Metrò Napoli, impianti da sostituire: sei stazioni linea 1 a rischio chiusura

Metrò Napoli, impianti da sostituire: sei stazioni linea 1 a rischio chiusura
di Valerio Esca
Mercoledì 18 Maggio 2022, 23:59 - Ultimo agg. 20 Maggio, 12:35
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A rischio chiusura sei stazioni della metropolitana linea 1. Vanno sostituiti entro inizio 2023 trentasei impianti, tra ascensori e scale mobili, delle stazioni nella tratta Vanvitelli-Colli Aminei, che raggiungeranno la soglia di legge dei 30 anni dalla data del primo collaudo. Se n’è discusso ieri durante la commissione Mobilità del Comune, presieduta da Nino Simeone, alla quale hanno partecipato l’amministratore di Anm, Nicola Pascale, e la responsabile area Infrastrutture del Municipio, Serena Riccio. 


La linea 1 della metropolitana è stata inaugurata a step. I collaudi del primo tratto Vanvitelli-Colli Aminei (che comprende anche le stazioni di Policlinico, Rione Alto, Montedonzelli e Medaglie d’Oro), sono terminati il 28 marzo 1993. Tra pochi mesi scadono i trent’anni dopo i quali è prevista la sostituzione degli impianti di sollevamento. «Se non verranno effettuate le necessarie migliorie - questo l’allarme lanciato da Simeone - corriamo il rischio che dal gennaio del 2023 le stazioni delle metropolitana della linea 1 possano chiudere». Salvo proroghe last minute da parte del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. La dirigente durante l’incontro ha sottolineato: «Abbiamo fatto molte riunioni con il ministero per capire se fosse possibile tramite controlli e verifiche sostituire soltanto parti limitate degli impianti. Il ministero ci ha risposto che andrà fatta la sostituzione integrale». Le strutture portanti restano, ma tutta la parte meccanica degli ascensori e delle scale mobili dovrà essere sostituita.

Si tratta di 36 impianti: Colli Aminei (2 scale mobili e 2 ascensori), Policlinico (3 ascensori e 3 scale mobili), Rione Alto (6 ascensori), Montedonzelli (2 ascensori e 3 scale mobili), Medaglie d’Oro (2 scale e 5 ascensori), Vanvitelli (3 scale mobili e 5 ascensori). Nel 2024 sarà interessata anche la tratta collaudata successivamente: Piscinola, Chiaiano e Frullone (in totale altri 16 impianti). 

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Il quadro economico degli interventi è di 17,5 milioni di euro, ma nei bilanci del Comune al momento non vi è traccia di alcuna risorsa. Palazzo San Giacomo ha chiesto il finanziamento al ministero per i deficit manutentivi, ma le trattative si sono arenate. Un ulteriore tentativo è stato fatto attraverso i fondi del “trasporto rapido di massa” nell’ambito del Pnrr: progetto bocciato e non ammesso dal ministero. «Abbiamo provveduto con una rimodulazione del piano investimenti Bei (Banca europea per gli investimenti) - ha spiegato ancora la dirigente del Comune - con cui abbiamo liberato risorse destinate al materiale rotabile». Il Comune ha chiesto in sostanza la rimodulazione del finanziamento già ottenuto al fine di poter utilizzare parte dei fondi per i lavori da compiere su ascensori e scale mobili. La Bei sta istruendo la pratica, ma in attesa dell’esito dell’istruttoria l’Ente ha avviato la procedura per l’espletamento della gara. «Sono passati 30 anni - ha tuonato Aniello Esposito del Pd - e mi pare di capire che i lavori non partiranno neanche nel 2023. La mia preoccupazione è che a dicembre 2022 chiuderemo le stazioni». Gli fa eco il capogruppo dei democrat Gennaro Acampora: «L’unica strada politicamente e tecnicamente da percorrere è la richiesta della proroga. In sua assenza avvisiamo la cittadinanza che tra sei mesi si chiudono le stazioni. Andare a spiegare ai cittadini del Vomero e dei Colli Aminei che si torna 30 anni indietro non si può accettare».

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Alcune stazioni interessate dai lavori dovranno comunque chiudere una volta partite le operazioni di restyling. «In 4 casi ci troviamo di fronte a stazioni profonde fino a 40 metri - evidenziano dal Municipio - Mentre ci sono stazioni che resteranno fruibili anche durante gli interventi». Le chiusure andranno da 1 mese a 45 giorni, dipende dalla stazione e dagli impianti presenti. «Serve una proroga - ha rilanciato Simeone - Siamo a maggio e adesso si parla di pubblicare il bando. I tecnici stanno lavorando bene, ma comunque non sappiamo ancora se e quando arriveranno i finanziamenti. Immagino cosa potrebbe significare chiudere quella tratta della linea 1. Come si muoverà tutta quella gente? Chiediamo all’assessore Cosenza (non presente ieri in commissione a causa di un sopralluogo) e al sindaco Manfredi di lavorare per ottenere una proroga dal ministero. Basta un piccolo intoppo, ricordo via Marina e la funicolare centrale, per creare un disastro di dimensioni epiche. Sarebbe una beffa, a fine anno arrivano i nuovi treni e chiudiamo le stazioni».

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