Napoli, dopo le mamme pro-Dad sit in dei genitori contro la didattica a distanza

Napoli, dopo le mamme pro-Dad sit in dei genitori contro la didattica a distanza
di Paola Marano
Venerdì 13 Novembre 2020, 13:17 - Ultimo agg. 14 Novembre, 07:35
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Banchi vuoti disposti in piazza Plebiscito che dall’alto formano la scritta «No Dad». Lo spazio antistante la basilica di San Francesco da Paola a Napoli si è trasformato stamattina in un’aula all’aperto per alcuni bambini accompagnati dai genitori, che ancora una volta, riuniti nella rete scuola e bambini nell’emergenza Covid-19, protestano contro la decisione del governatore Vincenzo De Luca di chiudere le scuole, prevista da un’ordinanza regionale in scadenza domani. «Giulia non vede i compagni», «Davide disconnesso», «Carlo piange»: sopra banchi monoposto, accanto ai nomi degli alunni, campeggia una scritta su cavalieri di carta che sintetizza alcune delle difficoltà che i più piccoli affrontano ogni giorno da circa un mese nel seguire lezioni online.

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«Siamo qui a rimarcare il fatto che le scuole qui sono chiuse dal 16 ottobre. Sono state le ultime a riaprire e le prime a chiudere. La Campania è l'unica regione in Italia ad aver chiuso così presto a fronte di dati sui contagi avvenuti nelle scuole non chiariti dal presidente De Luca - spiega Tristana Dini, madre di una bambina di 10 anni e insegnante di sostegno delle scuole superiori -  Noi siamo zona gialla e abbiamo le scuole chiuse quando la Lombardia che è zona rossa le tiene aperte.

Bisognava capire che la dad non è scuola per una prima elementare dove c'è un bambino che deve imparare a scrivere, non è scuola perché manca la socialità, non è scuola perché contribuisce della dispersione scolastica». La mamma e docente sostiene di non aver percepito un problema di sicurezza all'interno dei plessi scolastici, piuttosto «è saltato il rapporto con le Asl, c'è un problema che riguarda la sanità pubblica - evidenzia - a un certo punto le scuole erano le uniche ad effettuare un monitoraggio, ed erano in parte diventate un presidio sanitario. Il problema è potenziare la sanità non chiudere le scuole». 

 

«Scuola fantasma» è il messaggio messo nero su bianco su uno striscione ai piedi della classe a cielo aperto, nella speranza che dalla prossima settimana si possa ritornare a una didattica in presenza, nonostante due pronunce della giustizia amministrativa - prima Tar e poi Consiglio di Stato - abbiano bocciato nei giorni scorsi i ricorsi proposti per la sospensione dell'ordinanza regionale n. 89/2020, in vigore fino ad oggi. L’iniziativa rientra nell’ambito del #fridayforschool, manifestazione che si svolge in diverse città italiane: già nella prima mattinata, come accaduto settimana scorsa, i bambini hanno “sospeso” alcuni zaini vuoti lasciati ai cancelli e alle porte di diversi istituti partenopei. «Se il presidente ci tiene a tutelare il diritto alla salute dovrebbe tutelare anche il diritto allo studio sancito dalla costituzione - sottolinea Stefano Palombella, padre e avvocato - non è possibile che qui siamo da un mese in dad, l'unica regione forse in Europa. Io spero che DeLuca accolga questa protesta e valuti di riaprire le scuole in zone meno a rischio, perché i bambini dei piccoli comuni hanno solo la scuola per socializzare».

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