Netturbino ucciso dalla folle gara di velocità in auto, la rabbia dei Quartieri Spagnoli: «Assassini a casa per Natale»

Netturbino ucciso dalla folle gara di velocità in auto, la rabbia dei Quartieri Spagnoli: «Assassini a casa per Natale»
di Giuliana Covella
Giovedì 6 Dicembre 2018, 07:00
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Si alzava ogni notte intorno alle 2.30, per raggiungere a bordo del suo motorino il porto di Pozzuoli, dove si imbarcava col traghetto delle 4.10 per andare a lavorare a Procida. E, dopo aver terminato il turno di lavoro, in tarda mattina tornava a Napoli per affrontare l'altra parte della sua giornata lavorativa, raggiungendo corso Vittorio Emanuele. Ma da una settimana i sacrifici di Alfonso Campochiaro, 62 anni, sono solo un ricordo per chi piange sulla sua bara nella chiesa dei Santi Francesco e Matteo, nel cuore dei Quartieri Spagnoli.
 
Un «lavoratore onesto, che amava la sua famiglia e tutti quelli che lo conoscevano», è il coro unanime nei vicoli dei Quartieri Spagnoli. Vicoli dove ieri pomeriggio si respirava un'aria di rabbia e tristezza per la perdita di un uomo considerato da tutti «un angelo», come lo definisce Vincenzo, un ristoratore, che aggiunge: «Durante le feste gli sarebbe mancata solo la barba di Babbo Natale». «Non è distrutta solo la sua famiglia, ma un intero quartiere, perché Alfonso era la bontà fatta persona», rimarca Valentina Sarpa, sorella di Nicola, ucciso da un proiettile vagante a Capodanno 2009.

Nella piccola camera ardente allestita accanto alla chiesa di vico Lungo San Matteo si sono radunati parenti, amici e conoscenti. «Perché faceva del bene a tutti - ricorda Silvana, la cognata - Avevo 7 anni quando si è fidanzato con mia sorella Anna. Ora non c'è più, mentre chi lo ha ucciso a Natale potrà sedersi a tavola e festeggiare con i familiari. Alfonso invece lascia una moglie di cui era innamoratissimo e quattro figli, un maschio (laureato in Archeologia, che insegna all'Alberghiero) e tre femmine, di cui due sposate e i nipoti che ora non vedranno più il nonno».

Invoca giustizia Silvana, mentre singhiozza e ricorda il cognato che, ogni notte, si alzava per fare due lavori (oltre al netturbino, lavorava come carrozziere) «per mantenere la famiglia, a cui non ha mai fatto mancare nulla». Non chiedono vendetta i familiari di Campochiaro, ma che «la pena per chi ha tolto la vita a un onesto lavoratore sia giusta». Un paradosso per Silvana che Alfonso sia morto in quelle tragiche circostanze: «Andavano a 20 all'ora, lui e i suoi colleghi, fino a Pozzuoli per evitare incidenti. Invece sabato scorso, lungo quella strada che percorreva ogni notte, ha trovato la morte». I funerali oggi alle 11 nella chiesa di Santa Lucia a Mare.
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