Spiega Ernesto Zito, padre della vittima (assistito dal penalista Carmine Iannuzzi): «Siamo rimasti profondamente delusi per la sentenza firmata in questi giorni dalla Corte di assise appello, la morte di un ragazzo di 21 anni non può essere sanzionata con una condanna così bassa. Chiediamo alla magistratura, dopo aver letto le motivazioni della condanna, di appellare il verdetto e di ricorrere per cassazione per arrivare a una sentenza più congrua e severa».
Diverso è il giudizio del difensore del minore, il penalista Mario Covelli, che aveva chiuso la sua requisitoria con una richiesta di assoluzione.
Una dinamica mozzafiato, quella dell'omicidio: il ragazzo era in auto, si affianca uno scooter, il cui conducente spara alcuni colpi. Poi parcheggia lo scooter, torna versa l'auto ed esplode ancora altri colpi di pistola. Un agguato stile camorristico, anche se l'aggravante della finalità mafiosa è caduta dinanzi al Riesame. La pista privata - il movente passionale - sembrano confermati nel corso del processo. Ora si attende il deposito delle motivazioni di appello per capire quale sia stato il ragionamento seguito dai magistrati nel corso del secondo grado di giudizio.