Napoli, conflitto a fuoco nella notte: morto 16enne colpito da proiettile in testa. I parenti devastano il Vecchio Pellegrini

Napoli, conflitto a fuoco nella notte: morto 16enne colpito da proiettile in testa. I parenti devastano il Vecchio Pellegrini
di Melina Chiapparino e Ettore Mautone
Domenica 1 Marzo 2020, 08:23 - Ultimo agg. 15:18
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Un 16enne napoletano è stato ferito da colpi di pistola alla testa e al torace ed è morto in ospedale dopo il tentativo di salvarlo da parte dei medici. Il minore era stato soccorso questa notte da un'ambulanza del 118 in via Generale Giordano Orsini, nella zona di Santa Lucia.

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Alle ore 00.51​ è arrivata al 118, nonostante le difficoltà dovute al coronavirus, la chiamata del conflitto a fuoco in via Orsini​, dove un ragazzo viene trovato riverso sul suo motorino con ferite da arma da fuoco. Trasportato dal 118 in codice rosso al Vecchio Pellegrini viene constatato il decesso.
 


Le sue condizioni erano apparse subito molto gravi per le ferite d'arma da fuoco riportate. Il 16enne trasportato all'ospedale Vecchio Pellegrini era stato ricoverato nel reparto di Rianimazione ma è deceduto a causa della grave compromissione delle sue funzioni vitali.
 
 

L'area del pronto soccorso del presidio della Pignasecca è stata letteralmente assalita da familiari e amici del minore che, dopo la notizia della morte del 16enne, sono entrati in ospedale e hanno devastato computer, macchinari, barelle e presidi medici. Sul posto è intervenuta la Polizia di Stato.

Per le cause del ferimento è emerso un tentativo di rapina ai danni di un carabiniere in via Generale Orsini. L'episodio è avvenuto alle 2,30 circa.


In seguito all'episodio di devastazione del pronto soccorso del Presidio Ospedaliero dei Pellegrini il Prefetto di Napoli, Marco Valentini, ha contattato il Direttore Generale dell ASL Napoli 1 centro, da cui dipende il Presidio stesso, e la Direttrice del pronto soccorso, esprimendo la solidarietà sua personale e delle Istituzioni ai medici, ai pazienti ed al personale del nosocomio ed assicurando la piena collaborazione delle Forze dell'ordine per l'espletamento di adeguati servizi di vigilanza, che sono stati immediatamente disposti. Inoltre, in relazione all' esplosione di colpi d arma da fuoco all’ esterno del Comando provinciale Carabinieri di Napoli, il Prefetto ha disposto l'intensificazione dei servizi di controllo del territorio e di vigilanza ad obiettivi sensibili.
«Questa notte, dopo il decesso di un sedicenne arrivato in pronto soccorso con ferita da arma da fuoco, il pronto soccorso del presidio ospedaliero dei Pellegrini è stato devastato dai familiari e amici del ragazzo. Un fatto gravissimo per il quale esprimo solidarietà a tutti i nostri dipendenti che ancora una volta sono stati vittime di insulti e minacce, e ancora una volta hanno continuato, nonostante tutto, a prestare assistenza ai pazienti». A stigmatizzare con forza quanto avvenuto nel corso della notte è il direttore generale dell’ASL Napoli 1 Centro Ciro Verdoliva, che durante il sopralluogo all’ospedale della Pignasecca ha constatato gli ingenti danni ad arredi e attrezzature e l’assenza di condizioni igienico-sanitarie conseguenziale ai fatti accaduti. «Sono stato costretto - dice - a chiudere il Pronto Soccorso. Quanto è accaduto ha di fatto creato condizioni che impediscono lo svolgimento delle attività assistenziali di emergenza in condizioni di sicurezza, sia per i pazienti che per gli operatori». Dalle 7.30 l’ASL Napoli 1 Centro ha dovuto dichiarare la sospensione del servizio di pronto soccorso al presidio ospedaliero dei Pellegrini, iniziando contestualmente il trasferimento di otto pazienti presenti al Pronto Soccorso nei reparti dello stesso presidio ospedaliero ovvero - con ausilio del Servizio 118 - in altri ospedali cittadini. Vista l’importanza che tale Presidio Ospedaliero riveste nell’ambito della rete cittadina, i tecnici sono già a lavoro per ripristinare le attività assistenziali al più presto.

Il pronto soccorso dell'ospedale Pellegrini riaprirà in serata, alle 20. Lo fa sapere intorno alle 13 Mariella Corvino, direttore sanitario. «I miei operatori stasera saranno tutti al loro posto, nonostante molti di loro siano sotto choc per quattro accaduto - dice all'ANSA - hanno distrutto tutto, senza alcun rispetto non solo per chi lavora, ma nemmeno per i pazienti che in quel momento erano nell'osservazione breve intensiva, l'Obi». «In tanti anni di direzione sanitaria in diversi presidi non mi era mai capitato di assistere a un episodio del genere - aggiunge - I miei operatori sono tutti sotto choc è molto preoccupati, qualcuno è stato strattonato ma stasera ognuno sarà al proprio posto. È tutto da rifare - conclude - non solo nel pronto soccorso, ma nell'educazione, nel rispetto, nella coscienza civica nei confronti di chi lavora».

«È guerra e questo non è tollerabile! Noi non siamo dei soldati». L'associazione 'Nessuno tocchi Ippocrate' affida a un post su Facebook le proprie riflessioni sulla devastazione del pronto soccorso dell'ospedale Pellegrini. «'Nessuno tocchi Ippocrate' è vicina a tutti gli operatori sanitari (medici, infermieri, oss) che la notte scorsa sono stati aggrediti al Pellegrini - scrivono - purtroppo ancora non conosciamo il numero dei colleghi che hanno subito aggressioni, ma comunque ancora una volta denunciamo una violenta aggressione all'interno del nosocomio della Pignasecca, sempre di più ospedale di trincea». «Non entriamo nel merito di cosa è accaduto a via Generale Giordano Orsini, quello che ci compete è quello che accaduto dietro a quel che resta delle porte del Pronto Soccorso - sottolineano - Proprio dietro a quelle porte divelte c'è distruzione, c'è paura, c'è rabbia, c'è voglia di abbandonare questo lavoro che ci espone quotidianamente a rischio di morte, c'è voglia di telecamere, ma sopratutto c'è voglia di essere pubblici ufficiali». «Molti colleghi ci contattano in queste ore esprimendo la loro volontà di abbandonare il servizio - aggiungono - Non ci sentiamo nemmeno in diritto di incitarli a tenere duro, come si fa? Come si fa a dire ad un padre di famiglia 'Vai a lavoro e rischia la vità». «Speriamo che il magistrato di turno non metta il fattore emotivo davanti a tutti quei colleghi che nelle prossime ore, pervasi dalla paura, non chiuderanno occhio - proseguono all'associazione in prima linea in un recente passato contro le aggressioni alle ambulanze a Napoli - Ora più che mai abbiamo bisogno di tutele.
Lo Stato non ci può abbandonare. Non distogliamo l'attenzione dal problema delle aggressioni, quelle sono sempre presenti». «Il nostro è un grido di aiuto - conclude 'Nessuno tocchi Ippocratè - anche perché siamo noi i primi a intervenire in questi tragici eventi».

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