«Quella birra con Macron di notte in piazza Bellini a Napoli»

«Quella birra con Macron di notte in piazza Bellini a Napoli»
di Valentino Di Giacomo
Venerdì 15 Luglio 2022, 10:54 - Ultimo agg. 16 Luglio, 09:37
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«Si dice che a Napoli si piange due volte, quando si arriva e quando si parte. Nel mio caso non ho pianto al mio arrivo in perché ho fatto di tutto per venire a Napoli, ma sto già piangendo per dover lasciare questo posto di cui già ero innamorato e che, conoscendolo, mi ha fatto innamorare ancora di più». Laurent Burin des Roziers, il console di Francia a Napoli, ha annunciato ieri il suo addio alla città in una splendida festa sulla terrazza del Consolato di via Crispi in occasione della festa nazionale francese nella ricorrenza della presa della Bastiglia. Da agosto arriverà un nuovo emissario diplomatico all'ombra del Vesuvio.

Dopo quattro anni vissuti qui ha visto dei cambiamenti in meglio o in peggio della città?
«Per Napoli quattro anni sono pochi e poi, in questo tempo, abbiamo vissuto il particolare periodo della pandemia. Posso però dire che rispetto a quando ci venivo come turista, 10 o 15 anni fa, la città è migliorata. Per i turisti è una città più accogliente, c'è anche meno paura di venire a Napoli. Ma i turisti qui ci verrebbero comunque».

Perché pensa questo?
«I francesi o gli altri turisti, non cercano a Napoli solo la straordinaria ricchezza artistica e culturale della città che già questa è una cosa importante ma la sua autenticità.

Napoli è una città d'arte, ma non una città-museo. È aperta sul mondo, ci sono studenti che arrivano qui come mia figlia che è venuta per l'Erasmus all'Orientale, eppure Napoli riesce a non essere una città globalizzata, conserva una sua autenticità. Il film Nostalgia di Martone lo racconta molto bene, infatti mi ha molto emozionato».

Ritiene che i turisti abbiano meno paura di venire a visitare la città, eppure qui è stato derubato di un orologio di valore l'attore Daniel Auteuil meno di un mese fa. Ci ha parlato?
«Mi ha detto che non è questo episodio a fargli cambiare il suo sguardo sulla città. Mi ha spiegato che lo scippatore è stato un artista perché non se n'è neppure accorto. E poi, posso assicurarle, non se n'è parlato sulla stampa francese. Non bisogna esagerare. Il Consolato è un posto di osservazione assai buono, i francesi derubati che si rivolgono a noi sono un paio al giorno su 900mila che ne arrivano in Campania ogni anno, quindi la proporzione è evidente. Non ho la sensazione di una città insicura, sull'impatto quotidiano credo che Napoli sia come le grandi metropoli d'Europa. Ma vi rendete conto delle bellezze che ci sono qui?».

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Cosa l'è piaciuto di più?
«Complesso fare un elenco. Un posto delizioso è il Museo di Capodimonte, forse meno visitato di quanto meriterebbe solo perché è un po' fuori dal centro. Ma per la ricchezza di opere dovrebbe essere ambito dai turisti quanto gli Uffizi o i Musei Vaticani. Il prossimo anno saranno esposte al Louvre alcune opere di Capodimonte, lo abbiamo già fatto due anni fa con gli straordinari pittori del 700 napoletano. Mostrare queste opere al Louvre può essere un traino».

Di cosa va più fiero di questi quattro anni in Consolato?
«Di aver introdotto l'insegnamento della lingua napoletana al Grenoble con i ragazzi dell'associazione I lazzari. L'ho seguito anch'io, ma il napoletano è complicato. Ci sono parole per me affini come buatta o tirabusciò, ma c'è una parola che mi piace molto: mariuolo, che probabilmente è stata esportata da Napoli nel dialetto parigino. A Parigi ha l'accezione di furbo, a Napoli di ladro. Penso che sia venuta da Napoli».

Traspare amore dalle sue parole per questa città, un amore che anche il presidente francese Macron ha sempre dimostrato. A Napoli preferì di visitare il teatro San Ferdinando, una scelta fatta per la sua passione verso Eduardo De Filippo. Tornerà il presidente in città?
«Era il febbraio del 2020 e, dopo la cena con il presidente Mattarella a Palazzo Reale, Macron prima di andare in aeroporto volle fermarsi qualche minuto di più a Napoli. Andammo a bere una birra in piazza Bellini con i ministri e tutto il personale diplomatico. Disse che sarebbe stato triste ripartire senza aver vissuto qualche minuto in città senza il codazzo di folla e giornalisti. Prima di salire le scalette dell'aereo mi disse che sarebbe ritornato presto. Italia e Francia, anche grazie al Trattato del Quirinale, hanno un rapporto privilegiato. Sono certo che Macron tornerà presto».

Ha pensato cosa le mancherà di più di questa città?
«Bella domanda anche se è difficile rispondere. Anziché fare un elenco le dico che avrei voluto vivere la gioia dei napoletani per lo scudetto, quest'anno ci avevo sperato. Se succederà tornerò perché il legame tra la squadra e i napoletani è una delle cose che mi ha più emozionato».

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