Napoli, al Maschio Angioino nessuno parla inglese: biglietteria chiusa per protesta

Napoli, al Maschio Angioino nessuno parla inglese: biglietteria chiusa per protesta
di Valerio Esca
Martedì 5 Luglio 2022, 00:00 - Ultimo agg. 16:27
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Maschio Angioino negato ai turisti per due ore al giorno da giovedì a sabato. A incrociare le braccia dalle 13 alle 15, dal 7 al 9 luglio, saranno i dipendenti della biglietteria: «Siamo stufi di non essere ascoltati. Non abbiamo una divisa, un tesserino e sono mesi che chiediamo il supporto di un operatore turistico addetto alla comunicazione in lingua straniera». A Napoli accade anche che un luogo simbolo della città come Castel Nuovo non abbia personale in grado di accogliere e di fornire informazioni ai turisti. 

A indire l’assemblea sindacale è stata la Cisl funzione pubblica, con all’ordine del giorno diversi temi caldi: carichi di lavoro; ruoli, compiti e funzioni dei dipendenti della biglietteria; riconoscimento economico dell’indennità da agente contabile; assenza di responsabile amministrativo e contabile; rischio privatizzazioni del servizio. All’ingresso del Maschio Angioino lavorano quattro dipendenti comunali addetti alla biglietteria: tre di categoria b e uno di categoria a, in pratica le cosiddette categorie operaie. Tutti ex lavoratori socialmente utili stabilizzati nel corso degli anni, che ricoprono mansioni che vanno ben oltre i compiti previsti dal contratto di lavoro. Non si occupano solo di emettere biglietti con il Pos, ma la sera devono chiudere la cassa e fare i conteggi. Cose che spetterebbero ad un amministrativo o ad un contabile. Oltre al danno la beffa, perché svolgono un ruolo per il quale il Comune non prevede alcuna indennità aggiuntiva. Inoltre il sabato, quando gli amministrativi dei piani superiori del Maschio Angioino non sono presenti, non c’è nessun referente. Quindi se un turista chiede di parlare con qualcuno resterà a bocca asciutta. Ma la cosa più kafkiana è che i dipendenti, per loro stessa ammissione, non parlano lingue straniere e chiedono da tempo la presenza di un interprete. «La mobilitazione porterà qualche disagio ai turisti, ma si è resa necessaria a causa delle mancate risposte dell’amministrazione - spiega il coordinatore dell’area funzionale Cisl fp Agostino Anselmi - L’obiettivo sarebbe quello di fornire un servizio migliore al turista.

Non chiediamo mica la luna. Vorremmo mettere in condizione i nostri lavoratori addetti alla biglietteria di avere meno difficoltà. Spesso i turisti chiedono informazioni e i dipendenti devono arrangiarsiper farsi comprendere. In tutti i castelli del mondo e nei musei chi è in biglietteria indossa una divisa. Ovunque tranne che a Napoli. Per la città non è certo un’immagine edificante». 

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C’è poi un caso politico sul quale i sindacati accendono i riflettori. «Nella stessa biglietteria, accanto ai nostri lavoratori, ci sono le postazioni di tre associazioni - rimarca Anselmi - che versano all’Ente 130 euro al giorno. Dopo che il turista ha pagato il biglietto di ingresso di 6 euro (previsto dalla tariffa comunale) per visitare la sala museale e l’antisala dei Baroni (per under 18 e over 60 l’ingresso è gratuito, ndr), entrano in gioco le associazioni, che offrono un ulteriore ticket di 10 euro affinché i turisti possano visitare il terrazzo e le prigioni sotterranee. Il Comune continua a dire che non ha personale, ma noi vorremmo invece che il servizio e soprattutto gli introiti rimanessero pubblici. Inoltre il biglietto alle associazioni viene pagato anche da minorenni e ultrasessantenni. I veri incassi non li fa il Comune, ma gli esterni - ribadisce Anselmi -. L’amministrazione ci dica chiaramente se si sta andando verso una privatizzazione del comparto cultura, così come sta facendo con gli asili nido». La situazione complessiva del Maschio Angioino, al netto del braccio di ferro tra Comune e lavoratori, non è certo comparabile a quella di un qualsiasi luogo di cultura e di interesse di un’altra città, media, piccola o grande che sia. Basti pensare alla situazione dei servizi igienici: spesso senza sapone e senza carta. «Queste sono le stesse condizioni che viviamo noi come lavoratori - spiega il sindacalista Cisl - Le ritroviamo anche nei luoghi come Castel Nuovo. Tantissime sono le lamentale dei turisti, che purtroppo restano inascoltate». Si va incontro a tre giorni di protesta infuocati, con i turisti che rischiano di restare per due ore sotto al caldo rovente, senza ticket e senza front office.

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