Napoli, il murale di Ugo Russo
piantonato dall'intero quartiere

Napoli, il murale di Ugo Russo piantonato dall'intero quartiere
di Valentino Di Giacomo
Martedì 16 Febbraio 2021, 09:55
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È quasi mezzogiorno, in piazza spunta un sole che non basta a dar sollievo dalla fredda tramontana di questi giorni invernali. Piazza Parrocchiella nel bel mezzo dei Quartieri Spagnoli è presidiata, quasi come se si trattasse di un picchetto militare: due uomini appoggiati al muro della chiesa, ormai fuori servizio, tutta coperta da eterne impalcature. Su un altro lato altri due uomini che osservano gli occhi giovani e grandi dipinti sull'enorme murale che raffigura Ugo Russo, caduto 15enne in una notte di fine febbraio nel tentativo di rapinare un 23enne carabiniere fuori servizio. «Vogliamo proprio vedere - dicono i due guardando il murale - se davvero qualcuno ha intenzione di cancellare il ricordo di questa vittima innocente».

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Mancano ormai pochi giorni e poi il Comune di Napoli, se nessuno procederà a rimuoverla, cancellerà l'opera in omaggio del baby-rapinatore come avvenuto per quella di Luigi Caiafa a Forcella.

Si è quindi attivata, chissà se spontaneamente, una sorta di sorveglianza della piazza dove spicca il mega-graffito mentre qualche vicolo più in là c'è un piccolo altarino a ricordare Ugo. La tensione cresce più si avvicinano i giorni quando quel murale sarà cancellato che amici e parenti del 15enne sono disposti a difendere.

 


IL SILENZIO
Sono tanti ai Quartieri Spagnoli gli altarini per rapinatori e camorristi, sacro e profano si mischiano come le esalazioni dalle cucine e l'odore del bucato sui balconi tra i vicoli. «Le autorità - si chiede don Giovanni, parroco della chiesa Santi Francesco e Matteo che reca all'esterno un enorme Padre Pio - ora se ne accorgono?». Ma voglia di parlare tra i parroci delle antiche chiese disseminate per i Quartieri ce n'è poca. «Mi scusi - dice padre Giovanni - ora ho da fare che c'è l'elettricista a fare dei lavori e devo lasciarla». Cerchiamo allora don Michele nella chiesa dei Sette Dolori di via Girardi, ma non c'è e non risponde neppure al telefono. E lo stesso accade per don Mario della chiesa di Santa Maria del Carmine alla Concordia o con don Alfredo a Sant'Anna di Palazzo. Resta difficile anche per gli uomini di chiesa decifrare il fenomeno degli omaggi ai personaggi della malavita. Eppure, fuori dalle mura consacrate, c'è uno spontaneo santuario tra i vicoli che affianca i volti dei personaggi della malavita a quelli di Gesù, santi e madonne. Un santuario sorto nell'indifferenza generale per troppi anni.


LE MINACCE
Per il murale di Ugo, sua zia Anna, commenta sulla pagina Facebook del Mattino - all'articolo scritto ieri che riportava delle minacce emerse nel gruppo social «Verità e giustizia per Ugo Russo» di sfregiare altri murales della città qualora fosse cancellato quello per il 15enne - che quell'opera «è stata fatta alla luce del giorno chiedendo i permessi alla municipalità e alla polizia senza avere nessuna obiezione». Da un lato la necessità di una famiglia di chiedere comunque giustizia per l'uccisione di un ragazzino, dall'altro l'esigenza delle autorità di non far interpretare quei messaggi come una difesa di comportamenti criminali. Da mesi, per questo, si sta battendo anche il consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Borrelli. «La procura di Napoli - ha detto il consigliere a proposito delle minacce comparse sui social di sfregiare altri murales - dovrà tenere d'occhio la situazione e porre un freno a tutto questo». Intanto il murale per Ugo Russo resta costantemente sorvegliato, anche per questo le operazioni di rimozione che saranno avviate tra qualche giorno dal Comandante della polizia municipale, Ciro Esposito, dovranno essere pianificate con la massima cautela e attenzione. Il clima tra i vicoli, nonostante l'inverno, appare ancora molto caldo.

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