Napoli, murales di Ugo Russo, il padre: «Volete rimuoverlo? Rappresenta il nostro dolore»

Napoli, murales di Ugo Russo, il padre: «Volete rimuoverlo? Rappresenta il nostro dolore»
di Paola Marano
Mercoledì 24 Febbraio 2021, 17:18 - Ultimo agg. 25 Febbraio, 09:35
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«Se il murales fosse stato un inno alla malavita non lo avremmo fatto con queste caratteristiche, non avremmo scritto Verità e Giustizia. Quel murales è fatto per gridare il nostro dolore e per mandare un messaggio ai ragazzi di Napoli».  A quasi un anno dalla morte di Ugo Russo, quindicenne di Napoli rimasto ucciso durante un tentativo di rapina a un carabiniere fuori servizio, la famiglia torna a chiedere che sia fatta luce sulla dinamica che ha portato all’uccisione del giovane attraverso una manifestazione annunciata per il prossimo sabato, e presentata questa mattina in conferenza stampa.

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Al centro del dibattito il caso del murales dedicato al giovane nei Quartieri Spagnoli, sul quale pende un’ordinanza del Comune di Napoli che ne prevede la cancellazione, adesso bloccata da un ricorso presentato dalla famiglia e dal comitato “Verità e Giustizia per Ugo Russo”.

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«Se il comune decide che il murales deve essere coperto noi non faremo alcuna opposizione – ha detto Vincenzo Russo, padre di Ugo -  Noi abbiamo usato tutte le procedure dovute, ci abbiamo messo undici giorni, non undici ore, per fare il murales, e adesso risulta essere abusivo». Russo ha poi definito la rimozione da parte del Comune del murales di Luigi Caiafa, altro giovane ucciso da un poliziotto durante una rapina, «una violenza sociale.

Hanno fatto questa cosa alle 7 del mattino, senza avvisare nessuno, neanche la famiglia. Però vedo che più siamo schiacciati e più ci vogliono schiacciare». Ai microfoni dei giornalisti il padre del ragazzo ha cercato di mettere da parte la polemica riguardante il murales, per lasciare spazio a quello che per gli organizzatori è il vero obiettivo della manifestazione: accendere i riflettori sulla morte del quindicenne.

«Il fatto che mio figlio non c’è più da un anno è passato in secondo piano – ha sottolineato Vincenzo - Mio figlio ha sbagliato ma vogliamo sapere se doveva essere ammazzato in quel modo, dopo un anno siamo ancora a ripetere quello che dicevamo l’anno scorso. Possiamo sapere se mio figlio è stato ammazzato? Almeno un pezzo della città di Napoli vuole sapere se è stato ammazzato volontariamente oppure no? Gli avvocati non hanno risposte, noi abbiamo piena fiducia nella magistratura, ma non capiamo quale è il problema».Dopo dodici mesi infatti non si hanno ancora notizie dell’esito dell’esame autoptico sul corpo del ragazzo , «neanche gli avvocati di parte conoscono l'andamento delle indagini - ha spiegato Alfonso De Vito del comitato “Verità e Giustizia” per Ugo Russo, che ha lanciato un appello a fare chiarezza sul caso di Ugo «perché i suoi amici, le persone che gli volevano bene, vogliono sapere se ha subìto o meno una pena di morte senza processo».  

Alla conferenza stampa di presentazione della manifestazione prevista sabato ha preso parte anche Alessandro Fucito, presidente del Consiglio comunale di Napoli, firmatario nei giorni scorsi  - insieme ad alcuni intellettuali e rappresentati della società civile -  di una petizione per conservare l’opera dedicata a Ugo in Piazza Parrocchiella. «Questa energia democratica che c’è stata andrebbe colta come elemento positivo perché chiede legalità, muove petizioni, si occupa di fare Cila (Comunicazione Inizio Lavori, ndr) – ha osservato -  Lo sberleffo di questa situazione è chi equipara questi comportamenti socialmente utili e preziosi alla Camorra, significa che non abbiamo capito cosa è la Camorra e dubito che siamo in grado di poterla contrastare».

Per Fucito si fa strada «l’idea che la città sia così pacificata al punto che le argomentazione siano quelle che si rivolgono solo alla Napoli bene, mentre sembra che nessuno voglia intendere che ci sia invece un’altra città che ha altri codici espressivi, e quindi sia più facile equiparare e demonizzare tutto e tutti indistintamente. Una classe dirigente così ha pochissima possibilità di comprendere la complessità e trovare la strada giusta».

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