Sono ancora in corso le indagini per accertare quanto accaduto in via Josè Maria Escrivà, nel quartiere Pianura dove, nel tardo pomeriggio di ieri, è stato rinvenuto il corpo di Massimo Argenziano, 45 anni. La vittima, secondo quanto riferito dagli agenti del locale commissariato, presentava un’unica ferita d’arma da fuoco all’altezza della fronte.
Vicino al cadavere, inoltre, gli agenti avrebbero ritrovato anche l’arma usata dal 45enne per togliersi la vita, una pistola semiautomatica sequestrata dagli esperti della Polizia Scientifica per gli esami del caso. Eppure, sebbene la pista dell’estremo gesto sembra essere quella maggiormente battuta, c’è chi crede, invece, che si tratti di una messinscena per coprire un omicidio. Da alcune informazioni raccolte sul posto, infatti, alcuni familiari di Argenziano, tra cui il fratello, sosterebbero che il loro congiunto sia stato ammazzato. Una versione che le forze dell’ordine, almeno per il momento, non possono ancora escludere categoricamente.
Non è tutto.
Non solo. Il quartiere è scosso anche dalle crescenti fibrillazioni tra organizzazioni camorristiche pronte a darsi battaglia per il controllo del territorio e, soprattutto, per le sue attività illecite. In particolare, sotto osservazione, sono finiti gli affiliati ai sodalizi Carillo-Perfetto e Esposito-Calone protagonisti di una guerra che, solo poche settimane fa, ha fatto registrare la sua ultima vittima, Antonio Zarra, abbattuto nei pressi della sua abitazione da una raffica di pallottole. Un delitto, questo, su cui sono ancora in corso le indagini per cercare di arrivare alla cattura dei responsabili.