Francesco Pio Maimone ucciso a Mergellina, i familiari: «Faceva il pizzaiolo e sognava un locale tutto suo»

L'ultimo messaggio a un amico: «Vedi se c'è la possibilità di lavorare come muratore»

La foto di Francesco Pio Maimone sul cellulare di un amico
La foto di Francesco Pio Maimone sul cellulare di un amico
di Leandro Del Gaudio
Lunedì 20 Marzo 2023, 23:51 - Ultimo agg. 22 Marzo, 07:20
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Puntava al progetto aperto ai giovani “Resto al sud” e sognava di aprire una pizzeria in proprio. Nel frattempo, lavorava come cameriere - sempre in una pizzeria - e al cognato aveva rivolto una richiesta: «Vedi di informarti se c’è un posto da muratore, almeno per la mattina...». Eccolo il profilo di Francesco Pio Maimone, secondo quanto racconta la madre Concetta Napoletano (viso giovane stravolto dal dolore): «Chiedo giustizia per mio figlio e per tutti i figli di Napoli morti senza un motivo». Tocca a Monica D’Angelo, la zia della vittima: «Un ragazzo d’oro, un lavoratore. Faceva il pizzaiolo assieme al cognato, sognava di mettersi in proprio, di recente si era informato per questo progetto aperto ai giovani, quello di Resta al Sud. Non si stancava mai, lavorava fino a tarda notte. Ora, dopo il castigo che ci è toccato vivere, la cosa peggiore è che venga bollato come un camorrista, come un delinquente che se l’era andata a cercare. Invece, non c’entra niente con quanto accaduto otto giorni fa sempre nella zona degli chalet. Non era un camorrista, dateci almeno il diritto di piangerlo in un funerale pubblico».

Via Escriva, Pianura, casette basse e popolose. Periferia della periferia. Al centro del quartiere di Pianura (siamo a Napoli ovest), tutte le attenzioni sono rivolte al culto del santo, a San Giustino Russolillo, ma anche ai progetti nati 23 anni fa, all’indomani della morte di Luigi Sequino e Paolo Castaldi, due ragazzi uccisi per errore mentre erano in auto a progettare le vacanze.

Da quel 10 agosto del 2000, la maledizione dei morti innocenti ha attraversato varie volte Napoli, per poi fare ritorno - sembra di capire allo stato delle indagini - di nuovo in questo lembo di periferia. Via Escriva, dunque. Dalle finestre tutti guardano la scena, fissando persone che piangono, vestite a lutto.

Dai cellulari degli amici spunta un messaggio di Francesco Pio Maimone. Pochi secondi, la sua voce, appena qualche giorno fa: «Cerca di capire se c’è la possibilità di fare il “fravecatore” e quando puoi fammi sapere». Parole di un ragazzo che chiedeva di lavorare. E sono sempre gli audio girati su wup a raccontare la notte di Mergellina, almeno secondo i primissimi soccorritori. Ci sono gli audio di amici e parenti che stavano accanto al 18enne, un attimo prima che venisse centrato al petto: «Stavamo assieme, abbiamo visto quello che sparava, all’inizio ha sparato in aria e pensavamo che fosse a salve... poi ha abbassato il braccio e ha esploso un colpo che ha centrato al petto Francesco Pio». Così, senza un motivo. A scatenare la furia omicida, una macchia sulla scarpa, provocata in via accidentale da un gruppo di ragazzi estranei alla cerchia di amici di Francesco Pio. «Ma si può morire così? Se lo chiedono in tanti in una cucina di pochi metri quadrati», zeppa di amici e parenti del giovane ucciso.

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Parla Alessandro Seta, amico del ragazzino morto a Mergellina: «Ho un figlio di 18 anni, mi chiedo come sia possibile lasciare intere aree abbandonate in assenza di controlli. Conosco il lavoro che fanno gli uomini in divisa, ma Mergellina sta diventando un problema enorme. Ogni notte ci vorrebbe un presidio di polizia, se ci fosse stato un lampeggiante delle forze dell’ordine, Francesco ora sarebbe ancora vivo». Volti tirati dal dolore e dalla tensione nervosa, dolore e rabbia per la scomparsa di un ragazzino, ma anche per il rischio di essere bollati come camorristi. Spiega il cognato della vittima: «Francesco non c’entrava con le storie di clan che si sentono in giro, aveva un sogno che gli è stato impedito di realizzare: lavorare e costruirsi il futuro con le proprie mani, facendo il pizzaiolo, il muratore, puntando ai finanziamenti rivolti ai giovani, lui che è stato ucciso, lui che è morto ammazzato senza un motivo, a soli 18 anni».

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