Inquinamento e accessi vietati, a Napoli tre spiagge pubbliche su sette sono off limits

Inquinamento e accessi vietati, a Napoli tre spiagge pubbliche su sette sono off limits
di Gennaro Di Biase
Domenica 13 Giugno 2021, 00:00 - Ultimo agg. 19:04
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A Napoli il mare quasi non ci arriva. A giudicare dai numeri, dall’inquinamento, dalla scarsa manutenzione e dalle dimensioni delle spiagge, la costa negata (ufficialmente o ufficiosamente) è più lunga di quella concessa. Sono tre su sette le spiagge pubbliche off limits: Vigliena e Coroglio, l’Est e l’Ovest non balneabili ma frequentati da centinaia di bagnanti, con tanto di topo morto galleggiante nelle acque flegree. Più l’accesso della passerella di Riva Fiorita, crollata sotto i colpi della mareggiata dell’ultimo inverno, interdetta e mai ripristinata. La Gaiola ha riaperto, dopo il Covid e dopo i lavori alla scalinatella danneggiata dal maltempo, ma con un totale di 200 ingressi al giorno. A Marechiaro impazza la triste moda del tuffo killer da altezze impossibili, e al quadro va aggiunto il caos ormeggi, con una vera e propria muraglia di scafi davanti a Nisida e a Largo Sermoneta. 

Spiaggia che vai, problemi irrisolti che trovi, tanti dei quali acuiti dall’esperienza pandemica. A cominciare da Coroglio. All’ombra dei ruderi dell’ex Italsider, campeggia da anni il cartello del divieto di balneazione.

E da anni si ritrovano i bagnanti più o meno organizzati. Per l’estate 2021 non mancano lettini, sdraio, tavolini, qualche gazebo. E poi, nel mare, dove galleggia un topo morto tra un tuffo e l’altro, c’è un mare di barche. «Più degli anni scorsi – ammette a pochi metri dal bagnasciuga Raffaele Palmese, dell’associazione Giovane Coroglio – Saranno circa 700, e le istituzioni non affrontano il problema. La risorsa di questo quartiere sarebbe il mare, ma non ci consentono di usarlo». In barca si sta isolati, liberi e in gruppi scelti: il Covid ha provocato un boom nella domanda di scafi. Con conseguente caos ormeggi e aumento dei prezzi. Tra i bagnanti si vocifera che, per snellire la burocrazia, il Comune stia lavorando alla concessione di alcune aree della spiaggia in stile adotta un’aiuola. Il mare di Bagnoli vive un’ambiguità cronica: è l’eterna promessa di riscatto di un quartiere che stenta a diventare quello che è. «Qua da anni non si vende una casa – sospira la signora Rita – Tutti aspettano che riqualificano e bonificano». Si vive nell’attesa di un futuro tanto sperato quanto disatteso. La ztl e i controlli (nel weekend) fanno in modo che si scenda solo a piedi nel borgo. Ma i ragazzi non si lasciano scoraggiare. 

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Nella folla incontrollata della spiaggia libera (pienissima, diversamente dai lidi), ecco la moda del ’21: il tuffo killer. 5 o 6 ragazzini in cima al Palazzo degli Spiriti. Giù, nel mare, una ventina di amici acclamano. Parte una ola da stadio. «Uno, due, tre». Ed ecco il tuffo da lassù, senza che nessuno controlli niente. Troppi metri di volo perché prima o poi qualcuno non rischi di farsi male. Il clima teso anche a Riva Fiorita, dopo il blitz al Bar del Mare dei giorni scorsi. «La pedana che mi hanno sequestrato – dice Nicola Marino, titolare del ristorante – è la stessa che avevamo montata da 4 anni. Abbiamo sempre rispettato le regole, e dispiace che il tutto sia avvenuto proprio nell’anno della crisi economico-pandemica». Quest’anno sono scadute le concessioni a Riva Fiorita (non solo quella del Bar del Mare) e non sono state ancora rinnovate. Da un lato a causa della burocrazia, rallentata dal Covid. Dall’altro, si attendono le decisioni della nuova direzione dell’Autorità Portuale. E si attende poi il ripristino della passerella pubblica, tristemente interdetta e distrutta. «Quel passaggio – dichiarano il consigliere regionale Francesco Borrelli e quello della Municipalità 1, Gianni Caselli – doveva condurre alla spiaggia ma ora ci si arriva solo tramite gli scogli. Erano cominciati i lavori per realizzare questo percorso ma poi tutto si fermò. Così l’Autorità Portuale ha deciso, a discapito di cittadini e bagnanti, di interdire l’accesso. Urge la riparazione». 

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