Napoli si innamora della donna
con liuto di Veermer: ingressi raddoppiati

Napoli si innamora della donna con liuto di Veermer: ingressi raddoppiati
Martedì 22 Novembre 2016, 12:10
3 Minuti di Lettura
Napoli si innamora della 'donna con il liutò: sono aumentati del 48% i visitatori del Museo di Capodimonte nei primi tre giorni di apertura della mostra «Vermeer, la donna con il liuto dal Metropolitan Museum» (fino al 9 febbraio 2017). Mai si era vista in città un'opera del genio olandese del XVII secolo. Tanti turisti quindi ma anche le famiglie partenopee nel fine settimana hanno fatto visita all'esposizione (e al bosco attrazione da sempre per i napoletani) che il direttore Bellenger ha voluto senza cioè alcuna maggiorazione al prezzo del biglietto. Piace molto anche la App (realizzata da arm23 grazie a Intesa Sanpaolo) che consente non solo di avere informazioni dettagliate sulle opere, ma dà accesso a ulteriori contenuti, approfondimenti e video che si possono consultare anche una volta usciti dal museo sul proprio smartphone.


Un evento che è destinato a far lievitare i 145mila visitatori annui di Capodimonte, ancora pochi per un sito così importante (che gode dell'autonomia) ma sicuramente penalizzato dalle difficoltà di collegamento con il centro città (ma è attivo un bus- Shuttle gestito dalla CitySightseeing in accordo con Comune di Napoli con biglietto integrato). Ma perchè affascina tanto l'olio su tela (dalle dimensioni di 51,4 centimetri per 45,7) e la donna che è ritratta, quasi una 'sorellà della 'ragazza dall'orecchino di perlè che ha ispirato romanzi e film? Intanto è molto esiguo il numero delle opere di Vermeer distribuite nei musei di tutto il mondo, nessuna in collezione italiana. A Capodimonte per ricreare l'ambiente rappresentato nel quadro nella stessa sala sono esposti due elementi chiave dello sviluppo narrativo dell'opera: il liuto e la carta geografica.


Il liuto di Vermeer sembra essere un esemplare «alla francese» a 11 ordini. Poiché il cavigliere e il numero di corde non sono ben visibili, lo strumento raffigurato potrebbe essere identificato anche con un antico liuto rinascimentale a un numero inferiore di ordini, tuttavia in uso soltanto fino ai primi decenni del XVII secolo, in Francia fino al 1640 circa, e all'epoca in cui fu realizzato il dipinto del tutto obsoleto.Al dipinto di Vermeer è stato accostato un esemplare del 1644, del costruttore parigino Jean Des Moulins, appartenente alle collezioni del Musée Instrumental du Conservatoire di Parigi (Museo della Cité de la Musique).


La carta geografica (Europa recens descripta, recita il cartiglio) è quella edita postuma da Willem Blaeu e inserita nel suo Theatrum Orbis Terrarum, sive, Atlas Novus (1644), conservata dalla Società Napoletana di Storia Patria e restaurata per l'occasione.
Questa incisione si riferisce alla stampa di Hondius del 1623, corredata nella parte superiore dalle vedute di Amsterdam, Praga, Costantinopoli, Venezia, Roma, Parigi, Londra, Toledo e Lisbona, mentre lateralmente sono rappresentati gli abiti maschili e femminili delle principali popolazioni europee (Angli, Galli, Belgi, Castigliani, Veneziani, Germani, Ungari, Boemi, Polacchi, Greci). In un'altra sala anche 4 dipinti, dalla immensa collezione del Museo di Capodimonte, che rappresentano donne suonatrici: l'Autoritratto alla spinetta di Sofonisba Anguissola (Cremona 1532 - Palermo 1625) datato circa 1559; la Santa Cecilia in estasi di Bernardo Cavallino ( Napoli 1616 - 1656 ) del 1645; la Santa Cecilia al clavicembalo di Francesco Guarino (Sant'Agata Irpina 1611 - Solofra 1654) del 1650 circa e la Santa Cecilia all'organo e angeli musicanti e cantori di Carlo Sellitto ( Napoli 1581 - 1614) del 1613 circa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA