Murales a Napoli, sfida in nome di Benny: il volto del boss ucciso torna sulle mura ripulite

Murales a Napoli, sfida in nome di Benny: il volto del boss ucciso torna sulle mura ripulite
di Giuseppe Crimaldi
Martedì 16 Marzo 2021, 23:59 - Ultimo agg. 17 Marzo, 10:58
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Eccoli, sono tornati. È bastata una notte di lockdown per passare inosservati, ma alla fine si sono presi la rivincita. Contro lo Stato e le istituzioni. Più forte di ogni tentativo di educazione alla legalità, sotto una spinta emotiva nera come nera è la camorra e l’anima di chi non distingue più il bene dal male, i writer di San Pietro a Patierno hanno lanciato (e purtroppo vinto) la sfida: «Voi rimuovete gli altarini dedicati ai nostri ragazzi? E noi siamo qui, presenti, a ricostruirli». «Voi cancellate le nostre icone? E noi le ridipingiamo». A San Pietro a Patierno era stato rimosso l’altarino dedicato a un giovane che di notte se ne andava a raccogliere i proventi delle vendite della droga nelle piazze di spaccio: sono bastati solo alcuni giorni ed ecco ricomparire l’icona con il volto di Benvenuto Gallo, Benny, per gli amici. Una sfida.

Cronache dalla città che ancora non del tutto riesce ad affrancarsi dal giogo che la sottomette, e che alla fine poi spesso la uccide. Storie di ordinaria follia i cui protagonisti - spesso giovanissimi e (come nel caso degli «artisti di strada» prestati a sfidare la legge pur di rinnovare le loro preghiere, i loro inni a chi ha messo nel conto persino di sacrificare la propria vita pur di atteggiarsi a boss) - utilizzano e veicolano i messaggi sbagliati. 

A denunciare l’ultima vergogna è Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale da sempre impegnato per riaffermare la legalità a Napoli. È lui che ha diffuso le immagini del nuovo sfregio a San Pietro a Patierno. Per “Benny” Gallo furono già realizzati un altarino e delle scritte all’ingresso del Parco IV Aprile di San Pietro, che la Napoli Servizi rimosse una settimana fa. Ora qualcuno lì ha pensato bene di trovare un posto che desse meno nell’occhio per creare un nuovo altarino.

«A San Pietro a Patierno - denuncia al Mattino Borrelli - è stato individuato un angolo trasformato in luogo di culto per Benvenuto Gallo, 24enne ucciso durante un agguato lo scorso novembre.

Benvenuto, detto Benny, era noto alle forze dell’ordine: gestiva una piazza di spaccio, era legato al gruppo criminale Grimaldi di San Pietro a Patierno, ed era imparentato con Carmine Grimaldi, detto “Bombolone”, ucciso nel 2007. Quest’ultimo altarino mi è stato segnalato da un cittadino». Detto, fatto e verificato: tutto tristemente vero. 

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E allora facciamo adesso un passo indietro. Siamo a sette giorni fa: quando, di buon mattino, su ordine del prefetto Marco Valentini - uno che la legalità non la interpreta solo coi commi di legge o a chiacchiere, ma coi fatti - ordina la rimozione di quel murale che campeggia all’ingresso del Parco IV Aprile nel quartiere dell’estremo lembo nord della periferia cittadina. Il Mattino aveva denunciato questo e numerosi altri casi simili, sollevando la questione e trovando proprio nel rappresentante di Governo il più attento interlocutore.

E così, finalmente, ecco entrare in azione le maestranze che - con il supporto di polizia, carabinieri, finanzieri e agenti della Municipale, cancellano quella vergogna. I murales - che ricordano tanto e tristemente da vicino le icone dei terroristi islamici, “maritiri del Jihad” - in questo caso immortalavano Benvenuto Gallo e Ciro Varrello, uccisi a 24 anni a colpi di pistola. «In queste ore - si leggeva in una nota della Prefettura - il personale della partecipata Napoli Servizi sta rimuovendo la scritta per Gallo all’ingresso del Parco IV aprile, in via degli Ortolani, a San Pietro a Patierno. Sul posto gli uomini del Commissariato di polizia di Secondigliano, i carabinieri, la Guardia di Finanza e la polizia municipale». 

 

Ma la replica, rabbiosa, non si è fatta attendere. Si tenga conto anche di un particolare: all’indomani della rimozione dei simboli inneggianti a Benny e al suo amico, i camorristi avevano furiosamente reagito prendendosela addirittura con uno dei murales dipinti da Jorit. E c’è poco da aggiungere: dopo aver sfregiato il dipinto dedicato a Nino D’Angelo, nato proprio nello stesso quartiere, i criminali avevano aggiunto una “dedica” dall’inequivocabile sapore acre: «I morti vanno rispettati, non cancellati» e, subito accanto, «Benny vive».
Conclude il consigliere regionale Borrelli: «Abbiamo segnalato al prefetto questo ennesimo caso. Non è possibile celare uno spacciatore mentre le vittime della camorra e della delinquenza vengano lasciate all’oblio ed abbandonate. Bisogna far presto e occorre dare un deciso segnale di legalità». 

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