Armi, risse e video porno: a Napoli è allarme baby criminali, 50 arresti in 6 mesi

Armi, risse e video porno: a Napoli è allarme baby criminali, 50 arresti in 6 mesi
di Giuseppe Crimaldi
Lunedì 7 Febbraio 2022, 00:00 - Ultimo agg. 17:47
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Sempre più violenti, spesso armati, sempre più incapaci di distinguere la linea di confine tra il bene e il male, tra ciò che è legale e ciò che non lo è. Napoli resta tra le metropoli italiane una delle “sorvegliate speciali”, ed oltre ai dati allarmanti diffusi in occasione dell’ultima inaugurazione dell’anno giudiziario arriva ora anche uno studio elaborato dal ministero per la Famiglia. Evasione scolastica, carenza di strutture primarie, a cominciare dalla famiglia, sottocultura intrisa di valori che richiamano alla criminalità organizzata, uso scorretto degli strumenti informatici: c’è tutto nell’analisi del report presentato dal ministro Elena Bonetti. Una questione nazionale, è vero, ma che trova nel capoluogo campano forme di assoluta esasperazione.

Partiamo dai dati del ministero. Senza studi e senza lavoro, cercano nel branco della baby-gang l’orgoglio dell’appartenenza e, spesso, la voglia di riscatto e la fuga da un presente senza prospettive sconfinano nella violenza contro persone e cose. È questa a grandi linee la foto istantanea con i connotati della criminalità di gruppo che lega gli adolescenti e che è motivo di allarme in tante città italiane. Secondo l’Osservatorio nazionale sull’adolescenza, istituito presso il Ministero per la famiglia guidato dalla ministra Elena Bonetti, il 6,5% dei minorenni fa parte di una banda, il 16% ha commesso atti vandalici, mentre tre ragazzi su dieci hanno partecipato a una rissa. Danneggiamenti, furti e ricettazioni, rapine ed estorsioni, risse e lesioni, diffusioni di immagini pornografiche sui social: sono i reati maggiormente commessi dai ragazzini anche infraquattordicenni.

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Una situazione che a Napoli allarma ancor di più per le dimensioni dei fenomeni legati alla devianza minorile. Nel capoluogo campano i minori sono sempre più protagonisti di reati anche gravi, come le rapine, e non pochi sono quelli coinvolti persino in inchieste sulla criminalità organizzata. Negli ultimi sei mesi denunciati 240 minori, e 50 di essi arrestati. Dati sottolineati dallo stesso presidente della Corte d’Appello di Napoli, Giuseppe de Carolis, nella sua relazione: paranze, stese, ragazzi e giovanissimi che attentano contro la popolazione, arrivano in gruppo con i motorini e cominciano a sparare all’impazzata fino a costringere le persone a stendersi e ripararsi per non farsi colpire.

Azioni violente e gratuite nel segno del “siamo disposti a tutto”, si legge nel capitolo della relazione riguardante il Tribunale per i minorenni. 

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«Ci sono ragazzini generalmente collegati ai clan camorristici attraverso la famiglia coinvolta nell’ambiente criminale - sono parole di de Carolis - ma anche ragazzi aspiranti boss tra le fila di chi non ha alcun legame di sangue con le famiglie più note. A questo fenomeno si affiancano i reati delle baby gang, commessi con gratuita violenza a tutte le ore del giorno, di cui si rendono autori, con senso di impunità e onnipotenza, soggetti minori ai danni di coetanei». Dai dati del Dipartimento per la Giustizia minorile gli ingressi di minori e giovani adulti negli istituti penali per i minorenni in Italia nel 2020, sono stati 713, sui circa 30.000 denunciati. Il tasso di recidiva per chi sconta la pena interamente in carcere è superiore al 60%. Nel caso delle misure alternative non supera il 20%. Il furto è il reato più commesso, seguito da spaccio e detenzione di stupefacenti, e lesioni alle persone. 

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