Napoli: in trappola tra striscioni azzurri e bengala, il figlio del boss “tradito” dalla festa scudetto

Il racconto di un testimone: «I killer di Vincenzo Costanzo hanno bloccato il carosello per isolarlo e colpire»

Rilievi sul luogo dell'agguato
Rilievi sul luogo dell'agguato
Leandro Del Gaudiodi Leandro Del Gaudio
Sabato 6 Maggio 2023, 23:01 - Ultimo agg. 9 Maggio, 07:05
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Hanno usato gli striscioni azzurri del Napoli per isolare la vittima e per evitare di colpire passanti. Hanno creato il vuoto attorno al loro obiettivo, bloccando di fatto la circolazione in una grande area pedonale, dove migliaia di persone stavano festeggiando lo scudetto appena conquistato. Poi hanno acceso dei bengala, simulando un momento di festa e di evasione e hanno fatto fuoco. È stato ucciso così Vincenzo Costanzo, figlio del boss Maurizio Costanzo e nipote del capoclan D’Amico.

Una trappola in piazza Carlo III, nel cuore della festa per lo scudetto del Napoli.

Una trappola che scava nel passato e che investe i delicati equilibri che ruotano attorno al duopolio criminale che vede contrapposti quelli dei Mazzarella e l’Alleanza di Secondigliano. Ma torniamo alla notte del tricolore, quella dello scudetto e del sambodromo a cielo aperto per festeggiare la vittoria del campionato dopo 33 anni. Piazza Carlo III, dunque, zona delicata, perché controllata da sempre dai Bosti-Contini (colonna portante dell’Alleanza di Secondigliano), ma raggiunta anche da soggetti dell’area orientale (specie durante i week end), legati ai Mazzarella. 

Pochi minuti dopo l’una di notte, l’agguato. Una messa in scena, prima delle pallottole: la piazza è una bolgia di entusiasmo, in tanti si mettono in fila per fare una foto su un’auto azzurra che trasporta una sagoma gigante di Osimhen. I killer sanno che nella zona c’è anche Vincenzo Costanzo che, nel rione Conocal di Ponticelli, è conosciuto come Ciculillo (letteralmente: piccolo Vincenzo). Ha occhi azzurri e una barba da irlandese, segnalato da anni nella mappa del criminale di Napoli est, proprio per la sua vicinanza ai Ricci-D’Amico (i fraulella). È assieme alla fidanzata e ad altri amici, la sua sagoma è decisamente a tiro. Ogni istante è il momento buono, nell’ottica sanguinaria degli assassini. Una scena cristallizzata, quasi pacificata dalla festa, che spinge i killer a mettere in campo una strategia finalizzata ad isolare Costanzo. 

Lo ha spiegato al Mattino un testimone oculare, che ha raccontato cosa è accaduto nel caos dei caroselli. Qualcuno spacca in due la strada principale, quella che separa i marciapiedi ai giardinetti centrali, usando i nastroni azzurri (che in questi giorni adornano i palazzi di mezza Napoli), in modo da interrompere all’improvviso il flusso di pedoni. Anche l’autista che sta mettendo a disposizione dei tifosi l’auto con la sagoma di Osimhen comprende che è meglio fermarsi, arrestare il lento carosello, mentre vengono accesi bengala che hanno il potere di ingannare i passanti. Sembra uno show. Anche Vincenzo Costanzo è tranquillo, finanche rilassato. Partono i fumogeni, i killer escono allo scoperto. E fanno fuoco almeno sei volte. Tanto che Costanzo viene colpito, ma ha ancora la forza di scappare, provando a salvarsi dall’esecuzione finale. Viene inseguito e ucciso non lontano, in piazza Volturno, quando ormai non ha più la forza di scappare. Ferita la fidanzata (di striscio a una caviglia) e in modo superficiale altri due componenti del gruppetto giunto da Ponticelli.

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Materia su cui indagano i carabinieri del reparto operativo, agli ordini del colonnello Cristian Angelillo, sotto il coordinamento del pm Simona Rossi e della procuratrice Rosa Volpe. C’è una ipotesi su tutte: Vincenzo Costanzo aveva rotto con i De Micco, clan egemone a Ponticelli, ed era nel mirino da tempo. Viveva rintanato in casa, ma è stato segnalato appena ha deciso di spostarsi per andare a festeggiare lo scudetto. Si era mimetizzato nella folla e quando ha visto striscioni e bengala non si è allarmato. Mai avrebbe immaginato che anche il corredo di una gioia attesa da 33 anni potesse essere usato come trappola mortale per regolare vecchi conti. 

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