Napoli, le mamme dalle ronde anti-babygang alla piazza: «Non ci rassegniamo»

Napoli, le mamme dalle ronde anti-babygang alla piazza: «Non ci rassegniamo»
di Melina Chiapparino
Sabato 21 Settembre 2019, 08:30
3 Minuti di Lettura
«Non gli daremo la città, perché Napoli è della gente perbene». Le parole dai toni battaglieri sono di Maria Rosaria Del Giudice, una delle tante mamme che ha organizzato la manifestazione di oggi, prevista per le 11.30, in via Salvator Rosa. L'obiettivo è «riprendersi un territorio bersagliato da violenza e atti predatori soprattutto contro i minori» all'indomani dell'escalation di episodi che ha martoriato il quartiere Avvocata. Al fianco del coordinamento rosa, nel presidio che si svolgerà vicino la stazione del metrò, ci saranno l'associazione Artur con Maria Luisa Iavarone e tutti i comitati dei genitori che hanno deciso di fare rete contro le baby gang.
 
Nell'ultimo mese sono state messe a segno 14 rapine in 7 giorni e lo scorso 6 settembre, sul piazzale di via Girolamo Santacroce, una comitiva di 12 ragazzini è finita nel mirino di due rapinatori armati di coltello. Il bottino dei criminali è sempre lo stesso: cellulari, meglio se di ultima generazione e i pochi spiccioli nelle tasche dei minori. L'emergenza sicurezza denunciata dalle mamme si concentra nel triangolo compreso tra piazza Canneto, piazza Leonardo e via Salvator Rosa, passando per via Girolamo Santacroce e via Giacinto Gigante, dove dalle 21 scatta il coprifuoco. Queste piazze e le arterie stradali che fanno da ponte tra il Vomero e il centro storico sono state soprannominate i supermarket per i rapinatori.

«I criminali vengono a fare la spesa qui, bersagliando i nostri ragazzi come se stessero facendo la spesa al supermercato», spiega Chiara Narciso, un'altra delle mamme che chiedono al questore Alessandro Giuliano «un intervento di controllo mirato sul territorio a vigilanza soprattutto dei più piccoli».

Al coordinamento delle mamme di minorenni vittime di reati predatori violenti hanno aderito genitori che si definiscono «stanchi ma non rassegnati alla microcriminalità», considerandola il preludio a reati ben più gravi e feroci. «Ci siamo unite perché questa situazione non solo è ingiusta ma non è più tollerabile, perché è da questi reati minori che si sviluppa la propensione al crimine e all'illegalità continua Chiara, mamma di un 13enne rapinato insieme con i compagni della comitiva non possiamo chiudere in casa i nostri ragazzini che hanno la sola colpa di passeggiare nella loro città tra le 21 e le 22 di sera». Se il primo passo è stato organizzarsi tra mamme con gruppi su Facebook per lanciare fino ad arrivare a organizzare ronde volontarie di sorveglianza, ora il grido è rivolto alle istituzioni. «Bisogna denunciare anche il più piccolo episodio di microcriminalità chiarisce Maria Grazia - ma pretendiamo più sicurezza per i nostri figli».

La parola d'ordine per Maria Luisa Iavarone, organizzatrice della manifestazione assieme alle mamme, è «non sottovalutare la microcriminalità e considerare il fatto che i reati predatori sui minori non hanno una minore importanza». Per la professoressa napoletana che dopo l'assalto sanguinario al figlio Arturo, accoltellato da una baby gang due anni fa, ha fondato un'associazione con lo scopo di «responsabilizzare il territorio», quella di oggi è l'occasione per «aumentare il tasso di sorveglianza nei quartieri».

Anche la seconda municipalità si è unita al grido delle mamme. Se da una parte «la presenza di poli culturali e sociali per giovani» potrebbe fare da deterrente alle deviazioni, come sostiene Rosanna Laudanno, consigliera municipale al fianco del coordinamento, dal presidente Francesco Chirico arriva l'appello alla polizia. «Mi aspetto che il nuovo Questore imprima una stretta rispetto alla crescente microcriminalità - dichiara Chirico - vogliamo più pattugliamenti e posti di blocco».
© RIPRODUZIONE RISERVATA