Napoli, pino si abbatte sulla Circumflregrea: «Un terrore, rischiata una tragedia»

Napoli, pino si abbatte sulla Circumflregrea: «Un terrore, rischiata una tragedia»
di Pasquale Guardascione Maria Rosaria Ferrara
Lunedì 23 Dicembre 2019, 08:27 - Ultimo agg. 08:28
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«Ho visto la morte con gli occhi, poteva essere una vera tragedia». Enzo Pinto è il macchinista che ieri mattina conduceva il treno della Circumflegrea colpito in pieno, alle 6.50, da un albero di grosso fusto e da alcune ringhiere di contenimento tra le stazioni di Grotta del Sole e Licola. Ingenti i danni riportati dal convoglio, il parabrezza anteriore è finito in frantumi, la motrice ammaccata e il pantografo fuori uso. Anche la linea aerea ha subito danni di rilievo, tanto che la tratta tra Licola e Quarto è rimasta sospesa fino alle 17,35. È stato l'episodio più grave della domenica di maltempo in provincia, una domenica segnata soprattutto dalla caduta di alberi, avvenuta in numerosi comuni (a Casoria nei pressi di una scuola, a Pompei a poca distanza dai frequentatissimi Scavi, a Sant'Antimo in villa comunale) e dalla paura di nuove frane che ancora tiene lontane dalle proprie abitazioni alcune famiglie ad Agerola. A Caprim flagellata da venti fortissimi e da una mareggiata che ha completamente mangiato la spiaggia di Marina Grande, la biglietteria del porto ha subìto danni mentre diversi alberi - anche uno molto antico nella zona di Palazzo a mare - si sono schiantati al suolo.

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«Eravamo partiti alle 6 da Montesanto e sul treno non c'erano molti passeggeri», racconta il macchinista dell'Eav: «Superata la stazione di Grotta del Sole eravamo su un ponte quando all'improvviso l'albero ci ha travolto. Ho immediatamente abbassato il pantografo per evitare danni maggiori alla linea aerea. È stato un impatto violentissimo, il vetro anteriore della motrice è andato in frantumi. Mi sono fermato, poi ho proceduto lentamente fino a raggiungere con il convoglio la stazione di Licola». Pinto è rimasto illeso, il capotreno al suo fianco invece per la rottura del parabrezza ha riportato tagli alla testa ed è stato trasportato al pronto soccorso dell'ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli dove è stato medicato e giudicato guaribile in due giorni. «Bastava che fossimo passati qualche secondo più tardi - dice Pinto - e il treno sarebbe sicuramente deragliato trovando il pino sulla linea ferroviaria. È un pensiero che mi fa stare male». Il treno dopo l'incidente è stato trainato da un locomotore presso l'officina di Quarto dove sarà sottoposto a interventi di manutenzione straordinaria. «Le sedi ferroviarie sia della Circumflegrea che delle Circumvesuviana sono state messe a dura prova dal maltempo di questi giorni», è stato il commento di Umberto De Gregorio, presidente dell'Eav: «Per fortuna non è accaduto nulla di grave. Ma in casi estremi forse andrebbe valutata la sospensione momentanea della circolazione, considerata la particolare morfologia delle nostre linee».
 



Dai treni alla viabilità: resta critica la situazione del Lago Patria, esondato in più punti per le abbondanti piogge degli ultimi giorni. La circumlago, la strada che lo costeggia, è impraticabile: un fiume in piena pericoloso per gli automobilisti. Sabato è stato necessario l'intervento della Protezione civile, di Sma Campania e della polizia municipale per riaprire la foce. Come spesso accade durante i giorni di abbondanti piogge, la sabbia impedisce all'acqua del lago di defluire verso il mare ed è così che si ingrossa. Nonostante però lo sbocco sia stato ripulito da sabbia e detriti, ieri il livello delle acque del lago era comunque alto al punto da invadere la carreggiata. Come già accaduto qualche settimana fa, a subire i danni maggiori è l'unico bar-ristorante presente proprio sulle sponde del lago che è stato nuovamente travolto dall'acqua. «Nonostante la foce sia territorio di Castel Volturno subito siamo intervenuti perchè i problemi ricadono tutti su Giugliano dove abbiamo parchi con un metro d'acqua nei giardini e attività con cucine allagate - spiega il sindaco Antonio Poziello -. Credo sia necessario cominciare a pensare a una diga che impedisca alla foce di insabbiarsi».
(ha collaborato Anna Maria Boniello)
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