Napoli, dai barconi all'artigianato: il sogno dei minori stranieri a Porta Capuana

Napoli, dai barconi all'artigianato: il sogno dei minori stranieri a Porta Capuana
di Giuliana Covella
Sabato 20 Novembre 2021, 15:15 - Ultimo agg. 21 Novembre, 11:41
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Amano Maradona, lo studio e il lavoro e sognano un futuro da artigiani. Sono i giovani partecipanti del nuovo laboratorio di tappezzeria di Officina Gomitoli, il centro interculturale della cooperativa sociale Dedalus a Porta Capuana. Tutti minori stranieri non accompagnati, tra i 16 e i 17 anni, che provengono da Kosovo, Albania e Tunisia. Come Amin, 17 anni, tunisino, arrivato su un barcone 2 mesi fa a Napoli. Un viaggio durato 2 giorni di cui ha un brutto ricordo e a cui si aggiunge la perdita recente del papà. «Da grande voglio avere una famiglia - dice - e lavorare come barbiere». Insieme ai suoi compagni ha iniziato ad apprendere il mestiere di tappezziere sotto la guida di un artigiano storico del quartiere.

«Il ricordo che ho del mio viaggio per arrivare in Italia? Brutto….». Amin risponde in francese alle domande sul lungo percorso che lo ha portato a Napoli. «Vengo dalla Tunisia - dice - e ho impiegato due giorni per venire nella vostra città, passando per Pantelleria».

Sin dal primo giorno di laboratorio il 17enne ha già creato un gruppo coeso col maestro Antonio  Amoroso e gli altri compagni con cui vive in una comunità e studia alla scuola d’italiano. Intorno al tavolo di quella che da ex deposito si è trasformata in una bottega artigiana, i ragazzi imparano l’arte della tappezzeria, iniziando a rivestire vecchi cubi di legno con immagini tratte dalle locandine dei film per trasformare in puff. «Un modo per insegnare loro un mestiere - afferma Amoroso - ma anche per favorire integrazione e inclusione».

Far rivivere dunque attraverso le nuove generazioni gli antichi mestieri in uno dei borghi artigianali più antichi della città. Questo il senso del progetto di Officine Gomitoli. E palcoscenico delle attività è “Officina”, una struttura inaugurata a ottobre, dove sono confluiti i laboratori attualmente attivi presso la cooperativa Dedalus che coinvolgono circa 60 adolescenti, tra giovani immigrati, minori stranieri, italiani e di seconda generazione dai 12 ai 19 anni, che si cimentano nelle attività più disparate, trovando accoglienza e imparando l’arte del “fare” dalla falegnameria all’artigianato, dalla pittura e arti visive alla lavorazione di cornici e alla bigiotteria, fino al teatro.

«I nostri laboratori - spiega Elena De Filippo, presidente di Dedalus - non sono solo luoghi dove si impara facendo, ci si conosce e si condividono momenti creativi e di crescita, ma rappresentano un’opportunità per acquisire competenze e imparare saperi da spendere in futuro nel mondo del lavoro. Obiettivo ultimo, infatti, è far emergere passioni che possano avere un concreto sbocco occupazionale». Tra le novità la rivista “Officina”, curata da Alessia Montefusco e Franco Lancio e realizzata insieme ai ragazzi, che racconta attraverso immagini e testi le attività del progetto.

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