Movida selvaggia, Napoli a rischio anarchia e residenti in rivolta: «Abbiamo paura»

Movida selvaggia, Napoli a rischio anarchia e residenti in rivolta: «Abbiamo paura»
di Mariagiovanna Capone
Mercoledì 16 Maggio 2018, 07:00 - Ultimo agg. 08:30
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Adesso è deregulation, che a Napoli significa anarchia. Senza l'ordinanza varata a novembre scorso dal sindaco de Magistris, nei luoghi della movida torna la liberalizzazione degli orari, il che significa chiudere quando i gestori ne hanno voglia. Si torna a prima di novembre, quando soprattutto nell'area dei baretti di Chiaia le babygang mettevano a ferro e fuoco il quartiere con scorribande ai danni della clientela e dei residenti, o si scatenavano in aggressioni con tirapugni, coltelli e pistole. Del resto l'ordinanza è stata emessa dopo tavoli sulla sicurezza, con prefettura e questura motivati soprattutto a dare una stretta alla criminalità da parte di minori. Si torna quindi a un contesto diffuso, molto simile a quello che, in questi sei mesi di ordinanza applicata in via sperimentale, è avvenuto al di fuori delle quattro aree definite. Un esempio? L'area del centro storico tra largo Giusso, via De Marinis, piazza san Domenico Maggiore, largo San Giovanni Maggiore Pignatelli, dove molti baretti chiudono alle 4 di mattina con schiamazzi in strada che disturbano i residenti, come segnalato da innumerevoli foto e video del Comitato per la quiete pubblica e la vivibilità cittadina.
 
«Sono assai preoccupata» ammette Caterina Rodinò, presidente del Comitato Chiaia viva e vivibile. «Per noi residenti la sicurezza è l'esigenza prioritaria. Non essendoci più un orario preciso di chiusura, non credo che le forze dell'ordine presidino a oltranza le aree della movida per tutta la notte. Nel momento in cui scade l'ordinanza, sono certa che ogni baretto farà i propri comodi, chiudendo quando gli pare, e questo potrebbe comportare un ritorno a vecchi comportamenti di una certa clientela, chiassosa e pericolosa». Rodinò si riferisce «ai fatti criminosi di cui siamo stati vittime per mesi e che non si sono più ripetuti da quando avevamo l'ordinanza. Non so se ci sia copertura finanziaria e il numero di uomini per riuscire a mantenere la stessa sicurezza del territorio senza avere un orario di chiusura. Gli episodi delle babygang, con risse, accoltellamenti, aggressioni e sparatorie non li dimentichiamo». Per la rappresentante dei residenti di Chiaia «se il sindaco non proroga l'ordinanza, questa è una criticità. Ci auguriamo tutti che le leggi esistenti siano rispettate, ma lo dico senza problemi: nessuno dei gestori ha rispettato in toto l'ordinanza: mancata pulizia, musica udibile all'esterno, vetri gettati in strada... Abbiamo filmati e foto che lo attestano, e le sanzioni del weekend lo confermano. Però almeno avevamo un presidio delle forze dell'ordine fino alla chiusura dell'ultimo locale. Mi auguro - continua Rodinò - che prefetto e questore siano coloro che tuteleranno i diritti e la sicurezza dei cittadini, come finora hanno fatto. Il nostro desiderio è che sia rinnovata con orari più rigidi intrasettimanali (chiusura a mezzanotte dalla domenica al giovedì), e che vengano applicate sanzioni più severe, perché questi gestori a mio avviso sono recidivi. La polizia municipale che si impegna moltissimo per effettuare controlli, li sanziona per innumerevoli violazioni ma loro il giorno dopo le rifanno. Mi chiedo se le multe le paghino».

«Ribadiamo la nostra volontà a una convivenza pacifica con il quartiere» esordisce Aldo Maccaroni, presidente del Gruppo di baretti di Chiaia che raggruppa 66, Jazzy Bar, Spritz, H2No, Cantine Sociali, Piano Terra, Wild e Chandelier. «Sottolineiamo il nostro impegno a osservare gli orari stabiliti dalla stessa con un margine di mezz'ora per permettere al personale di sistemare e poter chiudere. Modifica già richiesta a suo tempo, assieme ad altre presentate all'amministrazione comunale negli incontri periodici avvenuti». Per Maccaroni, che rappresenta anche i baretti di via Aniello Falcone e presiede la sezione Notti di Confcommercio, occorre «la creazione di una figura istituzionale ad hoc che si occupi del tema della movida. È già stata chiesta tempo fa e abbiamo ottenuto l'impegno del sindaco a istituirla quanto prima: riteniamo che sia fondamentale per mantenere un dialogo costante su tutto ciò che riguarda la gestione della movida».

Mentre al Vomero il fronte dei gestori è coeso, a Chiaia si sta aprendo una frattura tra i vari esercenti. Tutto nasce dalla lettera che il presidente della Municipalità Francesco de Giovanni ha inviato al sindaco con la proposta sugli orari di chiusura (a mezzanotte da domenica a giovedì, alle 2 venerdì e sabato) frutto di incontri con comitati dei residenti e il rappresentante dei baretti. Maccaroni però ora prende le distanze, precisando di non aver siglato «nessun accordo sugli orari di chiusura».
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