Bimba ferita a Napoli, le maestre dell'asilo: «Sono barbari, salvate la nostra Noemi»

Bimba ferita a Napoli, le maestre dell'asilo: «Sono barbari, salvate la nostra Noemi»
di Giuliana Covella
Martedì 7 Maggio 2019, 11:00 - Ultimo agg. 13:16
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«Sono barbari. Siamo scioccati, oltre che affranti per l'accaduto. Ora non ci resta che pregare e sperare che Noemi torni presto a sorridere e giocare come tutti i suoi coetanei». Mentre parlano le maestre mostrano una sediolina gialla e un banchetto bianco con le basi verdi: sono entrambi vuoti in quell'ampia aula illuminata dai raggi del sole che entrano dall'esterno, al primo piano dell'istituto Fiumarelli di Casoria. Oltre un chilometro e mezzo per raggiungere il plesso, provenendo da via Stadera e attraversando via Cupa del Segretario, via Arpino e via Colasanto, per poi arrivare in via Toti. Lì, al civico 1, c'è la scuola primaria e dell'infanzia che, fino a poco tempo fa, frequentava Noemi, la bambina di quattro anni rimasta ferita in seguito a una sparatoria venerdì pomeriggio in piazza Nazionale. Un istituto privato che, mentre la bimba lotta per sopravvivere nel reparto di Rianimazione del Santobono - dove è ricoverata in gravi condizioni perché un proiettile le ha trapassato i polmoni - piange e prega per l'alunna della scuola dell'infanzia. A partire dalla dirigente Gabriella Fiumarelli, alle maestre e ai compagni d'asilo della minore, che abita nella zona di Poggioreale.
 
La notizia a scuola era arrivata già da venerdì scorso. Quando dopo le 17 Noemi si è ritrovata suo malgrado nella traiettoria del killer che aveva mirato contro il vero bersaglio, ossia Salvatore Nurcaro, 31enne che in queste ore lotta tra la vita e la morte dopo essere stato raggiunto da colpi di arma da fuoco al torace e alla gola. Teatro della sparatoria una centralissima e affollatissima piazza Nazionale. Appena uscita da un bar insieme alla nonna, la bambina è rimasta ferita da un proiettile che le attraversato i polmoni. Una notizia che si è diffusa in pochi attimi nel quartiere d'origine della piccola e nella scuola che frequentava. «Lo abbiamo saputo poche ore dopo che era successo - dice Dora, una delle insegnanti - non potevamo crederci. Non pensavamo si trattasse di una nostra allieva. Noemi è una bimba molto bella, dolce e socievole. Un'innocente che - come tanti suoi coetanei - noi adulti vorremmo sempre proteggere da tutto». Atterrite anche le altre docenti, che ricordano «quel visino angelico, quegli occhi chiari e quella solarità che la faceva amare da tutti, maestre, bidelli, compagni di classe». Trattengono le lacrime le insegnanti di Noemi, quando apprendono che il quadro clinico della bimba è ancora critico, nonostante sia stata operata d'urgenza appena giunta in ospedale. Come le mamme degli altri bambini che vanno alla Fiumarelli e che la conoscevano bene. «Era una bimba allegra, che non faceva mai i capricci per venire a scuola. Quando venerdì sera l'ho saputo dalla tv mi sono chiesta: ma come si fa? Come si fa a sparare contro una bambina? - ripete la mamma di un alunno all'ingresso del parcheggio - se pensiamo a lei che ora è in un letto d'ospedale a lottare tra la vita e la morte e la ricordiamo sorridente, sempre piena di vita, nonostante la sua tenera età, mi vengono i brividi».

Un'alunna della materna «solare, intelligente e buona». Così la dirigente scolastica Gabriella Fiumarelli descrive la piccola Noemi. «Questo era il suo primo anno d'asilo - spiega - ma si era già fatta amare da tutti, compagni di classe, maestre, collaboratori scolastici. Purtroppo era stata ammalata spesso negli ultimi mesi, a causa dell'influenza che ha toccato picchi abbastanza alti tra dicembre e febbraio. Ma ricordo che quando veniva a scuola era felice e oggi non riesco a credere che stia lottando per sopravvivere», si rammarica. Nell'istituto paritario di via Toti, che dal 1971 accoglie una platea proveniente da molti quartieri difficili («di Casoria, Arpino e soprattutto del noto Bronx di via Stadera, dove hanno girato la serie Gomorra», rimarca la preside), da ieri ci sono una sedia e un banco vuoti. All'ora di pranzo, in un'aula piena di giochi, peluche e costruzioni Lego, i bimbi si preparano per mangiare tutti insieme. «Ecco, guardi. Ci riempie il cuore di tristezza vedere che Noemi non c'è - si emoziona la maestra Dora - ricordo un giorno in particolare. Venne a scuola e mostrava fiera e sorridente a tutti che si era tagliata la frangetta. Scherzava come tutti i bambini della sua età ed era molto unita con il gruppo della sua classe. L'unica cosa che possiamo fare ora è pregare per lei».

All'uscita dal cancello in cui ha sede l'Istituto Fiumarelli, dove c'è anche la stazione locale dei carabinieri, si raduna un gruppo di mamme. Qualcuna sussurra di «quella bambina rimasta ferita» e che «veniva qui a scuola». «La conoscevo di vista - ricorda Adele, giovane madre di due figli - la mamma la accompagnava col fratellino più piccolo. Poi non è più venuta nelle ultime settimane, perché i genitori avevano un negozio e necessitavano di un aiuto per la bimba». E ad occuparsi di Noemi, quando i genitori erano a lavoro, era la nonna. Quella che venerdì scorso teneva per mano la nipotina di quattro anni, quando un uomo l'ha colpita con un proiettile destinato ad qualcun altro.

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