Napoli, nata nel rifugio antiaereo
durante la guerra: la storia di Ketty

Napoli, nata nel rifugio antiaereo durante la guerra: la storia di Ketty
di Oscar De Simone
Domenica 23 Giugno 2019, 13:03 - Ultimo agg. 16:10
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Il rumore degli aerei e il fragore delle bombe che cadevano a poca distanza. La terra che tremava, i palazzi che crollavano e le urla di chi fuggiva per mettersi in salvo. In queste condizioni e con i dolori del parto, una donna di nome Anna percorse 150 gradini verso il rifugio antiaereo. Una discesa interminabile per raggiungere l’infermeria del ricovero dove il 17 Settembre del 1943, mise alla luce Caterina. “Ketty” per gli abitanti del quartiere. Da quel giorno la sua storia è stata raccontata e tramandata di generazione in generazione. Tre per l’esattezza.
 


Una bambina che tutti conoscevano, ma di cui fu persa l’identità. Oggi – dopo 76 anni – quella storia rivive ed a Ketty è stato restituito un volto. E’ il volto di una donna segnata da quel parto così sofferto e desiderato. Di una donna che si commuove ascoltando la sirena antiaerea che accompagnò i suoi vagiti. Tornando in quel luogo, sotto il palazzo Serra di Cassano, Caterina ripensa alla madre e al padre che lì – nonostante tutto – non ha mai voluto portarla.

«Mio padre non voleva venire qui – racconta – perché il ricordo di quelle sofferenze era forte. Le difficoltà e la mancanza di cibo per me e per mia madre segnarono la nostra vita fin dai primi giorni. Mi era stato raccontato di come si svolsero i fatti, ma non conoscevo questi luoghi. Oggi vedendoli rimetto i tasselli al loro posto e capisco quanto sia stato difficile. Mi sono trasferita a Novara quando ero ancora giovane, ma il legame con la mia terra non l’ho mai sciolto. Volevo tornare per visitare questo posto. Perché lo dovevo a mia madre che fatto qualcosa di cui neanche io sarei capace. Ma lo ha fatto anche grazie ad un quartiere che non si è tirato indietro».

Proprio dal quartiere – e dai suoi giovani abitanti – arrivò il vero aiuto. Un bambino su ogni gradino del ricovero, fu posizionato dagli ufficiali fascisti per rendere più rapido il passaggio delle bacinelle d’acqua. Questo velocizzò e rese più agevole il parto di Anna che in quel momento ebbe tutti vicino.

«Sappiamo che anche i ragazzi più grandi parteciparono a queste operazioni – afferma Marco Minin della Galleria Borbonica – perché la vicenda è ricordata nei dettagli. La cosa sorprendente è che anche l’ex Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ricorda di questa nascita. Ce lo raccontò quando venne a trovarci e forse anche lui diede il suo contributo. Dopo anni di ricerche è stato emozionante portare qui Ketty. La sua storia potrà essere raccontata in maniera differente. Potrà essere tramandata ricordando anche il suo volto. Da oggi il Monte di Dio torna a riappropriarsi di una parte importante del suo passato».



 
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