Addio Boris Ulianich, portò Dio nella cultura di sinistra

Morto a 98 anni il docente e senatore del Pci: per oltre trent'anni ha insegnato all'università Federico II

Boris Ulianich
Boris Ulianich
di Gigi Di Fiore
Domenica 2 Aprile 2023, 00:03 - Ultimo agg. 12:27
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Per anni la sua rubrica «Questa domenica» è stato un appuntamento settimanale fisso per molti lettori del «Mattino». Il professore Boris Ulianich spiegava, con chiarezza e semplicità, il brano domenicale del Vangelo. E lo faceva da profondo conoscitore della storia del cattolicesimo, che ha insegnato per oltre 30 anni alla Federico II di Napoli. Nella nostra città, che lo aveva adottato dal 1967, a 98 anni si è spento. Uno studioso di idee e cultura cattolica, che aveva avuto per maestri nomi come Federico Chabod e Delio Cantimori, il tedesco Joseph Lortz e Paolo Brezzi che lo volle all’Università di Napoli. Ne prese il posto a 42 anni, titolare della cattedra di Storia del cristianesimo. E produsse tante ricerche e studi, molti ne ricordano i lavori sulle figure di Paolo Sarpi e Lutero. Ma nella sua materia Ulianich fu riferimento in diversi ambienti culturali, tanto da essere scelto nel 1966 dalla regista Liliana Cavani come consulente per il film su Francesco d’Assisi.

Docente e studioso, nell’impegno politico applicava gli insegnamenti in cui credeva. Lo dimostrò in occasione del terremoto in Irpinia del 1980, quando fu tra i più presenti nel dibattito sulla ricostruzione. Per tre legislature, dal 1978 al 1992, fu eletto senatore della sinistra indipendente nelle liste del Pci. Anche in Parlamento non smise di essere riferimento per allievi e colleghi. Lo era pure da professore emerito. Lo confermò la festa a Napoli per i suoi 90 anni, che gli organizzò il figlio Luca. Istriano d’origine, con la famiglia era vissuto a Foligno per poi laurearsi in filosofia a Roma. Galeotta fu la Germania dove, per una borsa di studio all’Istituto di Storia europea, conobbe a Mainz la sua futura moglie, Heidi Doll, con cui ebbe tre figli. 

La riconosciuta conoscenza della dottrina cattolica e della sua storia lo portò per qualche tempo anche a Bologna nel 1962, per collaborare con il cardinale Giacomo Lercaro e l’ex onorevole Giuseppe Dossetti, durante il Concilio Ecumenico Vaticano II. E in quella città divenne per il Mulino direttore della collana di studi storico-religiosi. Della sua dottrina molti alti prelati si sono avvalsi, chiedendone la consulenza. Anche a Napoli, dove guidò una commissione diocesana per il «Dialogo con il dissenso», o con il cardinale Crescenzio Sepe che lo volle testimone del primo dei cicli «Dialoghi con la città» al Duomo.

Nel 2008, l’Università della Calabria gli assegnò la laurea honoris causa, per il ruolo fondamentale nella commissione che istituì la facoltà di Lettere e filosofia in quell’Ateneo. Una figura che la Federico II non ha dimenticato, dedicandogli un ricordo. Non poteva essere altrimenti.

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