Napoli, l'ospedale San Giovanni senza personale: può chiudere il pronto soccorso

Napoli, l'ospedale San Giovanni senza personale: può chiudere il pronto soccorso
di Ettore Mautone
Lunedì 18 Giugno 2018, 12:34
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Grave emergenza, legata alla carenza di personale medico: i nodi del pronto soccorso del San Giovanni Bosco, sguarnito di camici bianchi per garantire il presidio sulle 24 ore, giungono al pettine. Da domani vi sarà l'impossibilità dell'area medica del reparto emergenza e accettazione a garantire i turni sulle 24 ore. La stessa difficoltà riguarda anche il pronto soccorso chirurgico che, a partire da luglio e fino a settembre, profila la stessa situazione. «Considerata l'indisponibilità dei colleghi in servizio presso altre strutture dell'azienda a svolgere orario in servizio in convenzione presso questo ospedale e l'indisponibilità dei medici neoassunti ad afferire a questa struttura, chiediamo la chiusura ad horas del pronto soccorso o in alternativa l'impiego delle risorse mediche assegnate al pronto soccorso dell'Ospedale del mare attualmente non attivo».

Sono queste le due e crude conclusioni del verbale di una infuocata riunione sindacale con la direzione sanitaria alla presenza di tutti i primari. Il presidio della Doganella è dunque letteralmente in ginocchio a causa di una precaria organizzazione ma soprattutto di un'acuta penuria di camici bianchi. Carenza precipitata con l'arrivo delle ferie estive e la richiesta contrattuale dei riposi di almeno 15 giorni.

LE VIA D'USCITA
La situazione è già da alcuni giorni all'attenzione della direzione strategica che è alla ricerca di una via di uscita. Nel frattempo le organizzazioni sindacali hanno chiesto un incontro immediato con il manager e gli altri direttori aziendali.

Il direttore sanitario di presidio Michele Ferrara (a scavalco anche agli Incurabili) presente alla riunione, è intanto a lavoro anch'egli per trovare la disponibilità di risorse umane da impiegare nel pronto soccorso e da utilizzare nell'ambito delle unità operative dell'area medica. Un settore che segna la prima scadenza, già da domani, quando non vi sarà la garanzia dei turni su 24 ore richiesti in un pronto soccorso plurispecialistico. Ma nessuno si fa illusioni: la gravissima carenza di dirigenti medici è nero su bianco nel verbale del vertice sindacale ma già da un anno all'attenzione del precedente direttore sanitario Luigi De Paola (oggi in aspettativa senza stipendio e alle soglie della pensione). Quest'ultimo già a luglio dello scorso anno lanciò l'allarme sulla impossibilità a tenere in piedi il pronto soccorso senza l'arrivo di rinforzi. «Le organizzazioni sindacali, insieme ai direttori e primari dell'area medica si legge nel verbale della riunione diffidano la direzione sanitaria a trovare soluzioni interne (ossia che gravino sul personale dell'ospedale della Doganella ndr) tenuto conto delle gravi difficoltà già presenti».

 

I NODI
Sul tappeto i nodi da sciogliere molteplici e intricati: dalle dimissioni di una dottoressa a tempo determinato vincitrice di concorso in un'altra azienda, alle ben 5 unità mediche dipendenti del 118 che coprivano, a completamento del proprio orario di servizio, circa 100 ore al mese in pronto soccorso e ora sottratte al San Giovanni Bosco. «Nel periodo estivo avverte il primario del pronto soccorso dopo un anno di lavoro in condizioni di estremo disagio e sacrificio con disponibilità a turni assurdi, con ore in sovrannumero rispetto a quelle previste dal contratto e non ancora pagate, i colleghi hanno bisogno di ferie». Ad aggravare la situazione il fatto che i medici che prestano servizio in pronto soccorso al San Giovanni Bosco dipendono in larga parte dal servizio 118 e quindi chiedono le ferie al loro responsabile in Asl che non conosce le necessità del presidio della Doganella. Nonostante l'autorizzazione di straordinario e ore extra di lavoro per colmare i turni, solo il responsabile del pronto soccorso e una dottoresasa a tempo determinato (che ha dato disponibilità per un turno di 12 ore) si sono fatti avanti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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