Napoli, morto in ospedale soffocato dalla pizza: sette indagati al San Paolo

Napoli, morto in ospedale soffocato dalla pizza: sette indagati al San Paolo
di Leandro Del Gaudio e Ettore Mautone
Giovedì 30 Maggio 2019, 07:30
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Sono sette gli indagati per la morte di Maurizio De Gregorio, l'uomo rimasto soffocato da un boccone di pizza (in particolare dalla mozzarella), inutilmente soccorso nell'ospedale San Paolo. Meno di due settimane dopo il decesso, la Procura di Napoli ha sciolto le riserve e ha deciso di spedire sette avvisi a carico di professionisti che si sono avvicendati sul caso, fornendo le prime cure, prima della morte del 54enne. Omicidio colposo è l'accusa mossa dalla Procura di Napoli (in particolare indaga il pm Giuliano, sotto il coordinamento dell'aggiunto Giuseppe Lucantonio), in un procedimento ieri approdato al giro di boa dell'autopsia.

Sotto inchiesta finiscono così le interniste Maria Rosaria Ragone e Eleonora Lanzara, il chirurgo Giancarlo Salvo, Antonio Bianco, Maria Esposito e Pino Seccia (tutti e tre infermieri), Nicoletta Gaeta (anestesista). Una vicenda che va raccontata da una premessa: gli avvisi per partecipare a un atto irripetibile come l'autopsia rappresentano un momento di accertamento dell'ipotesi accusatoria e non vanno confusi con una condanna definitiva. Tutti i soggetti coinvolti potranno pertanto dimostrare la correttezza della propria condotta nel corso del seguito delle indagini.
 
Ma entriamo nel merito delle verifiche. Stando a quanto emerso finora, il paziente è morto per asfissia e successivo arresto cardiaco, anche se il pezzo di cibo che gli era andato di traverso non è stato trovato in trachea. Questa la novità che trapela nelle ore immediatamente successive all'esame necroscopico effettuato ieri pomeriggio al policlinico Federico II sulla salma di De Gregorio, un uomo di 54 anni di Pianura che la sera del 18 maggio scorso morì al pronto soccorso dell'ospedale San Paolo dove era arrivato in difficoltà respiratorie a causa di un pezzo di pizza andatogli di traverso. Un drammatico epilogo in cui risultarono vani i primi tentativi di disostruzione delle vie aeree superiori messi in atto dai sanitari di guardia in pronto soccorso e inefficaci sia la manovra di Heimlich (una tecnica di primo soccorso per rimuovere corpi estranei) attuata più volte e anche tramite un laringoscopio e una pinza utilizzati in seconda battuta. Alla luce dell'esame autoptico tuttavia la vicenda assume contorni diversi da quelli ipotizzati sinora. Andrà ora chiarita dagli inquirenti dunque la reale dinamica dei fatti. Chi ha tolto il pezzo di pizza o mozzarella che ostruiva le vie aeree del paziente? Il medico di pronto soccorso o l'anestesista giunto successivamente dalla rianimazione? E soprattutto in quali tempi si è svolto il soccorso e con quale dinamica rispetto alla richiesta consulenza da parte dell'anestesista? E poi, come mai il pezzo di cibo estratto non è stato ritrovato? Che peso ha avuto, infine, sulla vicenda, il presunto alterco intercorso tra i sanitari quando è arrivato l'anestesista in pronto soccorso?

Aspetti e circostanze, quelli dei tempi e modi della consulenza richiesta, ancora tutti da chiarire e su cui si concentrano ora le indagini degli inquirenti. A conforto della denuncia c'è poi un video registrato dagli astanti nelle fasi più concitate della drammatica vicenda e messo a disposizione dell'autorità giudiziaria ma a quanto è dato sapere non ancora acquisito agli atti. Intanto, è in corso una ispezione del nucleo ispettivo della Asl Napoli uno, attivato dal commissario straordinario Ciro Verdoliva.
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