Lungomare di Napoli a rischio mareggiate ma il Comune frena sulla scogliera

I ristoratori chiedono un rinforzo della barriera

Lungomare danneggiato dal maltempo
Lungomare danneggiato dal maltempo
di Gennaro Di Biase
Giovedì 24 Novembre 2022, 00:00 - Ultimo agg. 14:28
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L’inverno è solo alle porte, ma la prima bufera del 2022 ha già prodotto danni importanti sul lungomare. Il ciclone Poppea, che l’altro ieri ha distrutto l’asfalto e fatto ripiombare le onde del Mediterraneo nei locali, ha sollevato il grido d’allarme dei ristoratori della curva più famosa della città, quella di via Partenope affacciata sull’isolotto di Megaride.

Appena due anni fa, qui, tra la fine di dicembre e l’inizio di gennaio, la devastazione fu quasi totale. Crollò l’Arco Borbonico (ancora in frantumi), Castel dell’Ovo perse pezzi, la balaustra di via Partenope schizzò via come una piuma al vento. Ci vollero mesi per ricostruirla. I gestori, oggi, si sentono ricatapultati nell’incubo e chiedono «un rinforzo della scogliera». Il Comune sta monitorando la situazione. Nel dettaglio, le verifiche in queste ore sono svolte da Abc. «Il danno su via Partenope - spiega l’assessore alle Infrastrutture di Palazzo San Giacomo Edoardo Cosenza - è stato causato da una spinta dal basso. Probabilmente c’è un vecchio tunnel di epoca borbonica, e nel caso lo chiuderemo». 

Le onde di nuovo a ridosso dei ristoranti, nonostante dehors rafforzati. Ore e ore di lavoro, a “spalare via il mare”. Il tutto nel timore che, a brevissimo, la scena possa ripetersi con più veemenza. «Sono stato al locale a partire dalle 6 di mattina, vista la bufera - racconta Andrea Macchia, socio di Regina Margherita - Per fortuna eravamo preparati, ma le onde che arrivano qui in via Partenope sono davvero assurde.

Tutto il marciapiede appena rifatto è saltato. Basoli dappertutto. Se le istituzioni non si preoccupano di rinforzare la barriera degli scogli, qui sarà un macello. Anche il Castel dell’Ovo ha preso “botte” da ogni lato. Abbiamo perso una giornata di lavoro, era pericoloso far arrivare le persone. Nel locale abbiamo trovato conchiglie, sabbia, mattoni del marciapiede. L’inverno non è ancora neppure iniziato e ci aspettiamo il peggio, come il 28 dicembre di 2 anni fa».

«Era il dicembre del 2020 quando chiesi di mettere in sicurezza la fascia costiere con le scogliere, emerse o sommerse che siano - dice Antonino Della Notte, titolare di Antonio&Antonio e altri locali della zona - La barriera che abbiamo davanti non ha la forza di proteggerci dal mare. I danni ci sono stati: la forza dell’acqua ha sollevato l’asfalto, e la pavimentazione dei marciapiedi è saltata in più punti. Siamo preoccupati per l’arrivo del vento e della stagione del freddo. Speriamo che qualcuno intervenga». 

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Non solo l’allarme dei ristoratori che popolano la via simbolo della città. Proprio ieri mattina, il consigliere comunale Gennaro Demetrio Paipais, nel corso della commissione Ambiente e Mare del Comune, ha chiesto «un approfondimento della messa in sicurezza di tutta la linea di costa. A seguito delle incessanti piogge è necessario calendarizzare una seduta di commissione sul ripristino della scogliera del lungomare crollata a seguito della mareggiata di due anni fa. La commissione dovrebbe essere fissata per i primi di dicembre con l’assessore al ramo e i dirigenti competenti». La preoccupazione sul tema mareggiate non manca, insomma, neppure in via Verdi. La giunta, nelle prossime settimane, sarà chiamata a confrontarsi sull’argomento. 

 

Le indagini, come accennato, procedono. «La realizzazione di nuovi baffi della scogliera costituirebbe un intervento complesso - aggiunge Cosenza - e necessiterebbe di diversi pareri che andrebbero a coinvolgere anche la Sovrintendenza. Il percorso è articolato, non possiamo aggiungere massi di nostra iniziativa. Quanto ai danni al marciapiede di via Partenope, c’è un sottoservizio, un canale inferiore, che va in pressione. Stiamo esplorando due ipotesi con Abc: si tratta di un troppo pieno in uscita o in entrata. Stiamo indagando la formazione di questo canale, che non risulta nelle nostre mappature fognarie, ed è probabilmente d’epoca borbonica, e interverremo nel caso con la chiusura di questo tunnel. I danni prodotti l’altro ieri, di sicuro, derivano da una spinta che arriva da sotto, e non sono prodotti dall’impatto delle onde. Nelle prossime ore, quando sarà pronto il report di Abc, sicuramente ne sapremo di più. Le emergenze idrogeologiche a Napoli sono tantissime: a Soccavo e a Pianura la gente rischia la vita. Non è un discorso che riguarda soltanto il lungomare. Se si vuole affrontare il discorso sul rafforzamento della scogliera, va presentato un progetto di fattibilità. Proveremo a coinvolgere la Sovrintendenza, ma estendere gli scogli a mare avrebbe un impatto sia ambientale che paesaggistico. Il costo sarebbe molto rilevante, nell’ordine di svariati milioni di euro. Non è una soluzione semplice». 

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