Napoli, scontro sul video della finta sniffata di cocaina al liceo Umberto: «La prof non era in classe»

Napoli, scontro sul video della finta sniffata di cocaina al liceo Umberto: «La prof non era in classe»
di Mariagiovanna Capone
Venerdì 11 Marzo 2022, 00:00 - Ultimo agg. 12 Marzo, 08:22
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Dopo la visione del video della studentessa del liceo Umberto che finge di sniffare cocaina sul banco di scuola, la comunità genitoriale si è spaccata. Da una parte c’è chi minimizza l’episodio definendolo «una goliardata», dall’altra chi preme affinché «scuola e famiglie inizino a collaborare maggiormente sui pericoli della rete», e poi chi parla di «responsabilità della scuola» sull’episodio. Il dirigente Carlo Antonelli per ora ha deciso di spostare la classe dal pianterreno al primo piano, proprio di fianco alla presidenza. Se mercoledì era più deciso a prendere «provvedimenti esemplari», ieri ad alcuni dei genitori avrebbe assicurato di voler dare il giusto peso a una ragazzata, ma fonti dell’Ufficio Scolastico regionale assicurano che «su fatti del genere dovranno essere presi dei provvedimenti seri».

Dopo l’articolo del Mattino sul video della ragazza del liceo Umberto che ha finto di sniffare cocaina (in realtà erano dei gessetti sbriciolati) i genitori hanno chiesto ai figli spiegazioni. Qualcuno gli ha risposto «è l’imitazione di “Scarface”», altri «un video trend su TikTok», e altri ancora «un semplice modo per ricevere like». «Qualunque fosse la motivazione, il buonsenso avrebbe dovuto far riflettere questi ragazzi che un video del genere non andava girato, tantomeno all’interno del liceo» interviene un gruppo di genitori che si è risentito di fronte a «un atto inappropriato e ingiustificabile. Ma la scuola ha la sua responsabilità perché se gli studenti hanno chiesto di proporre questa Fashion Week (settimana in cui ogni giorno ci si veste tutti con lo stesso tema, ndr) qualcuno li ha autorizzati e doveva supervisionare».

La seconda classe protagonista del video avrebbe infatti chiesto il permesso a una prof di girare il video che dopo aver acconsentito è uscita dall’aula lasciandoli soli. Da qui le polemiche sulle presunte responsabilità della docente, che ora finisce sotto accusa.

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Per altri genitori si è trattato di «una goliardata, di per sé discutibile, come le goliardate in genere» che «non può assurgere a stereotipo di una vicinanza sia pure teorica a modelli sbagliati e da condannare». Ribadendo che gli studenti hanno «replicato un video che circola da tempo in rete» e «il preside, da noi interpellato, ha dato al video il giusto peso. Che non vuol dire non dare peso, ma neanche amplificare una ragazzata che deve essere sì stigmatizzata, ma certamente non distorta». «I ragazzi hanno acceso facile alla rete e gli diamo strumenti digitali senza educarli, vedono serie tv che non sempre danno esempi così buoni» ammette Federica Mariottino, rappresentante di una classe dell’Umberto e presidente dell’associazione «31Salvatutti» che si concentra sulle dipendenze da alcol e droghe dei giovanissimi ma anche quelle da smartphone. «Questo episodio non è una goliardata ma una cretinata. Non andrebbe enfatizzato ma dovrebbe stimolarci tutti, dobbiamo trovare gli strumenti necessari per educare su cosa si può e non può condividere in rete, non solo qui all’Umberto ma in tutte le scuole. Occorrerebbe quindi una maggiore attenzione da parte nostra ma da soli non riusciamo e la scuola deve affiancarci e sostenerci». 

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Questa spaccatura tra genitori e liceo Umberto è esplosa già un mese fa, quando nove studenti di una terza classe hanno deciso di lasciarlo per un altro istituto (la media annuale per le 11 terze è di 2 uscite) motivando la scelta per «didattica inappropriata». Ora ben 48 rappresentanti di classe su 53 hanno firmato una lettera in cui lamentano difficoltà nei colloqui online: molti non riescono nemmeno a prenotarsi, e tutti i collegamenti da scuola sono disturbati per il pessimo segnale. Richiedono quindi il ripristino dei colloqui in presenza. 

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