I video corrono online. Dal carcere nel quale sono reclusi, due imputati condannati per il ferimento della piccola Noemi e di sua nonna durante un raid armato in piazza Nazionale nel maggio del 2019, lanciano, sorridenti, messaggi ai familiari, si fanno ritrarre ameni e - con tanto di colonna sonora corredata da note neomelodiche - spediscono “imbasciate” ai propri cari, infrangendo tutti i regolamenti penitenziari. A denunciare il caso, che riguarda i fratelli Armando e Antonio Del Re, è il consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli.
«Esiste un limite a tutto?». A chiederselo è Borrelli, e con lui quanti - più tecnologicamente avanzati e sempre informati sugli aggiornamenti, ma soprattutto sui deliri che circolano su internet - invocano un’ “etica di rete”. All’“Osservatorio TikTok” istituito dal consigliere regionale di Europa Verde per combattere e denunciare il degrado culturale e la celebrazione della malavita continuano ad arrivare segnalazioni su Armando Del Re, che rischiò di uccidere la piccola Noemi durante un agguato a Piazza Nazionale. «Ricordiamo - dichiara - che inizialmente il pm aveva chiesto 20 anni per entrambi i fratelli Del Re protagonisti di quell’infame sparatorie.
Distinguiamo i piani. C’è un diritto dei detenuti a mantenere i contatti con le proprie famiglie, sacrosanto; ma «superare la decenza - come sostiene Borrelli, da sempre attento a simili fenomeni - sembra essere diventata la regola, in questa giungla informatica».
“A’ libertà è ‘a cosa cchiù carnale e doce...”, canta il neomelodico mentre le immagini inquadrano il più grande dei fratelli, Armando Del Re, immortalato quasi come un eroe, un martire perseguitato. «in attesa della pronuncia finale della Cassazione, la verità giudiziaria sul terribile agguato di piazza Nazionale è stata scritta già da due sentenze di condanna per i germani. Dopo avere incassato una condanna a 18 anni di reclusione, Armando Del Re ha ammesso il proprio coinvolgimento nella sparatoria avvenuta nel maggio 2019 in piazza Nazionale, quando durante un agguato contro Salvatore Nurcaro rimase gravemente ferita la piccola Noemi, di quattro anni. Il giovane si è detto responsabile nel corso del processo di appello che si sta tenendo in questi giorni (la sentenza è attesa per novembre). Per la famiglia della bambina, però, la confessione sarebbe soltanto una strategia per avere uno sconto di pena, sia ammettendo il reato sia cercando di evitare l’aggravante mafiosa. Al di là del caso singolo, forse il vero problema è lo scandaloso utilizzo che si fa dei social. E questo è altra cosa, e ben più estesa rispetto ai sorridenti atteggiamenti di due pregiudicati che sulla coscienza si portano un peso terribile.