Napoli, la scuola nuova è abusiva: «Dovrà essere abbattuta, il Comune senza licenze»

Napoli, la scuola nuova è abusiva: «Dovrà essere abbattuta, il Comune senza licenze»
di Paolo Barbuto
Martedì 1 Febbraio 2022, 23:30 - Ultimo agg. 3 Febbraio, 11:02
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C’è un edificio scolastico ai Camaldoli che è praticamente già realizzato, mancano le finiture, porte e finestre, e potrebbe già ospitare i 400 alunni che aspettano da decenni le aule nuove. Però c’è un dettaglio: quella scuola, costruita dal Comune di Napoli è abusiva. È arrivata una formale richiesta affinché venga abbattuta.

Certe storie sono difficili da raccontare perché il paradosso del racconto supera ogni realtà; la storia della scuola di via Rotondella ai Camaldoli, territorio di Chiaiano, è una di quelle che sembrano fasulle anche se è drammaticamente vera.

Partiamo dalla porzione conclusiva del racconto, quella dei giorni più recenti, quando il soprintendente Luigi La Rocca, al termine di un ultimo, serrato, confronto con i tecnici del Comune firma il verbale che sancisce la definitiva chiusura della vicenda: «La scuola Rotondella è una costruzione abusiva in quanto priva di autorizzazione paesaggistica...

l’iter intrapreso e gli innumerevoli confronti avuti con il Ministero che non hanno portato a nulla di nuovo rispetto a quanto fatto negli ultimi anni... Si esplicita, pertanto, la posizione contraria ad una sanatoria postuma e il successivo rimando all’Amministrazione competente sulla tutela del vincolo, ossia allo stesso Comune, per gli adempimenti successivi conducenti alla demolizione del manufatto abusivo». 

E in questo passaggio si manifesta l’ultimo paradosso della questione: il Comune viene incaricato di procedere all’abbattimento di una struttura realizzata abusivamente proprio dal Comune. 

Questa vicenda affonda le radici nel tempo. È il 2002, sindaco Iervolino, quando Palazzo San Giacomo pensa di costruire quella scuola perché la zona ha fame di aule. È il 2004, stessa amministrazione, quando arriva un parziale finanziamento regionale da 1,6 milioni di euro per la costruzione della scuola che in realtà doveva essere più ampia e avrebbe avuto un costo di sei milioni.

Nel 2006 viene approvato il progetto, nel 2008 iniziano i lavori e nel 2010 il responsabile del cantiere li blocca perché solo in quel momento si rende conto che manca il permesso della Soprintendenza. Il terreno comunale sulla quale si sta realizzando la scuola è nella “Selva di Chiaiano”, area a vincolo nella quale è vietato costruire. Insomma, anche se avesse chiesto tutti i permessi, il Comune non li avrebbe avuti. Da quell’anno, siamo nel 2010, inizia un lunghissimo iter nel tentativo di ottenere un permesso speciale per poter completare la realizzazione della scuola. 

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A lottare per la riapertura della scuola c’è l’ottava municipalità, anzi c’è Salvatore Passaro, battagliero e passionale consigliere della municipalità che lotta per il territorio e non riesce a smettere di cercare una soluzione per la vicenda. Si rivolge all’amministrazione, cerca aiuto nella giunta di De Magistris che nel frattempo si è insediata a palazzo San Giacomo, ottiene scarsissimi risultati: «Guardavo quella scuola e pensavo che qualcuno avrebbe dovuto fare qualcosa. Ho scritto centinaia di lettere, chiesto decine di incontri, sollecitato tutti, dagli assessori al sindaco. Nessuno ha mosso un dito - tuona Passaro - di tanto in tanto convocavano un incontro, ma si capiva che non c’era nessuna volontà di risolvere la questione».

Passaro è convinto che i documenti ci fossero ed ha la certezza che la mancata digitalizzazione delle procedure abbia contribuito a cancellare le tracce dei permessi ottenuti per la scuola, anche lui ritiene impossibile che un Comune commetta un abuso edilizio nel realizzare un istituto scolastico.

Adesso Salvatore Passaro ha lanciato il suo disperato appello alla Giunta Manfredi. Ha scritto al vicesindaco Mia Filippone presentandole la questione, spiegandole che c’è già la richiesta di abbattimento e pregandola di scendere in campo al suo fianco per salvare una scuola già completata, mai utilizzata e già destinata alla demolizione. 

L’ultimo atto ufficiale di palazzo San Giacomo risale al 2015 quando la giunta De Magistris chiese al Consiglio Comunale di continuare a considerare la scuola di via Rotondella un luogo di interesse pubblico e di impegnarsi a risolvere la questione.

All’orizzonte c’è un’indagine della Procura alla quale la Soprintendenza ha girato, come da norma, tutti gli atti. La questione potrebbe anche travalicare i confini dell’abuso edilizio perché per realizzare quella struttura sono stati utilizzati (molti) soldi pubblici. Bisogna fare chiarezza. 

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