Napoli: operato in ritardo, neonato muore. «L'hanno mandato a casa con il soffio al cuore»

La Procura apre un fascicolo per omicidio. E al Monaldi scatta l'indagine interna

L'ospedale Monaldi
L'ospedale Monaldi
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Mercoledì 10 Maggio 2023, 00:02 - Ultimo agg. 11 Maggio, 10:00
4 Minuti di Lettura

Sarebbero stati rimandati a casa in più occasioni, nel corso dei due mesi in cui si sono rivolti all’ospedale napoletano Monaldi. Sono stati rassicurati e invitati a ritornare dopo una settimana, rendendo sempre più incerto lo scenario clinico. Quando i medici sono intervenuti, il piccolo non ce l’ha fatta. Dopo poche ore, Claudio è morto. Aveva tre mesi e mezzo, la sua fine è ora al centro di una inchiesta condotta dalla Procura di Napoli.

Omicidio colposo, riflettori puntati sul Monaldi, al vaglio la denuncia dei genitori del piccolo, fascicolo aperto dal pm Giuseppe Tittaferrante.

Verifiche della magistratura, mentre anche i vertici del Monaldi hanno deciso di svolgere degli accertamenti interni. C’è un audit in corso, che parte da una premessa: la direzione dell’ospedale si dice accanto alla famiglia colpita dal dramma della morte del piccolo, oltre a confermare la propria disponibilità nei confronti degli inquirenti.

Ma in cosa consiste la storia di Claudio? Cosa viene denunciato dai genitori? Seguiamo il ragionamento fatto dalla penalista Federica Renna, nel corso del suo esposto. Claudio, secondo quanto riferito dai genitori, è nato il 10 gennaio scorso e sin da subito gli viene riscontrato un soffio al cuore, per il quale necessitava di cure immediate. Dopo qualche giorno i genitori si sono recati al Monaldi, dove gli specialisti del reparto di cardiologia neonatale hanno confermato la prima negativa diagnosi e la necessità di intervenire chirurgicamente.

Ma l’operazione non è stata fatta nell’immediatezza. Per quale motivo? Stando a quanto denunciato, per indisponibilità della sala operatoria, come verrebbe confermato da uno dei medici interni. Sempre secondo le accuse, il deficit di strutture a disposizione si sarebbe protratto per diverse settimane, al punto tale da provocare un aggravamento della condizione del neonato. Secondo le accuse, al Monaldi ad inizio anno non funzionavano al Reparto di Cardiologia neonatale nè la sala operatoria nè la rianimazione. In questo scenario, i genitori del piccolo si sarebbero recati al Monaldi tutte le settimane, fino a marzo, quando verso la fine del mese le condizioni di Claudio sono peggiorate e il piccolo è stato ricoverato per essere operato. Anche in questo caso, però, non sono mancate le complicazioni. L’insorgenza di un’infezione, il rinvio dell’operazione, mentre il piccolo è rimasto ricoverato nella terapia intensiva neonatale. 

Finalmente Claudio, il 27 aprile, è stato operato, e sembra, a sentire i medici, che tutto fosse andato bene; ed invece dopo poche ore il neonato, ricoverato nella Rianimazione per adulti, ha avuto una crisi respiratoria ed è morto. Una catena di possibili criticità dunque su cui ora la Procura vuole vederci chiaro, in uno scenario che resta ancora cristallizzato. In che senso? Sono passati più di dieci giorni, ma non è stata ancora esperita l’autopsia sul corpicino del piccolo. Uno scenario esasperante, nell’ottica dei genitori, che - lamentano - hanno dovuto assistere a una serie di rinvii. Inchiesta in corso, facile intuire che la magistratura voglia ascoltare tutti i professionisti coinvolti in questa vicenda. Stando a quanto emerge da dati obiettivi, sono diversi gli interventi effettuati in questi mesi in materia di cardiochirurgia pediatrica, mentre bisogna chiarire se e per quali motivi l’intervento è stato rinviato: c’erano problemi legati alle condizioni cliniche del piccolo? Quali sono state le criticità legate alla vita di Claudio?

© RIPRODUZIONE RISERVATA