Isole pedonali: si fa per dire. Piazza del Plebiscito, via Toledo, via Partenope, via Verdi: il cuore pulsante del passeggio napoletano non è invaso solo dalle migliaia di turisti e lavoratori che calpestano a ogni minuto rispettivamente le vie dello shopping o i palazzi istituzionali, ma è ingolfato anche da auto, moto, motorini e camion. Veicoli di tutti i tipi, insomma, che fanno lo slalom tra i corpi. L’invasione, nel dettaglio, riguarda anche i mezzi green. Non solo le centinaia di bici a pedalata assistita che transitano da via Chiaia a via Partenope, ma anche gli scooter elettrici, spesso modificati, che sfrecciano ovunque, a pochi passi dal colonnato di San Francesco di Paola o in via Partenope. In via Toledo come in via Luca Giordano. In questa giungla di passeggi e passaggi, va sottolineato però - come precisato anche dall’assessorato comunale alla Polizia municipale - che esistono una serie di vetture autorizzate al transito, tra cui quelle delle forze dell’ordine, i mezzi di soccorso o quelli adibiti al carico e scarico merci per le attività commerciali.
Eppure, l’anarchia delle zone più centrali di Napoli è lampante. Sono in tanti a tagliare la strada grazie alle aree pedonali per evitare il traffico intasato. In piazza del Plebiscito, per esempio, in mezzo a una folla di turisti che scattano selfie, in qualche caso si crea un po’ di coda: a pochi secondi dal passaggio di un camion Asia, un furgoncino verde militare sta attraversando il corridoio pedonale nei pressi di Palazzo Reale nello stesso momento in cui lo attraversa una non meglio specificata Fiat Punto blu elettrico. E, in proposito, i mezzi elettrici sono decine al minuto da queste parti, e si producono in veri e propri slalom. Tantissimi gli scooter elettrici, utilizzati in massa anche dai rider che sfrecciano tra un corpo e l’altro. «Essendo veicoli non a carburante - rivelano i poliziotti di pattuglia - sono autorizzati a passare. Tanti scooter di questo tipo, però, sono modificati: revisionati per andare più veloce. In passato, infatti, c’è stato anche qualche sequestro». Eccola, dunque, la nuova moda nella creativa quanto selvaggia viabilità partenopea: il mezzo green con motore “modificato” per eludere le regole del codice della strada. E per evitare le multe. Di telecamere, in ogni caso, non ce ne sono. Il controllo dovrebbe essere lasciato nelle mani degli agenti della municipale che, per forza di cose e carenza di personale, non sempre sono disponibili. A sua volta, la catena che dovrebbe impedire il passaggio tra piazza Trieste e Trento e via Cesario Console, è raggomitolata sui basoli del Plebiscito. Risultato, l’area pedonale è spesso sinonimo di «scorciatoia».
Di telecamere non ce ne sono neppure in via Toledo. Qui, tra una boutique e una sfogliatella, passano i falchi, la polizia municipale, le aziende della vigilanza privata. Ma non sono i soli: transitano anche automobilisti «per caso», che magari non si sono accorti del divieto. O i furbetti scansa-traffico (i soliti scooter elettrici, ma anche mezzi a carburante). Nessuno li multa. Come nessuno multa una Hyundai grigia che scorrazza tranquillamente in un fiume di gente all’altezza dell’arco della Galleria Umberto di via Toledo. L’autista sembra una star accolta da un bagno di folla. Invece non lo è, ma sta guidando un’auto nel mezzo della zona pedonale più affollata del Sud Italia. Anche poco più in là, nel cuore dei palazzi istituzionali cittadini, svetta il cartello «Area Pedonale». Siamo in via Verdi, sede del consiglio comunale. E qui l’invasione di auto e moto è totale. In entrambi i sensi di marcia. E sono pochissimi i veicoli che caricano e scaricano merci dai negozi. Quasi tutti, anzi, sostano sui marciapiedi, sbrigano la commissione e vanno via indisturbati.
In zona lungomare, da Colonna Spezzata fino alla curva dei ristoranti, l’antifona resta la stessa, e l’eccezione somiglia sempre più alla regola. C’è un via vai ingarbugliato di auto, monopattini, furgoni, scooter normali o elettrici, bici. Tutti i mezzi si alternano, si sfiorano e sfrecciano senza soluzione di continuità. In dieci minuti, a ora di pranzo, contiamo il passaggio di almeno venti mezzi a carburante (compresi i veicoli autorizzati, come le pattuglie dei Carabinieri o della Polizia municipale). Anche qui, non esiste nessun varco telematico che faccia da deterrente o garantisca una certezza della pena per i furbetti del traffico. Tra la pista ciclabile e la carreggiata di via Partenope, insomma, la differenza salta agli occhi sempre di meno. È l’anarchia delle isole pedonali nel centro del centro della città. Un disordine che si è rinnovato anche con i mezzi green «modificati».