermediaria della lombarda Smr Ecologia.

Si legge nella ordinanza del gip: «Un apposito servizio di osservazione documenterà l'avvenuto incontro tra i due in data 11 maggio del 2018, proprio presso L'intertrade ecology di Acerra». Un quadro che si arricchisce via via, quando viene ricondotta al Bonanno anche la Clean avenue, come emerge dalla conversazione tra l'imprenditore napoletano e Maurizio Bova di Locri, altro specialista del settore, nella quale i due amici «conteggiano i viaggi effettuati per il tramite del primo e di cui aspettano il compenso». Dice Bonanno: «Senti Maurì iniziamo, io, facendo riscontri dall'ultima volta, dalla stampata che avevo e che facemmo insieme al nostro amichetto Angelo, mi trovavo 25 formulari con te, ti ricordi?». E la chiosa finale: «Adesso, se ce li spulciano insieme sicuramente deve uscire il venticinquesimo». Parole che attendono la versione degli indagati, che potranno dimostrare la correttezza della loro condotta, mentre il giudice non ha dubbi nell'indicare triangolazioni quanto meno sospette. Sotto i riflettori i modelli unici di dichiarazioni ambientali presentati dalla ditta di Como, ma anche i codici Cer di volta in volta ricevuti da terzi, secondo un modello investigativo purtroppo noto anche dalle parti nostre: quando dalla puzza dei rifiuti si è passati alle carte posticce dei faccendieri di sempre.

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